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Stefano Maglia

Bilancio iniziale sulle politiche di protezione del clima

di Stefano Leoni

Categoria: Aria

Presentato dal Ministro per il clima e l’economia Habek l’11 gennaio 2022

 

Elementi chiave:

  1. Il governo tedesco sta affrontando un’enorme sfida di politica climatica: gli obiettivi climatici della nuova legge sulla protezione del clima richiedono entro il 2030 un aumento quasi triplo rispetto al ritmo di riduzione delle emissioni fino ad oggi. Mentre le emissioni sono diminuite di una media di 15 milioni di tonnellate all’anno nell’ultimo decennio, ora devono diminuire da 36 a 41 milioni di tonnellate all’anno da qui al 2030.
  2. le misure di protezione del clima sono finora insufficienti in tutti i settori. Nel 2021 il settore dell’edilizia mancherà il suo obiettivo settoriale per la seconda volta di seguito ed è già prevedibile che in diversi altri settori gli obiettivi climatici del 2022 e 2023 non potranno più essere raggiunti. Le proiezioni mostrano che senza un’azione rapida e ulteriori misure climatiche, gli obiettivi del 2030 non saranno chiaramente raggiunti in tutti i settori.
  3. Soprattutto nel settore dell’energia, il bilancio di apertura è molto preoccupante. Le emissioni di CO2 sono aumentate di nuovo nel 2021, l’espansione dell’energia eolica onshore e offshore è al livello più basso degli ultimi dieci anni, il completamento delle reti elettriche è ancora una volta ritardato di altri anni e la domanda di elettricità per il 2030 è stata sistematicamente sottostimata. In questo contesto, accelerare drasticamente l’espansione delle energie rinnovabili e rimuovere gli ostacoli e le barriere è una priorità assoluta.
  4. Questa dichiarazione iniziale è il segnale di partenza per il lavoro su un programma immediato di protezione del clima, con il quale il nuovo governo federale adotterà tutte le leggi, ordinanze e misure necessarie affinché i relativi procedimenti saranno completati entro la fine del 2022. Anche con questo calendario ambizioso, molti successi si vedranno solo tra qualche anno.
  5. Il Ministero Federale dell’Economia e della Protezione del Clima (BMWK) ha già iniziato a lavorare nella sua area di responsabilità. Gli elementi centrali sono l’espansione delle energie rinnovabili, l’aumento dell’efficienza energetica e un riorientamento della politica industriale verso l’obiettivo della neutralità climatica. Inoltre, i negoziati dell’UE sul “Pacchetto Fit for 55” devono ora avanzare rapidamente e ambiziosamente.
  6. L’imminente correzione di rotta verso un percorso di 1,5 gradi è anche un compito per la politica climatica, energetica ed economica internazionale della Germania. Questa sarà una delle nostre priorità chiave durante la prossima presidenza del G7.
  7. Una buona politica climatica modernizza il paese e assicura la Germania come area industriale. Le più importanti regioni economiche del mondo si sono impegnate a raggiungere la neutralità climatica entro la metà del secolo; ora inizia la corsa globale per le migliori tecnologie. Per assicurare la nostra prosperità, la Germania deve essere in prima linea e diventare di nuovo una forza trainante.

 

Capitolo 1 – Situazione iniziale della politica climatica in Germania

 

Introduzione

Il tempo sta per scadere per limitare efficacemente la crisi climatica. L’aumento della temperatura media globale dovrebbe essere limitato a 1,5 gradi, se possibile, al fine di evitare gravi conseguenze per la vita sulla Terra – questo è l’accordo nell’accordo sul clima di Parigi. Questo può essere raggiunto solo se le emissioni di gas serra vengono ridotte in tutto il mondo il più rapidamente possibile. L’obiettivo è la neutralità globale di CO2 entro la metà di questo secolo. Il cambiamento climatico minaccia le basi della nostra vita e dell’economia, anche in Germania: l’aumento degli eventi meteorologici estremi e i cambiamenti climatici non solo mettono in pericolo la vita, la salute e la biodiversità, ma causano anche notevoli danni economici.

Ecco perché vogliamo diventare neutrali in Germania in meno di 25 anni – al più tardi entro il 2045. Sempre più paesi si assumono questo compito. L’intera Unione Europea e tutti i partner del G7 – e quindi alcuni dei più importanti partner commerciali della Germania – vogliono raggiungere questo obiettivo entro il 2050; la Cina punta al 2060. Una trasformazione ambiziosa e rapida della nostra economia verso la neutralità dei gas serra non è solo un contributo alla protezione del clima, ma anche al mantenimento della nostra competitività globale in molti settori economici. La corsa globale per trovare la strategia più intelligente per questo è iniziata.

La posizione di partenza non potrebbe essere più impegnativa: In tutti i settori, c’è un bisogno urgente di agire in vista delle tendenze inadeguate delle emissioni del passato e della prevedibile incapacità di raggiungere gli obiettivi nei prossimi anni. Il nuovo governo federale ne terrà conto. Il bilancio di apertura qui presentato è un preludio all’azione concreta. Il governo federale inizierà ora a lavorare sul programma urgente di protezione del clima, che sarà completato in varie fasi con tutte le leggi, ordinanze e misure necessarie entro la fine del 2022.

 

Dati attuali sulle emissioni

 

Le emissioni di gas a effetto serra in Germania sono aumentate del 41,3 per cento dal 1990 al 2020 a circa 729 milioni di tonnellate di CO2 equivalenti. Tuttavia, la significativa diminuzione nel 2020 – le emissioni di gas serra sono diminuite dell’8,9% o circa 71 milioni di tonnellate di CO2 equivalenti rispetto all’anno precedente – è solo in parte dovuta alle misure di politica climatica e ai cambiamenti strutturali permanenti. Il Consiglio di esperti sul cambiamento climatico stima che più della metà della riduzione delle emissioni nel 2020 rispetto all’anno precedente è dovuta a circostanze eccezionali, come le condizioni meteorologiche favorevoli e gli effetti delle misure per contenere la pandemia di Covid 19.

È anche già prevedibile che nel 2021 le emissioni di gas a effetto serra aumenteranno nuovamente in molti settori. Sulla base di una stima attuale del Gruppo di lavoro sui bilanci energetici per il consumo di energia primaria nel 2021, ci si aspetta un aumento delle emissioni di CO2 legate all’energia nell’ordine di un buon 4 % rispetto all’anno precedente, circa 25 milioni di tonnellate. Inoltre, vista la ripresa economica rispetto al 2020, si stima un aumento delle emissioni legate ai processi industriali, così che le emissioni nel 2021 saranno probabilmente di ben 30 milioni di tonnellate superiori a quelle del 2020. L’aumento è dovuto principalmente all’industria energetica (maggiore produzione di energia da carbone) e in misura minore anche al settore degli edifici (clima più freddo). Nonostante tutte le incertezze, è quindi prevedibile che il raggiungimento dell’obiettivo climatico del 2020 (-40 per cento di gas serra rispetto al 1990) sia stato di breve durata, mentre già nel 2021 l’obiettivo del -40 per cento è stato nuovamente mancato. Secondo una stima attuale di Agora Energiewende, il settore dell’edilizia probabilmente mancherà il suo obiettivo settoriale per la seconda volta nel 2021 e il settore dei trasporti potrebbe anche non raggiungere il suo obiettivo annuale per la prima volta.

 

Prospettive di sviluppo delle emissioni nel 2022 e 2023

 

Sulla base delle tendenze attuali delle emissioni e degli insuccessi nei singoli settori, si può presumere che anche con un cambiamento immediato e coerente della politica climatica, le emissioni di gas serra in Germania supereranno prevedibilmente gli obiettivi annuali della legge sulla protezione del clima nel 2022 e nel 2023. Gran parte del 2022 sarà caratterizzata dall’elaborazione e dall’approvazione delle misure del Programma d’azione immediata, per cui molti nuovi regolamenti non saranno pienamente in vigore fino al 2023. Inoltre per alcuni settori chiave, come l’individuazione di ulteriori aree per l’energia eolica o la pianificazione del calore a livello comunale, occorre mettere in conto un periodo di tempo per la pianificazione e l’attuazione. In altri casi, come il ramp-up dell’elettromobilità, le ristrutturazioni in serie o la penetrazione sul mercato delle pompe di calore è necessario anche un certo periodo di tempo per aumentare significativamente le quote di mercato. Infine la conversione ecologica del parco impiantistico nell’industria richiederà tempo. Una stima sui trend emissivi per i rispettivi settori non può quindi ancora essere realisticamente effettuata nemmeno per il 2023. È proprio per questo che è fondamentale portare avanti il lavoro sul programma urgente di protezione del clima senza indugi e in tutti i settori, per non perdere altro tempo prezioso. Solo in questo modo c’è la possibilità di essere in regola dal 2024 e di raggiungere gli obiettivi climatici del 2030.

 

Occorre quasi triplicare la velocità di azione per la protezione del clima

 

Il ritmo di riduzione delle emissioni deve più che raddoppiare complessivamente nei prossimi anni rispetto allo status quo, visti gli obiettivi della legge federale sulla protezione del clima, e poi quasi triplicare entro il 2030. Mentre la riduzione media annuale delle emissioni nell’ultimo decennio è stata di 15 milioni di tonnellate, deve superare i 40 milioni di tonnellate all’anno nella seconda metà di questo decennio. Questa è la portata della legge federale sulla protezione del clima, modificata dal Bundestag nel giugno 2021 come risultato della sentenza della Corte costituzionale federale nel marzo 2021. È dunque un obbligo vincolante ridurre le emissioni di gas serra del 65% entro il 2030 rispetto al 1990 e a partire dal 2021 rispettare gli obiettivi annuali di protezione del clima per i singoli settori.

Raggiungere gli obiettivi della nuova legge sulla protezione del clima è una sfida enorme alla quale tutti i settori devono dare un contributo impegnativo. Tuttavia, secondo le attuali stime scientifiche nel rapporto di proiezione del governo tedesco del 2021, le misure attuate finora raggiungeranno solo una riduzione di circa il 50% entro il 2030. Per il 2030, c’è il rischio di mancare l’obiettivo di 15 punti percentuali o di 195 milioni di tonnellate di CO2 equivalenti. Questo corrisponderebbe a poco meno della metà delle emissioni totali di 438 milioni di tonnellate di CO2 equivalenti previste per il 2030.

 

Fig. 1 – La tabella indica il trend di riduzione delle emissioni per ottenere gli obiettivi della nuova legge di protezione del clima per ciascun settore (elettrico, industria, edifici, trasporti, agricoltura, gestione rifiuti e altro)

 

Fino al 2030, la legge federale sulla protezione del clima definisce i livelli di emissione annuali decrescenti per i singoli settori. Poiché le emissioni previste non stanno diminuendo abbastanza velocemente con l’attuale politica climatica, secondo i calcoli, il divario di raggiungimento degli obiettivi nei rispettivi settori crescerà continuamente fino al 2030. Inoltre, se gli obiettivi continuano ad essere mancati, i deficit annuali si sommeranno. Tra il 2021 e il 2030 i limiti di emissione stipulati sarebbero così mancati per un totale di più di un gigatone (1.000 milioni di tonnellate) di CO2 equivalente – cioè più delle emissioni attuali per un anno intero. Il seguente diagramma mostra l’urgente necessità di azione in tutti i settori.

(Superamento stimato degli obiettivi settoriali annuali secondo la legge di protezione del clima)

 

Inoltre, la Germania deve rispettare obiettivi annuali per le emissioni al di fuori del sistema di scambio di emissioni dell’UE come parte della legislazione europea sulla protezione del clima. Se gli obiettivi non vengono raggiunti, specialmente nei settori dei trasporti, dell’edilizia e dell’agricoltura, questo avrà anche delle conseguenze secondo la legge europea. I paesi che non riescono a raggiungere i loro obiettivi di riduzione in questi settori devono acquistare i diritti di emissione in eccesso da altri paesi. Questo porterebbe a notevoli oneri sul bilancio federale invece di generare valore aggiunto a livello nazionale e modernizzare l’economia nazionale. Dobbiamo evitarlo

 

 

Capitolo 2 – Situazione iniziale nell’UE e a livello internazionale Situazione iniziale UE

 

La politica climatica tedesca è strettamente legata alla politica climatica dell’UE. Molte misure di politica climatica dell’UE hanno anche un impatto all’interno della Germania. L’UE è diventata sempre più il mediatore per la politica climatica anche in Germania, in particolare attraverso lo scambio di emissioni dell’UE e gli standard a livello europeo. Tuttavia, il successo della protezione del clima in Germania è un prerequisito perché la transizione verso la neutralità dei gas serra abbia successo anche in tutta Europa. Nella legge europea sul cambiamento climatico, l’Unione europea ha fissato l’obiettivo della neutralità dei gas serra entro il 2050 e ha aumentato l’obiettivo del 2030 al 55% di riduzione dei gas climalteranti rispetto al 1990.

Entrambi gli obiettivi sono stati anche resi vincolanti dall’Unione europea in base al diritto internazionale nel quadro dell’accordo di Parigi.

Tuttavia, molto resta da fare in Europa da qui al 2030: nel 2019, l’UE era riuscita a ridurre le sue emissioni del 24% rispetto al 1990; nel 2020, la cifra era di circa il 34% per la pandemia. L’Agenzia Europea dell’Ambiente suppone che una riduzione del 41% possa essere raggiunta entro il 2030 con le misure attuali, quindi il divario climatico in Europa è simile a quello della Germania, intorno ai 15 punti percentuali. Per mettere l’UE sulla buona strada per raggiungere i suoi obiettivi 2030 e 2050, la Commissione europea ha presentato il pacchetto “Fit for 55”. Questo ha lo scopo di adattare gli strumenti della politica climatica dell’UE al nuovo livello. Le proposte della Commissione europea comprendono una vasta gamma di strumenti, tra cui la tariffazione del CO2, gli standard, gli obiettivi per gli stati membri e le misure di compensazione. Inoltre il quadro per lo sviluppo delle energie rinnovabili e l’aumento dell’efficienza energetica e degli edifici sarà rivisto.

I dossier del pacchetto “Fit for 55” devono ora essere adottati rapidamente e stabilendo obiettivi più ambiziosi in modo che entrino in vigore rapidamente e che l’obiettivo climatico dell’UE per il 2030 rimanga raggiungibile. La presidenza francese del Consiglio nella prima metà del 2022 avrà un ruolo chiave in questo senso. Un accordo anticipato sui dossier più importanti del pacchetto non è solo centrale per la politica climatica europea, ma anche un elemento importante per raggiungere gli obiettivi climatici nazionali in Germania. In vista degli ulteriori negoziati, è quindi essenziale che la Germania, come il più grande Stato membro, contribuisca in modo proattivo e costruttivo.

 

Posizione di partenza internazionale

 

Alla conferenza sul clima di Glasgow nel novembre 2021 sono state definite con successo le regole per l’attuazione dell’accordo sul clima di Parigi. La decisione finale di Glasgow contiene la risoluzione di limitare il riscaldamento almeno a 1,5 gradi Celsius e afferma fra l’altro che le emissioni globali di anidride carbonica devono diminuire del 45% entro il 2030 rispetto ai livelli del 2010. I contributi di riduzione (nationally determined contributions – NDCs) di tutti gli stati nella loro versione attuale, d’altra parte, porterebbero ancora ad un aumento delle emissioni entro il 2030. Su questa base, le analisi scientifiche suppongono che con gli attuali impegni l’aumento della temperatura globale può essere limitato solo a circa 2,4 gradi (Climate Action Tracker). Pertanto, le parti sono chiamate ad adeguare di conseguenza i loro obiettivi 2030 entro la prossima conferenza sul clima in Egitto nel novembre 2022 e a presentare strategie a lungo termine che portino a zero emissioni nette entro la metà del secolo.

L’UE ha presentato un contributo congiunto sul clima nel 2020 basato sull’obiettivo del -55% di clima entro il 2030, che ora sta attuando collettivamente, in particolare con le misure basate sul pacchetto Fit for 55. Gli stati membri dell’UE devono ora chiarire insieme nel 2022 se l’attuale obiettivo climatico del 2030 è la massima ambizione possibile o se deve essere ulteriormente aumentato.

A Glasgow è diventato anche chiaro che i paesi industrializzati nel loro insieme non sono ancora in grado di mantenere la loro promessa di fornire 100 miliardi di dollari all’anno di sostegno ai paesi in via di sviluppo entro il 2020. Il vecchio governo tedesco si è quindi impegnato ad aumentare ancora una volta il contributo sostanziale della Germania. Questo, così come il percorso verso nuovi obiettivi di finanziamento per il periodo dopo il 2025, saranno quindi argomenti centrali alla Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici COP 27 in Egitto, così come un possibile adeguamento degli obiettivi climatici del 2030.

Altri punti focali saranno anche l’adattamento e la resilienza ad un cambiamento climatico che non può più essere evitato.

 

 

L’accordo di coalizione stabilisce che il nuovo governo tedesco orienterà la sua politica climatica, energetica ed economica internazionale verso il percorso di 1,5 gradi. L’Agenzia Internazionale dell’Energia (AIE) ha presentato per la prima volta un percorso globale di 1,5 gradi nel maggio 2021. Il suo rapporto “Net Zero by 2050” copre tutte le emissioni di CO2 legate all’energia da energia, industria, edifici e trasporti in tutto il mondo e indica le pietre miliari per un percorso globale verso la neutralità di CO2 nel 2050. Secondo il rapporto, al fine di rispettare il limite superiore di 1,5 gradi, la capacità annuale installata di nuove energie rinnovabili deve essere quadruplicata a oltre 1000 GW e il progresso nel campo dell’efficienza energetica deve essere significativamente aumentato. Allo stesso tempo, le centrali a carbone nei paesi industrializzati e nel resto del mondo devono essere chiuse entro il 2040. Nel settore privato, secondo l’AIE, dal 2025 non si venderanno più caldaie basate su combustibili fossili a livello globale. Dal 2035, nessuna nuova auto con motori a combustione deve essere messa in funzione. Questo scenario dell’AIE mostra, nonostante tutte le incertezze associate a tali scenari a lungo termine, che non solo la nazionale ed europea, ma anche la politica internazionale di protezione del clima del governo tedesco dovrà diventare molto più ambiziosa nei prossimi anni. Questo richiede una strategia congiunta di tutti i ministeri coinvolti.

 

Capitolo 3 – Necessità di azione a livello nazionale

 

Principi della nostra politica climatica

La nostra politica di protezione del clima avrà successo solo se, oltre all’effettiva riduzione delle emissioni di gas serra, considereremo anche la prosperità economica e l’equilibrio sociale come principi di progettazione centrali. Di fronte alle enormi sfide e all’urgenza, non possiamo più permetterci di mettere la protezione del clima, la politica economica e la compatibilità sociale una contro l’altra. In futuro, penseremo coerentemente a questi aspetti centrali della politica sociale insieme. Seguendo questo principio fondamentale della nostra politica climatica, i requisiti di protezione del clima rivolti ai cittadini devono essere definiti in modo socialmente compatibile per mantenere l’accettazione del processo di trasformazione. Questo si riflette nell’aumento dei sussidi per le classi economicamente disagiate per interventi di efficientamento degli edifici e del salario minimo, così come nel sostegno all’industria e nella salvaguardia della competitività. Tutti questi elementi sono componenti fondamentali di una politica climatica lungimirante. Gli investimenti privati in edifici, impianti energetici e industriali, infrastrutture e sistemi di mobilità neutrali per il clima sono il cuore di un’economia neutrale per il clima. Dati i bassi tassi d’interesse e gli alti livelli di capitale in cerca d’investimento, l’opportunità di un cambiamento ad alta intensità di capitale è favorevole. La nostra politica climatica mira a mobilitare questo capitale privato.

A causa delle sfide molto diverse nei singoli settori, ci affidiamo a un ampio mix di strumenti tra cui la regolazione, la tariffazione della CO2, i programmi di sostegno, gli incentivi fiscali, nonché una serie di servizi di supporto per gli attori coinvolti. Con le giuste condizioni quadro e gli incentivi, si evitano investimenti sbagliati e si crea una sicurezza di pianificazione a lungo termine per tutti gli attori. Oltre a dire addio all’uso dei combustibili fossili, rimane compito centrale la riduzione del consumo di energia.

Svilupperemo ulteriormente la legge sulla protezione del clima. La protezione del clima diventerà un impegno trasversale del governo federale. I ministeri competenti esamineranno i rispettivi progetti di legge riguardo l’impatto sul clima e la compatibilità con gli obiettivi nazionali di protezione del clima e corrispondentemente relazioneranno. Sulla strada verso la neutralità climatica, tutti i settori devono dare il loro contributo al raggiungimento degli obiettivi. Verificheremo loro raggiungimento sulla base di un conto generale intersettoriale e pluriennale. La base è il monitoraggio annuale esistente.

Non possiamo permetterci un “business as usual” nella politica climatica. Con il previsto programma d’emergenza per la protezione del clima del 2022, avvieremo le misure necessarie in tutti i settori, in modo che la Germania possa entrare il più rapidamente possibile nel percorso di transizione secondo la legge federale sulla protezione del clima.

 

Misure generali

 

Nonostante o proprio a causa delle ristrettezze di bilancio del governo federale, anche a causa della pandemia, è necessario per una politica climatica efficace ed efficiente in termini di costi portare gli incentivi governativi e la spesa pubblica in linea con il raggiungimento degli obiettivi climatici. Questo include un quadro fiscale favorevole all’innovazione e l’evitare sussidi dannosi per l’ambiente e il clima. Di conseguenza, abbiamo stipulato nell’accordo di coalizione la riduzione dei sussidi e delle spese che danneggiano il clima, ottenendo così un ulteriore margine di bilancio. Anche gli oneri, i prelievi, le tasse e le imposte nel sistema energetico devono essere fondamentalmente riformati a questo scopo. Inoltre, è essenziale ridurre la burocrazia che ostacola la trasformazione e accelerare le procedure di pianificazione e approvazione dei progetti di protezione del clima.

In una prima fase, il prelievo previsto dalla legge sulle energie rinnovabili deve essere finanziato interamente dal bilancio federale già nel 2023. Questo solleverà i cittadini dal peso dei prezzi dell’elettricità. Introdurremo anche un modello graduale secondo le classi energetiche degli edifici il 1° giugno 2022, che regolerà la ripartizione del prezzo del CO2 secondo la legge sulle emissioni di combustibili. Se non faremo in tempo, l’aumento dei costi dovuto al prezzo del CO2 sarà diviso equamente tra proprietari e inquilini dal 1° giugno 2022. Inoltre, deve essere garantito un finanziamento affidabile per tutte le misure con cui il governo federale sostiene i cittadini, la scienza e la ricerca, così come le aziende e i comuni nella trasformazione. A tal fine, il governo federale prevede di sviluppare ulteriormente il fondo per l’energia e il clima in un fondo per il clima e la trasformazione e di rafforzarlo finanziariamente nel bilancio 2022. Ulteriori misure di protezione del clima e misure per la trasformazione dell’economia tedesca dovrebbero poter essere finanziate in questo modo. La partecipazione dei comuni alla valorizzazione degli impianti fotovoltaici a terra e di energia eolica onshore deve essere estesa agli impianti esistenti al fine di sostenere la trasformazione in loco.

Per il successo della protezione del clima e della transizione energetica, dobbiamo combinare due cose: l’espansione massiccia delle energie rinnovabili – e la riduzione del nostro consumo energetico. Oggi, copriamo ancora più dell’80% del nostro fabbisogno energetico dai combustibili fossili. Dobbiamo ridurre questo consumo in modo rapido, significativo e sostenibile, assicurando allo stesso tempo la sicurezza dell’approvvigionamento e l’accessibilità economica dell’energia. Nonostante una moltitudine di misure e programmi di sostegno, la Germania non ha fatto progressi sufficienti in questo senso negli ultimi anni. Per esempio, il consumo finale totale di energia nell’economia è diminuito solo di circa il 2% tra il 2008 e il 2019, mentre il consumo di energia primaria è diminuito di circa l’11%. Al contrario, per raggiungere gli obiettivi climatici è necessaria una riduzione molto maggiore del 20-25% del consumo finale di energia entro il 2030. Questa sfida deve essere affrontata con vigore in tutti i settori.

Raggiungere gli ambiziosi obiettivi di efficienza energetica entro il 2030 richiede un’azione rapida e coerente. Ecco perché legiferemo per una politica di efficienza energetica a livello nazionale già da quest’anno, in parallelo ai negoziati in corso sulla modifica della direttiva europea sull’efficienza energetica. Vogliamo anche che il settore pubblico abbia un ruolo di esempio e gestisca al più presto in maniera moderna l’energia in tutte le grandi istituzioni pubbliche. Allo stesso modo, in futuro dovremo fornire più sostegno alle famiglie a basso reddito per ridurre il consumo di energia e i costi energetici.

 

“Fig. 4 – Consumo energetico in Germania e obiettivi 2030 in TWh”

 

 

In futuro continueremo ad avere bisogno di biomassa per l’energia e i materiali in tutti i settori. Nel settore industriale la domanda di biomassa aumenterà ancora. Tuttavia l’attuale uso della bioenergia è fondamentalmente in competizione con l’uso della biomassa per usi materiali e come sistema di assorbimento del carbonio. Mediante una strategia per l’uso sostenibile della biomassa daremo concretezza all’accordo sul programma per la protezione del clima 2030 per limitare l’uso energetico della biomassa al potenziale disponibile in modo sostenibile (da 1.000 a 1.200 PJ all’anno). Questo include anche il monitoraggio e un meccanismo di gestione basato sull’efficienza per i flussi di biomassa, assicurando sia i bisogni di biomassa che gli obiettivi della legge sul clima per gli assorbimenti delle emissioni in natura. Inoltre, rivedremo l’effetto incentivante degli strumenti di finanziamento e li adegueremo se necessario, oltre a far progredire ulteriormente lo sviluppo delle tecnologie bioenergetiche con un finanziamento mirato della ricerca.

Secondo la legge sulla protezione del clima, il settore pubblico, compresa l’amministrazione federale, deve fungere da esempio. Al più tardi entro il 2030 si deve organizzare in modo climaticamente neutrale (compresa la compensazione) e raggiungere la neutralità climatica in termini materiali entro il 2045. In vista del programma di misure che sarà presentato nel 2023, lanceremo rapidamente dei progetti pilota efficaci in tutti i campi d’azione pertinenti (immobili, mobilità, acquisti, funzionamento delle mense ed eventi) per un’amministrazione federale neutrale rispetto al clima. Stabiliremo un sistema per il calcolo dei costi ambientali e climatici al fine di stabilire una solida base scientifica per il prezzo ombra del CO2 che l’amministrazione federale ha dovuto applicare a tutti gli appalti dall’inizio del 2022.

 

Energia

 

Il settore energetico deve realizzare la maggior parte degli obiettivi climatici nazionali entro il 2030. Occorre agire. Il settore energetico, per esempio, è responsabile della maggior parte delle emissioni in Germania, circa il 30%. Nel 2020, le sue emissioni di gas a effetto serra ammontavano a 220 milioni di tonnellate di CO2 equivalenti e nel 2021 la cifra sarà ancora più alta. Per raggiungere l’obiettivo del 2030 di 108 milioni di tonnellate di CO2 equivalenti, le emissioni del settore energetico devono essere più che dimezzate rispetto ad oggi. Secondo il rapporto sulle proiezioni l’attuale divario rispetto all’obiettivo climatico del 2030 è di 85 milioni di tonnellate di CO2 equivalenti, il che significa che cumulativamente dal 2022 al 2030, rispetto al previsto sarebbero prodotte 509 milioni di tonnellate in più di emissioni dannose.

La responsabilità del settore energetico e in particolare del settore elettrico va anche ben oltre i propri confini settoriali: il settore ha anche un ruolo chiave da svolgere nella decarbonizzazione di altri settori (in particolare industria, edifici e trasporti) a causa della necessaria elettrificazione di grandi parti di essi e la crescente domanda di idrogeno verde in futuro come parte dell’accoppiamento settoriale. Allo stesso tempo questo rappresenta un’opportunità economica per la Germania come business location, specialmente per le piccole e medie imprese, poiché un approvvigionamento energetico basato sulle energie rinnovabili garantisce una creazione di valore nazionale, peraltro decentralizzata maggiormente rispetto all’attuale sistema energetico basato sull’importazione di petrolio fossile, gas fossile e carbone fossile.

Il compito principale dei prossimi anni è quindi quello di assicurare la completa decarbonizzazione del settore energetico attraverso intensi sforzi nell’efficienza energetica in tutti i settori della domanda, la ristrutturazione dell’intera infrastruttura in vista della graduale eliminazione di tutte le fonti di energia fossile e l’espansione massicciamente accelerata della generazione di elettricità e calore da fonti rinnovabili. Allo stesso tempo la sostenibilità, la stabilità del sistema, la sicurezza dell’approvvigionamento e l’accessibilità economica, e quindi anche l’accettazione della transizione energetica, devono essere garantiti.

È anche chiaro che non raggiungeremo l’obiettivo della neutralità dei gas serra solo attraverso l’elettrificazione. A lungo termine dovremo anche ricorrere a fonti di energia gassosa (“molecole”) per coprire i nostri bisogni energetici. Questo include non solo il necessario ramp-up di un’economia dell’idrogeno, ma anche l’importazione di energia verde. Perché anche a lungo termine la Germania non sarà in grado di coprire completamente il proprio fabbisogno energetico attraverso la produzione interna di energie rinnovabili e sarà quindi dipendente dalle importazioni di energia e da relazioni commerciali affidabili con altri stati e attori.

 

Energie rinnovabili nel settore energetico

 

La chiave decisiva per raggiungere in modo sostenibile gli obiettivi di protezione del clima, per sostituire le capacità di carbone e nucleare che vengono tolte dalla rete ed eventualmente anche l’uso di gas naturale fossile, così come per soddisfare la crescente domanda di elettricità in futuro, è la massiccia espansione delle energie rinnovabili. Qui la Germania affronta un compito erculeo. Per esempio, la quota di energie rinnovabili nel consumo lordo di elettricità nel 2021 era di un buon 42%, mentre nel 2010 contribuiva solo al 17%. Tuttavia, l’obiettivo è ora quello di aumentare questa quota all’80% entro il 2030, cioè in meno di un decennio. La spinta ad agire sarà notevolmente intensificata dal futuro aumento della domanda di elettricità per l’accoppiamento dei settori da circa 560 TWh (a partire dal 2021) a 680 – 750 TWh nel 2030 – un elemento che è stato finora incomprensibilmente ignorato nella legge sulle fonti di energia rinnovabili. Di conseguenza, l’obiettivo è quello di aumentare la produzione di elettricità da energie rinnovabili da poco meno di 240 TWh a 544-600 TWh nel 2030, cioè dal 120 al 150%.

 

Fig. 5 – Quota delle fonti rinnovabili nel consumo lordo di elettricità

 

Il problema è che le condizioni di partenza per i nuovi obiettivi sono estremamente povere, perché la tendenza va attualmente nella direzione sbagliata. Nel 2021 il contributo delle energie rinnovabili al consumo di elettricità è sceso per la prima volta dal 2000, sia in termini assoluti che relativi – e una delle ragioni principali di ciò è stata la mancata espansione delle energie rinnovabili (combinata con l’aumento del consumo di elettricità e un’offerta eolica inferiore alla media). Negli ultimi tre anni solo circa un gigawatt di vento onshore è stato aggiunto in media all’anno, il minimo da più di dieci anni. L’espansione dell’eolico offshore si è fermata: nessuna nuova turbina eolica offshore collegata alla rete nel 2021. Questo è anche il minimo dall’inizio dell’era offshore nel 2012. Solo per l’energia solare c’è stata un’aggiunta costante di circa 4/5 gigawatt all’anno negli ultimi anni, ma compensa la mancata crescita dell’eolico.

 

Fig. 6 – Sviluppo dell’eolico e del fotovoltaico

 

In questo contesto il nuovo governo sta accelerando drasticamente l’espansione delle energie rinnovabili e intende rimuovere ogni ostacolo. Accelerare massicciamente l’espansione dell’energia eolica onshore rappresenta una delle più grandi sfide della transizione energetica. Sulla base degli obiettivi di crescita concordati nell’accordo di coalizione è necessaria una capacità installata di più di 100 GW di energia eolica onshore entro il 2030. Se si tiene conto anche dello smantellamento degli impianti più vecchi nei prossimi anni, si tratta di più di un raddoppio della capacità attualmente installata. Nel fotovoltaico il nostro obiettivo è di aumentare la capacità installata a 200 GW entro il 2030. Questo è più che triplicato rispetto allo status quo. Per l’eolico offshore aumenteremo gli obiettivi di espansione da 20 a 30 GW già per il 2030, per raggiungere 40 GW entro il 2035 e almeno 70 GW entro il 2045.

Un problema importante è la mancanza di terreni disponibili: I precedenti piani dei Länder sono lungi dall’essere sufficienti a garantire il nuovo obiettivo dell’80 per cento per il 2030 con una capacità installata di oltre 100 GW. Entro la fine del 2020 solo circa lo 0,8 per cento della superficie totale è stato designato a livello nazionale, ma solo circa lo 0,5 per cento di questo è effettivamente disponibile per l’uso, perché, tra le altre cose, le distanze minime in diversi stati federali e gli ostacoli sotto il diritto di licenza riducono notevolmente il potenziale. Per progredire in questo senso fisseremo nella legge l’obiettivo del 2% del territorio dello stato destinato all’energia eolica onshore. L’intensificazione della cooperazione con gli stati federali e i comuni è di centrale importanza per l’espansione delle energie rinnovabili. Nelle prossime settimane, quindi, discuteremo con gli stati federali come possiamo l’obiettivo comune di accelerare l’espansione delle energie rinnovabili e di rendere disponibili i terreni necessari.

La disponibilità e l’appalto di terreni è anche un prerequisito centrale per l’energia eolica offshore. Al momento l’energia eolica offshore è spesso in forte competizione con altre forme di utilizzo nella distribuzione di aree limitate nel Mare del Nord e nel Mar Baltico. Daremo quindi priorità agli impianti eolici offshore nella zona economica esclusiva (ZEE). Inoltre, rafforzeremo e promuoveremo ulteriormente il co-uso e i progetti transfrontalieri.

Riguardo l’energia solare è importante utilizzare tutte le aree di tetto adatte: a tal fine la generazione di energia solare diventerà obbligatoria sui nuovi edifici ad uso commerciale e la regola nei nuovi edifici privati. Gli ostacoli che attualmente limitano l’espansione saranno rimossi, la burocrazia sarà ridotta e il numero delle gare sarà aumentato. In questo modo, accelereremo anche le connessioni alla rete e le certificazioni. Per raggiungere la capacità installata di 200 GW di energia solare nel 2030 dobbiamo aumentare l’espansione annuale a 20 gigawatt in futuro.

Accelereremo notevolmente le procedure di pianificazione e approvazione, che attualmente sono troppo lunghe, soprattutto per l’espansione dell’energia eolica onshore, tra l’altro creando una priorità limitata nel tempo per le energie rinnovabili nella considerazione degli interessi protetti fino al raggiungimento della neutralità climatica. Inoltre è necessario un chiarimento legale, per il riconoscimento dell’interesse pubblico prevalente delle energie rinnovabili e di servizio alla sicurezza pubblica. Il miglioramento del personale e delle attrezzature tecniche delle autorità e dei tribunali, così come la digitalizzazione e la modernizzazione delle procedure di pianificazione e approvazione sono anche misure essenziali per accelerare e semplificare le procedure. Nel caso dell’energia eolica onshore, come concordato nell’accordo di coalizione, ridurremo le distanze dagli impianti di radionavigazione e dai radar meteorologici e attueremo misure per una migliore compatibilità con gli interessi militari. Questo ci permetterà di rendere rapidamente disponibili nuove aree per l’energia eolica. La compatibilità della protezione del clima e della conservazione delle specie può essere migliorata, tra l’altro, attraverso una standardizzazione legale nella valutazione dei progetti di energia eolica per la conservazione delle specie e attraverso eccezioni giuridicamente sicure in combinazione con un programma nazionale di assistenza alle specie. In questo modo è possibile congiungere una protezione efficace della popolazione e la protezione delle specie e del clima.

 

Energie convenzionali

 

Le fonti di energia convenzionali – energia nucleare, carbone e gas fossile – stanno perdendo costantemente importanza nel mercato dell’elettricità. Il primo è l’eliminazione graduale dell’uso della tecnologia ad alto rischio dell’energia nucleare: le ultime tre centrali nucleari saranno chiuse alla fine del 2022. Questo è stato previsto solo in parte: mentre l’abbandono del nucleare è stato pianificato e preparato in anticipo per quanto riguarda la sicurezza dell’approvvigionamento, non è così per le emissioni di CO2. La mancata espansione delle energie rinnovabili nel 2022 e 2023 potrebbe quindi portare a un aumento delle emissioni di CO2 nel mix elettrico tedesco a breve termine. Nel complesso questo non cambia le emissioni nel settore dell’elettricità in Europa, poiché queste sono limitate dallo scambio di emissioni dell’UE. Tuttavia questa mancata previsione dovuta all’uscita dal nucleare peggiora il bilancio nazionale delle emissioni in Germania ed è una delle ragioni per cui, secondo le attuali previsioni, l’obiettivo settoriale nazionale per il settore energetico sarà mancato nel 2022.

L’eliminazione del nucleare sarà seguita da quella del carbone. L’obiettivo è quello di terminare idealmente la produzione di energia a carbone entro il 2030. A tal fine, anticiperemo la revisione della data di uscita dal carbone originariamente prevista nel Coal Phase-out Act per il 2026 al 2022 e prepareremo i passi necessari per un phase-out più rapido. Inoltre facciamo affidamento su un ambizioso progetto di scambio di emissioni a livello europeo, i cui incentivi insieme all’espansione accelerata della generazione di energia rinnovabile e alla costruzione di moderne centrali a gas pronte per l’H2, garantiranno l’eliminazione del carbone entro il 2030. A questo scopo, introdurremo anche un prezzo minimo nazionale nello scambio di emissioni dell’UE, se necessario – dato che l’attuale prezzo di CO2 nello scambio di emissioni è già molto al di sopra del livello di prezzo minimo di 60 euro per tonnellata previsto nell’accordo di coalizione. Un’uscita anticipata dal carbone richiede anche un sostegno adeguato e anticipato al cambiamento nelle regioni interessate, al fine di garantire un ammortizzatore sociale e strutturale e di assicurarne l’accettazione.

In una terza fase, seguirà l’eliminazione graduale dell’uso del gas fossile. In questo processo, l’uso del gas fossile per la produzione di energia sarà gradualmente ridotto e parzialmente sostituito dall’idrogeno verde. Secondo il percorso di 1,5 gradi dell’Agenzia Internazionale dell’Energia, è necessario che i paesi industrializzati raggiungano l’obiettivo della neutralità climatica nel settore elettrico entro il 2035. Questo è un obiettivo che raggiungeremo. Ciò richiede un rapido aumento del mercato della produzione e del trasporto di idrogeno verde, poiché le centrali elettriche a gas che funzionano con idrogeno verde dovranno poi fornire sufficiente energia sicura per mantenere la sicurezza dell’approvvigionamento. Inoltre bisogna assicurarsi che l’abbandono graduale dell’uso del gas naturale sia ampiamente accettato dalla società e giuridicamente sicuro in termini normativi.

 

Sicurezza dell’approvvigionamento e modellazione del mercato dell’elettricità

 

Il ruolo delle energie rinnovabili sta cambiando radicalmente. Alla luce dell’andamento dei prezzi delle energie fossili e delle emissioni di CO2 in tutto il mondo, così come delle crescenti dipendenze da approvvigionamento estero, è ormai chiaro che la fornitura di elettricità ai cittadini e all’industria tedesca in modo economicamente vantaggioso può essere garantita solo se le energie rinnovabili nazionali crescono in modo massiccio. I nuovi impianti eolici e solari forniscono elettricità a 4/5 centesimi per chilowattora. Questo corrisponde a circa la metà del livello attuale dei prezzi in borsa dell’elettricità. La produzione di questa elettricità può essere prevista in modo affidabile durante tutto l’anno ed è al sicuro da crisi politiche, servendo così la sicurezza pubblica e contribuendo a un approvvigionamento energetico più indipendente. Questa sicurezza è essenziale per la popolazione e la sede delle imprese.

 

Fig. 7 – Quanto costa la produzione elettrica in EU con le nuove centrali?

 

Con l’aumento delle quote di energia eolica e solare è sempre più importante avere meccanismi affidabili per garantire il bilanciamento della produzione e della domanda di elettricità in ogni ora dell’anno. In questo contesto è importante utilizzare la flessibilità della domanda, far progredire ulteriormente l’integrazione del mercato dell’elettricità nell’UE e lo sviluppo delle capacità di stoccaggio dell’energia e intensificare l’espansione della rete. Inoltre abbiamo bisogno di una rapida espansione della capacità assicurata attraverso la costruzione di moderne centrali a gas. Questi contribuiscono in modo significativo a garantire la sicurezza dell’approvvigionamento nel corso dell’eliminazione del carbone. Se possibile devono funzionare con combustibili rinnovabili fin dall’inizio o essere costruiti in modo da poter essere convertiti completamente a gas rinnovabili in futuro (“H2-ready”). Perché è chiaro che le centrali a gas e i gasdotti possono continuare il loro funzionamento oltre l’anno della neutralità climatica 2045 solo con combustibili non fossili. Nel dialogo con le compagnie cercheremo soluzioni su come ciò divenga obbligatorio in sede di rilascio delle nuove licenze d’esercizio.

Al fine di creare gli incentivi necessari per questa trasformazione dell’approvvigionamento energetico, il modello del mercato dell’elettricità deve essere allineato. A tal fine quest’anno istituiremo una piattaforma “Sistema elettrico neutrale per il clima”, che svilupperà proposte concrete per un nuovo design del mercato dell’elettricità. Questi includono le questioni di come possa essere organizzato il passaggio alle centrali a idrogeno, quali passi riformatrici sono necessari riguardo ai prelievi, alle sovrattasse, alle tasse e alle imposte nel settore energetico, come l’elettricità verde generata in maniera decentrata sia utilizzata preferibilmente nella regione in cui viene prodotta e come possano essere migliorate per i cittadini le condizioni quadro.

Infine questa evoluzione verso un sistema elettrico completamente neutrale dal punto di vista climatico richiede che l’attuale monitoraggio della sicurezza dell’approvvigionamento sia sostenuto e ulteriormente sviluppato. Con l’eliminazione del carbone l’adeguatezza delle capacità di generazione e la sicurezza del sistema sono ora monitorate in modo integrato dall’Agenzia federale delle reti. In questo modo si può esaminare con precisione se a lungo termine sorgono sfide dalle interazioni tra il mercato e la rete, che richiedono ulteriori misure sul lato della rete.

 

Reti di trasmissione e distribuzione

 

Oltre all’accelerazione dell’espansione delle energie rinnovabili la trasformazione del sistema energetico verso la neutralità dei gas serra nel 2045 richiede una corrispondente espansione e ristrutturazione delle reti e delle infrastrutture (energetiche), così come la loro modernizzazione e digitalizzazione. Solo in questo modo possiamo fornire i volumi aggiuntivi di elettricità necessari per la decarbonizzazione dei settori industriale, dei trasporti e del riscaldamento e garantire la sicurezza dell’approvvigionamento e la stabilità del sistema. Questo include una fornitura, sicura e orientata alla domanda, dei servizi di sistema (oltre al bilanciamento della potenza, in particolare la potenza reattiva e il mantenimento della tensione, la riserva istantanea e la ricostruzione della rete e dell’approvvigionamento). Inoltre, le linee di connessione offshore devono essere definite nella pianificazione, approvate e realizzate per poter trasportare l’elettricità dalla zona economica esclusiva (ZEE) sulla terraferma. Attualmente, tuttavia, la velocità di espansione e conversione non è neanche lontanamente vicina a quella necessaria per la trasformazione.

A livello di rete di trasmissione e distribuzione la necessaria espansione della rete sta rallentando. A partire dal terzo trimestre del 2021, secondo l’Agenzia Federale delle Reti, dei progetti di espansione prioritari previsti dalla legge sul fabbisogno nazionale e dalla legge sull’espansione delle linee energetiche con una lunghezza di circa 12.241 km, solo 1.848 km sono in funzione e altri 675 km sono in costruzione. Un totale di 9.718 km sono in fase di progettazione o di approvazione.

 

Fig. 8 – Situazione dell’infrastruttura rispetto a quanto previsto dalla legge federale sul fabbisogno e sullo sviluppo della rete per il dispacciamento dell’elettricità.

 

Allo stato attuale delle cose c’è il rischio di notevoli ritardi nell’espansione della rete di trasmissione, che è centrale per il futuro sistema elettrico. Un certo numero di progetti urgenti saranno probabilmente ritardati di diversi anni secondo i rapporti delle imprese e delle autorità autorizzatorie, compresi i progetti SuedLink (al 2028 invece del 2026), SuedOstLink (al 2027 invece del 2025), Ultranet (al 2027 invece del 2024) e A-Nord (al 2027 invece del 2025). Qui, come anche l’ulteriore espansione della rete, è importante esaminare approfonditamente tutti i passi fino alla messa in funzione per accelerarne la realizzazione. Amplieremo il controllo dello sviluppo della rete in modo mirato, scambieremo continuamente esperienze di best-practice con tutti coloro che sono coinvolti rete e spingeremo per decisioni rapide.

Come per le rinnovabili le lunghe procedure – in parte dovute ai requisiti legali – sono una delle ragioni principali della lenta espansione della rete. Per poter raggiungere gli obiettivi di protezione del clima questi processi e i corrispondenti programmi di revisione devono essere accelerati il più possibile. Questo include anche modifiche normative. Tra le altre cose esamineremo anche criticamente l’attuazione delle pianificazioni settoriali e dove possibile la semplificheremo. Già nel 2022 includeremo nel piano del fabbisogno federale ulteriori linee nella rete di trasmissione necessarie a raggiungere i nuovi obiettivi climatici.

C’è anche bisogno di agire nella pianificazione dello sviluppo della rete: per gestire la trasformazione del sistema energetico, dobbiamo pianificare le infrastrutture centrali a partire dall’obiettivo generale a lungo termine, cioè la neutralità dei gas serra nel 2045. Questo vale anche per la crescita dell’energia eolica offshore e la corrispondente connessione degli impianti. Nel caso delle reti di distribuzione, la pianificazione dell’espansione della rete deve essere ulteriormente sviluppata all’interno di una pianificazione della rete integrata e lungimirante. L’obiettivo è un dimensionamento della domanda a lungo termine ed efficiente che tenga conto anche dello sviluppo degli altri settori e delle misure di controllo del consumo. Dobbiamo anche smettere di pianificare le reti per l’elettricità, il gas naturale, l’idrogeno e il calore indipendentemente l’una dall’altra. Quello che serve invece è un quadro comune per le varie infrastrutture (strategia di sviluppo del sistema).

I vantaggi e le opportunità della digitalizzazione per la transizione energetica devono essere sfruttati maggiormente e le reti di distribuzione devono essere modernizzate e digitalizzate. Questo riguarda diversi ambiti come la controllabilità delle reti elettriche, ad esempio attraverso le risorse della rete intelligente, ma anche la digitalizzazione della gestione della rete di distribuzione. Accelereremo significativamente l’introduzione dei sistemi di misurazione intelligenti, garantendo al contempo la protezione dei dati e la sicurezza informatica. La sfida è quella di consentire, utilizzando le informazioni date dalla rete, specialmente riguardo ai generatori decentralizzati come gli impianti fotovoltaici e i consumatori flessibili (comprese le strutture di ricarica per i veicoli elettrici e le pompe di calore), il controllo di queste strutture attraverso sistemi di misurazione intelligenti. Ciò richiede un nuovo quadro normativo e nuovi standard.

 

Idrogeno verde

 

Lo sviluppo di un’efficiente economia verde dell’idrogeno è centrale per raggiungere gli obiettivi di protezione del clima e posiziona la Germania come un mercato leader per le tecnologie di protezione del clima.

Per raggiungere il ramp-up del mercato dell’idrogeno verde l’obiettivo di crescita degli elettrolizzatori sarà raddoppiato a 10 GW entro il 2030 rispetto all’obiettivo precedente. In particolare sosterremo finanziariamente gli investimenti nelle tecnologie dell’idrogeno attraverso la rapida realizzazione di progetti sull’idrogeno nel quadro dei “Progetti importanti di interesse comune europeo”, l’istituzione di ulteriori programmi di finanziamento e attraverso contratti di carbonio per differenza.

 

 

Affiancheremo a questo un’adeguata progettazione di condizioni quadro legali che massimizzino la produzione, il commercio, il trasporto e l’uso dell’idrogeno verde. Stiamo lavorando per questo anche a livello europeo, ad esempio con sistemi di certificazione. Un ruolo centrale sarà giocato dall’importazione di idrogeno verde. Le misure già in atto, per esempio H2Global, saranno ulteriormente sviluppate. Inoltre siamo impegnati nello sviluppo di un mercato interno europeo dell’idrogeno e stiamo costruendo partnership di importazione. Lo sviluppo di un’infrastruttura di rete a idrogeno è un prerequisito centrale per una fornitura affidabile e complessivamente efficiente, perché collega i consumatori (soprattutto nei centri industriali di consumo) con i luoghi favorevoli per la produzione di idrogeno verde (ad esempio i siti eolici nel nord della Germania) e può integrare lo stoccaggio di idrogeno come componente di flessibilità e back-up. Una buona rete con i nostri vicini europei è anche importante, dato che importeremo la maggior parte dell’idrogeno a causa del limitato spazio disponibile per le energie rinnovabili. Proporremo misure adeguate per questo, compresa l’espansione delle reti di trasporto dell’idrogeno. L’idrogeno verde dovrebbe essere usato principalmente in quei settori dell’economia dove non è possibile convertire procedure e processi alla neutralità climatica attraverso l’elettrificazione diretta.

 

Ricerca e innovazione energetica

 

Una trasformazione di vasta portata del sistema energetico verso la neutralità dei gas serra rappresenta un grande compito di modernizzazione per un’economia industrializzata. Nei prossimi anni, dobbiamo accelerare in modo significativo l’innovazione nella transizione energetica e sfruttare in modo più efficiente i potenziali tecnologici, ad esempio nello stoccaggio dell’energia. Questo può avere successo solo attraverso una ricerca energetica efficace e orientata al mercato, che ponga un’attenzione speciale sul trasferimento pratico, superi la frammentazione precedente e pensi a tutte le sfaccettature insieme.

 

Industria

 

Il settore industriale nel 2020 è stato responsabile di circa il 24% delle emissioni totali, 172 milioni di tonnellate di CO2 equivalenti. Tra il 2010 e il 2019, le emissioni di gas serra sono diminuite di meno del 3 % – durante un periodo di crescita economica con aumento del valore aggiunto lordo. Questo tasso di riduzione deve essere aumentato significativamente per raggiungere l’obiettivo della legge sul cambiamento climatico per l’industria, a circa il 35% di riduzione tra il 2019 e il 2030. Secondo le proiezioni, il divario attuale rispetto all’obiettivo climatico del 2030 è di 37 milioni di tonnellate di CO2 equivalenti e cumulativamente dal 2022 al 2030 il divario climatico è di 178 milioni di tonnellate di CO2 equivalenti.

I risparmi di emissioni del passato sono in gran parte dovuti ai miglioramenti dell’efficienza energetica e dei materiali. Ciò che è necessario ora una maggiore riduzione delle emissioni, per esempio sostituendo i combustibili fossili con fonti di energia rinnovabili e passando da processi di produzione convenzionali a quelli innovativi e neutrali per il clima in tutto lo spettro industriale. L’attesa ripresa economica porterà probabilmente a una tendenza sfavorevole delle emissioni, poiché non è stato ancora possibile disaccoppiare completamente lo sviluppo delle emissioni di gas serra dalla crescita economica. L’obiettivo dei prossimi anni deve quindi essere quello di ottenere una crescita economica con una contemporanea diminuzione delle emissioni.

Nei prossimi anni l’industria ad alta intensità energetica dovrà affrontare grandi sfide. Affinché la Germania diventi un luogo industriale neutrale dal punto di vista climatico, è fondamentale è necessaria la trasformazione dei processi di produzione industriale. Questa trasformazione deve essere basata sulla decarbonizzazione, l’elettrificazione, la flessibilizzazione, l’efficienza energetica e delle risorse e l’economia circolare. Oltre alla disponibilità di elettricità da energie rinnovabili, richiede l’uso dell’idrogeno (o dei suoi prodotti derivati), specialmente dove l’elettrificazione diretta non è possibile, l’uso di biomasse sostenibili nell’uso dei materiali e tecnologie innovative per l’uso efficiente delle materie prime (per esempio costruzioni leggere). Inoltre, saranno necessarie emissioni tecniche negative (?). Questo richiede una strategia per affrontare il 5 % circa di emissioni residue inevitabili.

L’acciaio, la chimica e il cemento sono le industrie con le emissioni più dannose per il clima all’interno del settore industriale. Allo stesso tempo, producono materiali di base essenziali per la Germania. È quindi di centrale importanza intraprendere rapidamente il cammino verso la neutralità climatica imponendo per quanto possibile in ogni nuovo investimenti tecnologie innovative e neutrali per il clima del futuro.

 

Fig. 10 – Localizzazione delle acciaierie in Germania

 

Le misure centrali nel campo dell’industria neutrale per il clima sono state finora lo scambio di emissioni, la legge sullo scambio di emissioni di carburante e i programmi di finanziamento (come la promozione federale per l’efficienza energetica e delle risorse nell’industria, il programma di finanziamento della decarbonizzazione nell’industria, la promozione dell’uso dell’idrogeno nell’industria e il programma di trasferimento tecnologico delle costruzioni leggere). Le misure e gli strumenti di finanziamento sono lungi dall’essere sufficienti per raggiungere gli obiettivi di emissione per il settore industriale come stabilito nella legge sulla protezione del clima.

A tal fine, è necessario utilizzare le finestre di reinvestimento che si aprono in questo decennio per la conversione dell’industria a bassa emissione di gas serra o, in futuro, a zero emissioni di gas serra. Il prerequisito fondamentale per questo è un quadro affidabile che offra un grado sufficiente di pianificazione e sicurezza degli investimenti. Questo include un’ambiziosa riforma del commercio europeo delle emissioni, la rapida espansione delle energie rinnovabili, delle capacità di idrogeno e delle reti elettriche in Germania e in Europa, l’accelerazione dei processi di approvazione per le necessarie connessioni a queste reti, la conservazione della competitività internazionale e un’adeguata protezione contro le emissioni di carbonio.

Sin dall’inizio della legislatura creeremo le condizioni normative e finanziarie per la fornitura di contratti di carbonio per differenza come strumento centrale per sostenere la trasformazione nell’industria (inizialmente un programma pilota). Anche la creazione di nuovi incentivi per l’uso di tecnologie rispettose del clima, in particolare attraverso il cosiddetto “super ammortamento”, è un progetto centrale per il 2022. Rafforzeremo anche l’efficienza energetica e delle risorse, ad esempio sfruttando il potenziale di calore residuo, chiudendo i cicli dei materiali e collegando le concessioni industriali nel settore energetico all’attuazione di misure economiche di efficienza energetica, nonché sviluppando ulteriormente gli standard europei dei prodotti.

Il nostro obiettivo è quello di rendere verdi i mercati guida capaci di assicurare alle aziende di sviluppare e vendere con profitto “premi verdi”, ad esempio attraverso gli appalti pubblici. Creeremo una strategia olistica interdisciplinare di edificazione leggera per tutti i settori, i materiali e i processi produttivi e stimoleremo il programma di trasferimento tecnologico sulla costruzione leggera. Altre misure seguiranno nel corso della legislatura per rendere l’industria tedesca sia competitiva che neutrale per il clima.

A livello internazionale sosterremo maggiori ambizioni nel settore industriale per mantenere la sua competitività ed evitare la rilocalizzazione delle emissioni di carbonio, per esempio stabilendo un club internazionale, aperto e cooperativo sul clima. I suoi principali obiettivi a lungo termine sono di raggiungere un prezzo (minimo) di CO2 uniforme a livello globale e di concordare standard internazionali di trasformazione, ad esempio nel campo dell’economia dell’idrogeno. Useremo la presidenza tedesca del G7 nel 2022 per questo scopo.

 

Trasporto

 

Nel 2020, il settore dei trasporti ha emesso circa 146 milioni di tonnellate di CO2 equivalenti di gas serra a causa della pandemia, che è il 20% delle emissioni della Germania. Tuttavia, negli ultimi dieci anni, cioè tra il 2010 e il 2019, le emissioni dei trasporti sono aumentate di un buon 7% fino a 164 milioni di tonnellate. Questa tendenza non deve essere interrotta solo entro il 2030. Il raggiungimento dell’obiettivo settoriale del 2030 richiede anche un’ambiziosa riduzione a 85 milioni di tonnellate e quindi di circa il 50% rispetto al 2019. Secondo le proiezioni, il divario attuale rispetto all’obiettivo climatico del 2030 è di 41 Mt di CO2 equivalenti; cumulativamente dal 2022 al 2030, il divario climatico è di 271 Mt di CO2 equivalenti.

Nel settore dei trasporti, negli ultimi decenni non sono stati raggiunti sufficienti cambiamenti strutturali per una riduzione sostenibile delle emissioni di gas serra. L’uso di autovetture, per esempio, è rimasto a un livello elevato dopo decenni di crescita continua, nonostante le misure adottate finora, mentre la quota del trasporto ferroviario è solo dell’8% e quella della bicicletta e degli spostamenti a piedi solo del 6%. Anche nel trasporto merci, il volume di trasporto rappresentato dai camion è aumentato massicciamente negli ultimi decenni, mentre la quota della ferrovia è stata finora inferiore al 20%.

 

Fig. 11 – Percentuali delle nuove immatricolazioni secondo l’alimentazione del motore

 

Il numero di modelli di autovetture con trazione elettrica in offerta e le loro cifre di vendita fanno ben sperare. In particolare con la promozione attraverso il bonus ambientale e il premio per l’innovazione, si può osservare una notevole dinamica dalla metà del 2020. Per esempio la quota di autovetture completamente elettriche nelle nuove immatricolazioni nel 2021 era già del 13,6%, quella degli ibridi plug-in del 12,4%. Nel dicembre 2021 la quota di autovetture completamente elettriche era pari al 21,3 per cento, quella degli ibridi plug-in al 14,4 per cento. Tuttavia, le quote nella popolazione di autovetture e quindi anche nel chilometraggio elettrico del chilometraggio totale delle autovetture sono ancora molto basse. Nel trasporto su camion l’elettrificazione dei sistemi di azionamento è attualmente ancora molto indietro rispetto al trasporto di autovetture.

Un prerequisito fondamentale per raggiungere l’obiettivo settoriale del 2030 stabilito nella legge sulla protezione del clima è un aumento massiccio della quota di chilometraggio elettrico, che richiede uno stock corrispondente di veicoli elettrici e quindi anche una quota corrispondente di nuove immatricolazioni. Con l’obiettivo fissato nell’accordo di coalizione di almeno 15 milioni di autovetture completamente elettriche nel 2030 la quota di chilometraggio elettrico nel trasporto di autovetture può essere può essere aumentata a più del 40 per cento, il che chiuderebbe circa la metà del divario di protezione del clima per il 2030, tenendo conto delle proiezioni.

Con gli sviluppi delle quote di opzioni di guida nelle nuove immatricolazioni di autovetture, mostrati nella figura, l’obiettivo di uno stock di 15 milioni di autovetture completamente elettriche nel 2030 sarebbe raggiunto. Tuttavia, le misure necessarie per raggiungere questo obiettivo non esistono ancora. Per l’accettazione dei sistemi di guida completamente elettrici da parte del consumatore deve essere accelerata l’espansione dell’infrastruttura di ricarica. L’accordo di coalizione ha fissato l’obiettivo di un milione di punti di ricarica accessibili pubblicamente e in modo non discriminatorio in Germania entro il 2030, con un focus sulle infrastrutture di ricarica veloce. Ciò richiede un aumento della loro espansione, con una crescita annuale di circa 100.000 punti di ricarica accessibili al pubblico da raggiungere già nel 2025. Un ulteriore aumento della quota di guida elettrica e un’ulteriore riduzione delle emissioni di gas serra nel traffico delle autovetture saranno raggiunti dagli ibridi plug-in con una gamma e un uso ottimizzati per la guida elettrica. Presumibilmente ben prima del 2035 solo i veicoli a zero emissioni di CO2 saranno registrati in Germania secondo la proposta di modifica del regolamento UE sulle autovetture a CO2. Noi sosteniamo che solo i veicoli che possono dimostrare di essere alimentati con e-fuels saranno ancora autorizzati ad essere registrati in seguito.

Nel trasporto su camion, una quota elettrica di oltre il 30% è raggiungibile entro il 2030. Una leva centrale per questo – l’introduzione della differenziazione di CO2 e un supplemento di CO2 nel pedaggio per i mezzi pesanti nel 2023 – è stata concordata nell’accordo di coalizione. Come nel caso delle autovetture, l’espansione dell’infrastruttura di ricarica necessaria prima della domanda è un prerequisito decisivo per la quota necessaria di camion a trazione elettrica nel numero annuale di nuove immatricolazioni di camion. Nell’elettrificazione del trasporto di autovetture e camion è di centrale importanza garantire la disponibilità di batterie prodotte in modo sostenibile in Europa e le materie prime necessarie per loro.

Secondo le proiezioni con le misure adottate finora la quota della ferrovia nel trasporto aumenterà a circa il 10% nel trasporto passeggeri e circa il 22% in quello merci entro il 2030. Il raddoppio delle prestazioni del trasporto ferroviario nel trasporto passeggeri e l’aumento della sua quota al 25% del trasporto merci, come concordato nell’accordo di coalizione, può colmare ulteriormente il divario di protezione del clima. L’aumento della capacità e dell’attrattiva del trasporto pubblico locale e il rafforzamento della bicicletta e degli spostamenti a piedi danno anche un importante contributo alla riduzione dei gas serra, ma in particolare contribuiscono anche a un aumento significativo della qualità della vita nelle città.

I combustibili basati sull’elettricità (PtL) sono particolarmente importanti per la protezione del clima nell’aviazione e nella navigazione. Il governo tedesco sostiene quote ambiziose di PtL nell’aviazione e nel trasporto marittimo per stimolare un aumento del mercato. Questo è particolarmente rilevante nei negoziati del pacchetto Fit for 55 dell’UE. Per raggiungere gli obiettivi, le capacità di produzione di idrogeno verde e di paraffina sintetica verde devono essere significativamente aumentate.

 

Costruire

 

Il settore dell’edilizia ha emesso 119 milioni di tonnellate di CO2 equivalenti nel 2020. Nel periodo di riferimento dal 2010 al 2019, le emissioni (non validate per il clima) sono state ridotte di circa il 18%. Tuttavia questo non è stato sufficiente, poiché il settore dell’edilizia ha mancato il suo obiettivo climatico sia nel 2020 che nel 2021. Per raggiungere l’obiettivo del 2030 (massimo 67 milioni di tonnellate di CO2 equivalenti) il tasso di riduzione deve aumentare di circa il 44%. Riguardo all’uso finale dell’energia negli ultimi anni è emersa una tendenza all’aumento dei consumi. Per esempio, nel 2019 il consumo finale di energia validato per il clima degli edifici residenziali è aumentato di circa il 2% rispetto al 2010. Secondo le proiezioni il divario attuale rispetto all’obiettivo del 2030 è di 24 Mt di CO2 equivalenti; cumulativamente dal 2022 al 2030, il divario climatico è di 152 Mt di CO2 equivalenti.

 

Fig. 12 – Consumo finale di energia per riscaldamento degli spazi e dell’acqua delle abitazioni

 

domanda finale di energia negli edifici residenziali è effettivamente aumentata invece di diminuire negli ultimi anni. Inoltre la quota di energie rinnovabili e di pompe di calore nel parco termico aumenta solo molto lentamente. Le ragioni principali della bassa riduzione del consumo di energia sono la stagnazione del tasso di rinnovamento combinato con una crescente domanda specifica di calore. Inoltre gli effetti di rimbalzo dopo la ristrutturazione giocano un ruolo. La sfida particolare qui è che il patrimonio edilizio – a differenza delle automobili o delle centrali elettriche, per esempio – non può essere sostituito, ma deve essere aggiornato in termini di efficienza energetica nonostante le restrizioni esistenti.

Nel settore dell’edilizia, si è trascurato negli ultimi anni di adattare al progresso tecnico le norme giuridiche per le ristrutturazioni e le nuove costruzioni. Il risultato è stato che, soprattutto nei nuovi edifici, sono state spese grandi somme di denaro in sussidi che hanno avuto solo uno scarso effetto sulla riduzione delle emissioni di CO2. A questo proposito, c’è un bisogno urgente di agire per riallineare gli standard e la politica di finanziamento.

L’obiettivo dell’accordo di coalizione è chiaro: entro il 2030, il 50% del calore deve essere generato in modo climaticamente neutrale. Per raggiungere questo obiettivo, è fondamentale una pianificazione globale del riscaldamento comunale, la decarbonizzazione e l’espansione delle reti di riscaldamento, la ristrutturazione energetica per ridurre il consumo di energia e l’espansione dei sistemi di riscaldamento rinnovabili decentralizzati. Insieme al Ministero federale dell’edilizia abitativa, dello sviluppo urbano e della costruzione (BMWSB), contribuiremo a raggiungere l’obiettivo di rinnovamento chiesto dall’UE di raddoppiarne il tasso entro il 2030. Gli edifici pubblici devono dare l’esempio in termini di velocità e profondità di rinnovamento. Insieme al BMWSB, svilupperemo ulteriormente le misure e gli strumenti in modo che abbiano un effetto di protezione del clima il più rapidamente possibile e mostrino e sostengano un percorso verso la neutralità climatica.

La legge sull’energia degli edifici (Gebäudeenergiegesetz, GEG) sarà modificata per orientare le nuove costruzioni e la ristrutturazione degli edifici esistenti verso l’obiettivo della neutralità climatica nel 2045 e una domanda energetica significativamente ridotta. L’accordo di coalizione stabilisce che dal 1° gennaio 2025 ogni sistema di riscaldamento di nuova installazione sarà basato sul 65% di energia rinnovabile. Questo farà ridurre massicciamente le emissioni di gas serra, espanderà le energie rinnovabili, specialmente l’uso delle pompe di calore e il loro incremento di mercato, così come l’efficienza energetica. Le attuali relazioni degli esperti ipotizzano da 4,1 a 6 milioni di pompe di calore entro il 2030. Ora è importante attuare prontamente questo obiettivo in modo che gli operatori possano adattarsi alle nuove condizioni quadro e che si prevenga l’attentismo. Le nuove connessioni alle reti di riscaldamento devono essere aumentate, specialmente nel 2020 e allo stesso tempo deve essere promossa la decarbonizzazione delle reti di riscaldamento.

Dal 1° gennaio 2025 tutti i nuovi edifici dovranno essere conformi allo standard Efficiency House (EH) 40. A partire dal 1° gennaio 2024 le parti da sostituire nelle grandi riconversioni e ampliamenti di edifici esistenti devono essere conformi a uno standard EH 70. Questi requisiti dell’accordo di coalizione, così come gli aggiustamenti necessari lungo il percorso, devono essere implementati entro la fine del 2022 come parte del programma di protezione climatica di emergenza. La legge sull’energia degli edifici sarà poi fondamentalmente rivista nel corso della legislatura e i requisiti della direttiva europea sull’edilizia, della direttiva sulle energie rinnovabili e della direttiva sull’efficienza energetica saranno implementati in vista dell’obiettivo di un patrimonio edilizio climaticamente neutro nel 2045.

La Promozione federale per edifici efficienti (BEG) affiancherà le nuove specifiche della GEG e introdurrà il mercato a questi passi attraverso incentivi. Questo vale in particolare per i regolamenti sull’energia rinnovabile per i sistemi di riscaldamento di nuova installazione. Negli edifici esistenti, che sono particolarmente importanti per il successo della protezione del clima, la sostituzione del sistema di riscaldamento e la riqualificazione energetica dell’involucro dovrebbero idealmente essere pensate insieme per ottenere edifici a impatto climatico zero. Inoltre il sostegno ampio e solidamente finanziato del BEG fornirà un ulteriore impulso per aumentare l’efficienza e decarbonizzare la fornitura di calore nel settore dell’edilizia, specialmente negli edifici esistenti, fornendo migliori incentivi per la ristrutturazione, collegamento ottimizzato con la tabella di marcia della ristrutturazione, la qualità dell’attuazione (effetti di risparmio), il rafforzamento degli approcci di vicinato, la considerazione dell’accoppiamento settoriale, gli aspetti di sostenibilità e l’energia richiesta per la produzione e l’uso dei materiali da costruzione (energia grigia), ecc. Insieme al BMWSB, vogliamo creare le basi per guardare più da vicino l’uso dell’energia grigia e i costi del ciclo di vita. A tal fine, stiamo introducendo, tra le altre cose, un passaporto digitale delle risorse edilizie. Collegheremo i sussidi all’edilizia con la pianificazione termica comunale.

La sfida è, in particolare, quella di stabilizzare i programmi di finanziamento secondo le necessità sopra menzionate. Per le situazioni di vita e finanziarie in cui esistono ostacoli nonostante i finanziamenti adeguati (ad esempio, gli investimenti per la vecchiaia), svilupperemo soluzioni di supporto su misura e così raggiungeremo più ristrutturazioni. Un uso ampio e sistematico delle tabelle di marcia della ristrutturazione nella consulenza energetica deve avvenire rendendole disponibili gratuitamente a parti del mercato immobiliare.

In futuro, oltre al sostegno finanziato dal bilancio per le ristrutturazioni di edifici efficienti dal punto di vista energetico, dovrebbe essere convogliato in questo settore molto più capitale privato, ad esempio attraverso il raggruppamento di ristrutturazioni energeticamente efficienti e la fornitura di energia neutrale per il clima – nel quartiere, per i singoli edifici e attraverso i confini della proprietà – da parte dei proprietari, delle stesse associazioni edilizie o di terzi (fornitori di contratti, ristrutturazioni di quartiere o simili). Al fine di ottenere un numero significativamente maggiore di ristrutturazioni di edifici esistenti nella prossima legislatura, la BMWK si sta concentrando anche sulla creazione di nuovi modelli di business nel settore dell’edilizia. La ristrutturazione seriale è un nuovo modello di business chiave che può rendere le ristrutturazioni energetiche più veloci, più economiche e di qualità superiore.

 

Pianificazione del calore e reti di calore

 

La pianificazione comunale del calore non è ancora sufficientemente diffusa come strumento per la pianificazione strategica e le decisioni di investimento per quanto riguarda la fornitura di calore in Germania e attualmente viene effettuata principalmente su base volontaria e con metodi non standardizzati. Al fine di attuare il mandato dell’accordo di coalizione per la pianificazione del calore a livello nazionale, lavoreremo insieme ai Länder per creare un quadro di orientamento giuridico (legge per la pianificazione del calore comunale) che darà agli attori locali più sicurezza nella pianificazione e negli investimenti in vista dei lunghi cicli di investimento nelle infrastrutture, nella generazione di calore e negli edifici. Già dal 1° gennaio 2022 è stato lanciato il Centro di competenza per la transizione termica comunale a Halle an der Saale, che fornisce informazioni e servizi di consulenza per i comuni. Lo stabiliremo come un punto di contatto centrale a livello nazionale per i comuni sulla transizione del calore comunale.

L’espansione e la decarbonizzazione delle reti di riscaldamento è un fattore decisivo per aumentare la quota di energie rinnovabili nel riscaldamento. Attualmente, i combustibili fossili dominano anche le reti di riscaldamento. Promuoviamo l’espansione e la decarbonizzazione delle reti di riscaldamento con il sostegno federale per reti di riscaldamento efficienti (BEW), che entrerà in vigore immediatamente dopo il chiarimento del diritto degli aiuti di stato secondo le nuove linee guida sugli aiuti ambientali ed energetici. Per approfittare della finestra di opportunità offerta dall’eliminazione del carbone e per stimolare gli investimenti nella conversione e nell’espansione, così come nella trasformazione climaticamente neutrale delle reti di riscaldamento sono necessarie risorse finanziarie migliori e a lungo termine. Stiamo quindi aumentando significativamente il finanziamento del BEW dal futuro Fondo per il Clima e la Trasformazione (KTF).

 

Fig. 13 – Disponibilità netta di calore nella rete secondo i vettori energetici durante il 2020

 

Una tecnologia chiave per la trasformazione delle reti di calore sono le pompe di calore su larga scala basate sull’elettricità per l’uso del calore ambientale e del calore residuo a bassa temperatura. I sistemi di accumulo di calore rafforzano la flessibilità temporale di generazione e consumo di calore e servono all’accoppiamento del settore con il mercato dell’elettricità, specialmente quando c’è un’eccedenza di elettricità rinnovabile.

La geotermia profonda può fornire alte temperature per l’approvvigionamento degli edifici tutto l’anno e diventa utilizzabile solo attraverso le reti di calore. Il sussidio BEW ha lo scopo di rendere economicamente redditizia questa tecnologia, che è associata ad alti costi di investimento e rischi. Per una fornitura di calore climaticamente neutro entro il 2045 il potenziale esistente di energia geotermica deve essere maggiormente sfruttato. Ammonta a 10 TWh all’anno entro il 2030 e vogliamo utilizzarlo il più possibile. Ciò significa un aumento di dieci volte dell’attuale alimentazione di calore da questa fonte.

Per essere in grado di generare la metà del calore neutro entro il 2030 adatteremo il pacchetto di strumenti identificati nel “Dialogo sul calore neutrale per il clima 2045” ove necessario, li discuteremo con le parti interessate e implementeremo rapidamente gli strumenti identificati. Continueremo poi il dialogo e lo useremo come forum centrale per includere l’esperienza dell’industria e quella di altre parti interessate alla transizione nel settore della produzione di calore e creare insieme la base per un’ampia accettazione.

Lo sfruttamento di un ulteriore potenziale per il calore di scarto industriale può anche dare un contributo significativo al successo della transizione termica. Gli investimenti necessari saranno sostenuti anche in futuro con una costante ottimizzazione delle condizioni di finanziamento, per esempio nel quadro del “Fondo federale per l’Efficienza energetica e delle risorse nell’industria (EEW)”. Allo stesso tempo, la rimozione delle barriere non monetarie per un maggiore utilizzo del calore residuo deve essere ulteriormente affrontata.

 

Agricoltura

 

Nel 2020, il settore agricolo è stato responsabile di 62,4 Mt di CO2 equivalenti, poco meno del 9 % delle emissioni totali della Germania. Tra il 2010 e il 2019 le emissioni di gas a effetto serra sono diminuite leggermente (riduzione di circa 1,6%). Il tasso di riduzione deve crescere a circa l’8% nel periodo dal 2019 al 2030. Secondo le proiezioni il divario attuale rispetto all’obiettivo climatico del 2030 è di 7 Mt di CO2 equivalenti; cumulativamente dal 2022 al 2030, il divario climatico è di 36 Mt di CO2 equivalenti.

L’agricoltura gioca un ruolo speciale nella crisi climatica: da un lato, è altamente dipendente dalle condizioni climatiche e direttamente colpita dalle conseguenze del riscaldamento globale. D’altra parte, contribuisce significativamente all’emissione di gas dannosi per il clima. Allo stesso tempo, il tipo di utilizzo (specialmente la rotazione delle colture) determina se i suoli utilizzati in agricoltura hanno un bilancio dell’humus positivo, equilibrato o negativo.

Anche se le emissioni di gas a effetto serra in questo settore sono diminuite negli ultimi anni, questo è stato dovuto in particolare al tempo secco, alla diminuzione del numero di capi di bestiame e a una leggera diminuzione del consumo di carne, resta da vedere se questa tendenza continuerà. Tuttavia, è le emissioni non stanno ancora diminuendo abbastanza velocemente. Per raggiungere gli obiettivi climatici della legge sulla protezione del clima è necessaria una trasformazione sostenibile dell’agricoltura e dell’alimentazione che renda giustizia all’ambiente, agli animali e al clima. Questo include, in particolare, la riduzione del numero di bestiame tenendo conto del benessere degli animali.

I suoli sono anche fonti di emissione di gas climalteranti, specialmente nel caso di coltivazioni intensive e fertilizzazione. Le emissioni derivanti dalla fertilizzazione con fertilizzanti azotati devono quindi essere ridotte attraverso una gestione efficiente dei fertilizzanti. Anche l’aumento della quota di agricoltura biologica nei terreni agricoli al 30% entro il 2030 può contribuire alla protezione del clima. Questo perché l’agricoltura biologica causa minori emissioni, in quanto non vengono usati pesticidi e fertilizzanti chimici di sintesi le emissioni di protossido di azoto sono inferiori e il contenuto di humus è spesso più alto – mentre allo stesso tempo ci sono grandi sinergie con altri obiettivi ambientali e di conservazione della natura. Ridurre il consumo di prodotti animali gioverebbe anche all’espansione dell’agricoltura biologica, poiché più terra potrebbe essere resa disponibile per la produzione di cibo.

 

Uso del suolo e foreste

 

Il settore dell’uso del suolo, del cambiamento di uso del suolo e della silvicoltura (LULUCF) aveva un bilancio delle emissioni di meno 11,3 Mt di CO2 equivalenti nel 2020. Agisce sostanzialmente come un pozzo per l’anidride carbonica in Germania. Questa funzione di sink deve essere significativamente ampliata a 25 Mt di CO2 equivalenti nel 2030.

Il settore LULUCF ha un’influenza sulla crisi climatica attraverso le emissioni di gas serra e il sequestro di anidride carbonica. Attraverso il suo bilancio negativo di emissioni, soprattutto nel settore forestale, contribuisce in modo decisivo al raggiungimento dell’obiettivo della neutralità climatica nel 2045. È importante sia per la protezione del clima che per la conservazione della biodiversità che gli ecosistemi naturali e la loro funzione di serbatoi e pozzi di carbonio siano meglio protetti, restaurati e rafforzati nella loro adattabilità al cambiamento climatico. Con l’emendamento della legge federale sulla protezione del clima, obiettivi vincolanti per il settore LULUCF sono stati fissati per la prima volta nel §3a.

Il più grande sink di carbonio è la foresta, che attualmente stocca circa 60 Mt di CO2 equivalenti all’anno, ma che sta già perdendo parte della sua capacità di sink a causa di una gestione forestale troppo orientata all’uso del legno e alla conseguente mancanza di adattamento al clima. La più grande fonte di gas a effetto serra nel settore sono le torbiere drenate e utilizzate per lo più in modo agricolo, che causano emissioni di oltre 50 Mt di CO2 equivalenti.

Le misure per il settore LULUCF contenute nell’attuale Programma per il cambiamento climatico 2030 affrontano già gli ecosistemi più importanti per la protezione del clima nel settore terrestre: torbiere, foreste e suoli. Queste misure devono essere costantemente portate avanti e completate. Attraverso un’azione naturale contribuiremo alla protezione e al ripristino dei nostri ecosistemi e contrasteremo così i rischi che la crisi climatica comporta per il settore LULUCF. Ciò richiede un solido finanziamento per la rinaturalizzazione o il ripristino degli ecosistemi, soprattutto torbiere, foreste, pianure alluvionali e praterie, e la promozione di forme di utilizzo che siano in linea con la protezione del clima e la conservazione della biodiversità.

 

Rifiuti ed economia circolare

 

Le emissioni di gas a effetto serra provenienti dai rifiuti e dall’economia circolare erano poco meno di 9 Mt di CO2 equivalenti nel 2020. In passato, le emissioni di gas serra in questo settore sono già state ridotte in modo significativo: di oltre il 35% tra il 2010 e il 2019. Questa tendenza deve continuare attivamente nel prossimo decennio. Secondo le proiezioni, il divario attuale rispetto all’obiettivo climatico del 2030 è di 1 Mt di CO2 equivalenti; cumulativamente dal 2022 al 2030, il divario climatico è di 2 Mt di CO2 equivalenti.

Il governo tedesco promuoverà quindi l’economia circolare come mezzo efficace di protezione del clima e delle risorse. A tal fine, adatteremo il quadro giuridico esistente, definiremo obiettivi chiari e rivedremo la legislazione sui rifiuti. Riuniremo le strategie politiche esistenti sulle materie prime in una “strategia nazionale di economia circolare” e la useremo come base per sostenere standard uniformi nell’UE.

 

Capitolo 4 – Necessità di azione nell’UE e a livello internazionale

 

Necessità di azione UE

In generale, abbiamo bisogno di un orientamento europeo più forte per la nostra politica climatica ed energetica. Possiamo raggiungere i nostri obiettivi solo con e in Europa. Al fine di raggiungere l’obiettivo climatico dell’UE per il 2030 ed evitare rotture strutturali è necessario intensificare gli sforzi di protezione del clima in tutta l’UE il più presto possibile.

La massima priorità nella politica climatica dell’UE è quindi la rapida conclusione dei negoziati sul pacchetto “Fit for 55”, in modo che i rispettivi strumenti di protezione del clima possano entrare in vigore il più presto possibile. A tal fine, la presidenza francese del Consiglio nel primo semestre del 2022 sarà di grande importanza per raggiungere un accordo tra gli Stati membri (approccio generale) su tutti i dossier chiave del pacchetto “Fit for 55”, se possibile entro l’estate. Il governo federale ha dichiarato il suo sostegno alle proposte della Commissione del pacchetto “Fit for 55”. Su questa base, assumerà una posizione positiva e costruttiva nei futuri negoziati. Per l’ulteriore conduzione dei negoziati è necessario concretizzare ulteriormente la posizione sui dossier “Fit for 55”. Non dobbiamo solo tenere a mente gli interessi della Germania, ma anche fare sforzi più proattivi per trovare soluzioni che muovano l’Europa intera verso la neutralità del clima, le energie rinnovabili e l’efficienza energetica. Le richieste di informazioni da parte di altri Stati membri mostrano finora la necessità di ulteriori chiarimenti, in particolare per quanto riguarda il rafforzamento e l’espansione dell’attuale sistema di scambio di emissioni dell’UE, l’introduzione di un sistema separato di scambio di emissioni dell’UE per edifici/calore e trasporti e il relativo fondo sociale per il clima, il meccanismo di aggiustamento alle frontiere (CBAM) e i limiti di CO2 per le autovetture e i veicoli commerciali leggeri. La Germania potrebbe giocare un ruolo chiave in questi dossier. Componenti altrettanto importanti del pacchetto Fit for 55 sono le proposte della Commissione UE per l’ulteriore sviluppo della politica energetica europea (direttiva sulle energie rinnovabili, direttiva sull’efficienza, direttiva sugli edifici). Per la BMWK, il principio guida è che il pacchetto Fit for 55 in Europa contribuisce simultaneamente a raggiungere gli obiettivi di protezione del clima, a rafforzare l’innovazione e la competitività e a garantire la produzione e l’occupazione.

Su questa base, il nuovo governo tedesco stabilirà contatti con importanti partner dell’UE per costruire la fiducia ed esplorare aree comuni di compromesso, specialmente nell’Europa meridionale, centrale e orientale. Inoltre l’Iniziativa europea per il clima sarà utilizzata per rafforzare ulteriormente la cooperazione europea sulla protezione del clima.

 

Necessità di azione a livello internazionale

 

Solo se tutti i paesi, in particolare i paesi del G20, le più grandi economie ed emettitori del mondo, si muovono ora decisamente sulla strada verso la neutralità dei gas serra, possiamo mantenere il percorso di 1,5 gradi e quindi evitare gli effetti catastrofici della crisi climatica. La protezione del clima è dunque in cima all’agenda della nostra presidenza del G7, che useremo per far progredire la riduzione delle emissioni di gas a effetto serra e la loro tariffazione, per investire in concetti di clima ed energia sostenibili e per accelerare la transizione energetica insieme ai nostri partner internazionali sotto il motto “Transforming now for 1.5 C”. Nel G7, discuteremo anche di come possiamo rendere le nostre società ed economie più resilienti e adattabili nel G7 e oltre. Con ciò in mente useremo la nostra presidenza per guidare il G7 nel portare avanti la discussione sul percorso verso un club globale del clima che sia aperto e cooperativo per tutti gli stati, mentre espandiamo le partnership internazionali oltre il G7, specialmente con i partner del G20.

In particolare nel nostro dialogo con la Cina, così come nella nostra cooperazione con le principali economie emergenti come l’India, l’Indonesia, il Sudafrica e il Brasile, il nostro sostegno alla decarbonizzazione globale e all’azione nazionale per il clima sarà un tema centrale. Un’eliminazione globale della produzione di energia a carbone entro il 2040 e la sua sostituzione con fonti rinnovabili in linea con il percorso di 1,5 gradi dell’Agenzia Internazionale dell’Energia è un elemento chiave in questo.

Con i risultati della conferenza sul clima di Glasgow, sono state create le precondizioni necessarie per concentrarsi ora pienamente sull’attuazione. In termini di finanziamento nell’ambito dell’Accordo di Parigi non dobbiamo solo fare miglioramenti per mantenere le vecchie promesse e raggiungere l’obiettivo dei 100 miliardi di dollari. Si tratta anche di permettere riduzioni sostanziali delle emissioni a livello globale in tutti i principali settori – energia, industria, edifici, trasporti, uso del suolo – con un sostegno finanziario.

Per fare questo, e anche per promuovere strategie e misure di adattamento nei paesi in via di sviluppo, abbiamo bisogno di aumentare significativamente i finanziamenti pubblici per il clima e portare i flussi finanziari globali e gli investimenti in infrastrutture in linea con il percorso di 1,5 gradi.

Dalla sua nascita 13 anni fa l’Iniziativa internazionale per il clima (ICI) si è sviluppata in uno strumento di finanziamento riconosciuto a livello internazionale e, con un attuale budget annuale di circa 600 milioni di euro, rappresenta il secondo pilastro del finanziamento tedesco per il clima, accanto al lavoro del Ministero federale per la cooperazione economica e lo sviluppo. Il Ministero federale dell’economia e dell’energia continuerà ad ampliare questo pilastro in questa legislatura in stretta collaborazione con il Ministero federale degli affari esteri e il Ministero federale dell’ambiente, della conservazione della natura, della sicurezza nucleare e della protezione dei consumatori, coinvolgendo questi due ministeri nell’ICI. Con l’ICI continueremo a porre un forte accento sul sostegno ai paesi in via di sviluppo ed emergenti nell’attuazione di ambiziose misure di protezione del clima. Questo richiede strategie a lungo termine, così come ambiziosi obiettivi intermedi per il 2030, che promuoveremo con l’ICI. Nel fare ciò, attingeremo sempre più alle competenze che abbiamo costruito in Germania e in particolare nella BMWK nei settori del clima, dell’energia e dell’industria, tra gli altri.

I partenariati energetici esistenti con i partner strategici al di fuori dell’UE saranno ampliati e ne saranno avviati di nuovi. In questo contesto, la fornitura alla Germania di fonti di energia climaticamente neutrali come l’idrogeno verde diventerà sempre più importante. Gli strumenti di finanziamento corrispondenti, come la linea guida di finanziamento per i progetti internazionali sull’idrogeno, H2Global e un fondo di crescita PtX devono essere consolidati o stabiliti. H2Global sarà elevato al livello europeo.

 

Capitolo 5 – Passi successivi

 

La presente dichiarazione di apertura mostra che la necessità di agire è enorme. La neutralità climatica non richiede solo una trasformazione dell’elettricità e del riscaldamento. Tutti i settori – trasporti, costruzioni e abitazioni, produzione di energia, industria e agricoltura – devono dare il loro contributo a un’iniziativa di investimento e modernizzazione. Questo percorso offre grandi opportunità per la posizione del business. Facendo da apripista nella protezione del clima, le aziende e gli ingegneri tedeschi hanno una grande opportunità di sviluppare tecnologie, impianti e processi in una fase iniziale di cui anche altri paesi avranno bisogno nel loro cammino verso la decarbonizzazione. Le aziende tedesche possono così aumentare la loro competitività internazionale. Inoltre i massicci investimenti in futuri investimenti neutrali per il clima innescheranno uno slancio di crescita in Germania e nell’Unione europea. Abbiamo quindi un’opportunità unica di trasformare la politica climatica in un modello di successo economico. Dobbiamo cogliere questa opportunità e agire ora.

Questa dichiarazione di apertura è il preludio allo sviluppo del programma immediato di protezione del clima concordato nell’accordo di coalizione. L’obiettivo del programma immediato di protezione del clima è quello di portare tutti i settori sulla strada dell’obiettivo e di avviare le misure necessarie affinché la Germania possa raggiungere i suoi obiettivi climatici. Tutte le leggi, ordinanze e misure necessarie devono essere completate entro la fine del 2022. Per assicurarsi che ciò sia realizzato, il governo federale continuerà coerentemente a portare avanti la preparazione e l’attuazione del programma.

Un primo pacchetto di leggi e progetti particolarmente urgenti deve essere adottato dal gabinetto in primavera. L’obiettivo è quello di completare anche il coordinamento dipartimentale del programma generale per allora, in modo che i Länder, le associazioni e il Consiglio di esperti sulle questioni climatiche possano essere coinvolti.

Tutto ciò che non può essere concluso entro la primavera deve essere deciso dal gabinetto al più tardi entro l’estate del 2022 – solo in questo modo ci sarà ancora tempo per l’attuazione e l’entrata in vigore delle misure adottate nella seconda metà del 2022. Nonostante questo ambizioso calendario invitiamo cordialmente tutte le associazioni interessate, nonché i Länder e i comuni a contribuire al programma urgente per la protezione del clima con le proprie proposte e iniziative. Anche se c’è molto lavoro davanti a noi – vale ogni sforzo!

 

Le misure immediate che il BMWK (Ministero per l’economia e il clima) presenterà nel prossimo futuro includono:

– Modifica della legge sulle energie rinnovabili (EEG): nell’EEG stiamo stabilendo la rotta per una produzione di elettricità rinnovabile all’80% entro il 2030. A tal fine stiamo aumentando i volumi delle gare d’appalto. Le quantità specifiche della tecnologia saranno progettate per crescere, partendo da un livello molto ambizioso fin dall’inizio. Assumiamo un consumo lordo di elettricità a metà del percorso dell’accordo di coalizione (680 – 750 TWh), cioè 715 TWh. Renderemo obbligatorio il principio che l’espansione delle rinnovabili è nell’interesse pubblico prevalente e serve alla sicurezza pubblica.

– Energia solare: stiamo liberando l’energia solare con un pacchetto di accelerazione solare. Il pacchetto di crescita del solare contiene un ampio pacchetto di misure individuali per far progredire significativamente l’energia solare. Questi includono, tra l’altro, un miglioramento dell’elettricità degli affittuari, l’innalzamento delle soglie delle gare d’appalto e disponibilità di aree per gli impianti a terra, tenendo conto dei criteri di conservazione della natura. Inoltre

stiamo implementando nella legge il nuovo obiettivo secondo cui tutti i tetti adatti dovrebbero essere utilizzati in futuro per l’energia solare. L’energia solare diventerà obbligatoria per i nuovi edifici commerciali e la regola per i nuovi edifici privati.

– Energia eolica: stiamo sfruttando il potenziale di terra a breve termine per l’eolico onshore e accelerando il processo di espansione con una legge sull’eolico. Ridurremo le distanze dai radiofari rotanti e dai radar meteorologici e implementeremo misure per una migliore compatibilità dello sviluppo eolico con gli interessi militari. Grandi aree di terreno potenziale giacciono dormienti. Per esempio da 4 a 5 GW di capacità sono possibili nel settore della radionavigazione e dei radiofari rotanti. Inoltre c’è un potenziale di 3 o 4 GW di capacità nell’ambito degli interessi militari. Con il Wind on Land Act, riserveremo il 2 % dei terreni all’energia eolica, concilieremo l’espansione dell’energia eolica con la protezione delle specie e creeremo le condizioni per procedure di pianificazione e approvazione più rapide.

– Abbassare il prezzo dell’elettricità: creiamo la base per più elettricità rinnovabile a prezzi competitivi. L’elettricità deve diventare più economica rispetto ai combustibili fossili. In questo modo renderemo le pompe di calore e la mobilità elettrica più attraenti e faremo avanzare l’accoppiamento del settore. Per questo motivo a partire dal 2023 finanzieremo il prelievo EEG attraverso il bilancio federale, sollevando così i consumatori dal peso dei costi dell’elettricità. Con l’abolizione del prelievo EEG, stiamo trasferendo i prelievi legati al regime speciale di perequazione (KWKG, prelievo sulla rete offshore) in una legge separata, al fine di creare una base giuridica affidabile e pianificabile per l’industria per quanto riguarda i restanti prelievi.

– Contratti di protezione del clima con l’industria: creeremo le condizioni legali e finanziarie per la fornitura di contratti di carbonio per differenza come strumento centrale per sostenere la trasformazione nell’industria. Per entrare in processi di produzione neutrali per il clima l’industria ha bisogno di un quadro di finanziamento e investimento affidabile. Con questo strumento, la fattibilità economica dei processi produttivi neutrali per il clima sarà realizzata prima e i costi diventeranno più prevedibili per le aziende.

– Strategia del calore: puntiamo anche a una quota molto alta di energie rinnovabili nel calore e genereremo il 50 % del calore climaticamente neutro entro il 2030. Vediamo l’efficienza energetica come il secondo pilastro ed è per questo che svilupperemo una nuova strategia di costruzione della neutralità climatica per l’interazione ottimale di entrambi gli strumenti. Porteremo avanti con decisione la protezione del clima negli edifici e sosterremo una pianificazione globale del riscaldamento comunale, nonché la decarbonizzazione e l’espansione delle reti di riscaldamento. A questo scopo introdurremo il sussidio federale per reti di calore efficienti (BEW) immediatamente dopo la sua approvazione secondo la legge sugli aiuti statali e aumenteremo il suo finanziamento.

– Standard edilizi e finanziamento: insieme al Ministero federale dell’edilizia abitativa, dello sviluppo urbano e della costruzione, creeremo una base di pianificazione affidabile per gli investimenti con una rapida revisione della legge sull’energia degli edifici. In questo modo, orienteremo i nuovi edifici e le ristrutturazioni edilizie verso l’obiettivo della neutralità climatica nel 2045 e una domanda energetica significativamente ridotta. In questo modo, attueremo l’accordo di coalizione che dal 2025 ogni sistema di riscaldamento di nuova installazione sarà gestito sulla base di almeno il 65% di energie rinnovabili. eviteremo così cattivi investimenti che non sono compatibili con i nostri obiettivi climatici. Il sostegno federale agli edifici efficienti sarà adeguato rapidamente in parallelo; esso affiancherà i nuovi requisiti della legge sull’energia degli edifici e porterà il mercato in linea con questi passi entro il 2025 attraverso incentivi efficienti.

– Strategia dell’idrogeno: stiamo adattando le nostre misure per il ramp-up di mercato della tecnologia dell’idrogeno al fine di raddoppiare la produzione di idrogeno verde rispetto ai piani precedenti. A tal fine, quest’anno rivedremo la strategia nazionale per l’idrogeno e lanceremo ulteriori programmi di finanziamento.

Questa è solo una prima selezione dei progetti previsti. Stiamo esaminando quali altre misure possono essere lanciate rapidamente. Inoltre altre misure di altri ministeri e settori saranno incorporate nel programma urgente, che sarà sviluppato nei prossimi mesi in stretta collaborazione nel governo federale.

 

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