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L’economia circolare in Europa: tutti abbiamo un ruolo da svolgere
di Maria Adele Cerizza
Categoria: Generalità
L’Unione Europea, con altri paesi in tutto il mondo, sta compiendo notevoli progressi nella lotta ai cambiamenti climatici grazie alla riduzione delle emissioni di carbonio. La limitazione delle emissioni non pregiudica la crescita economica: è vero caso mai il contrario.
Dal 1990, il prodotto interno lordo dell’UE è aumentato del 50 %. Molte più persone stanno facendo la loro parte con l’uso in comune dell’automobile (car sharing), la riduzione del consumo energetico o il riciclaggio e la raccolta differenziata dei rifiuti domestici. Sono tutte iniziative valide, ma queste misure non saranno sufficienti per garantire un futuro a basse emissioni di carbonio o il conseguimento dell’obiettivo a lungo termine dell’Unione Europea di “vivere bene entro i limiti del nostro Pianeta”.
Alla fine del 2015, la Commissione europea ha presentato un pacchetto legislativo sull’economia circolare, che rappresenta la risposta europea in merito alla direzione da seguire.
Le azioni proposte sono studiate per portare vantaggi all’ambiente e all’economia e sono mirate a mantenere il più a lungo possibile nel ciclo economico i materiali e il relativo valore, riducendo gli sprechi, promuovendo il risparmio energetico e limitando le emissioni di gas serra.
Il passaggio a un’economia circolare contribuirà a mitigare i problemi ambientali e per la salute umana provocati dall’attuale modello “produci-usa-getta” dell’economia lineare.
Per far sì che l’economia circolare diventi una realtà, sarà fondamentale sviluppare la conoscenza, monitorare i progressi e assicurarsi che i responsabili delle politiche abbiano la consapevolezza, le informazioni e i dati necessari per guidare lo sviluppo di politiche di sostegno e flessibili.
Questo è un compito fondamentale che si è assunta l’Agenzia Europea dell’Ambiente.
Recentemente è stato organizzato, con circa 1.500 politici, ricercatori e imprenditori di oltre 100 paesi, al Forum mondiale sull’economia circolare che si è tenuto a Helsinki per condividere e discutere idee, visioni e soluzioni su come diffondere il modello di economia circolare.
Alla conferenza, l’AEA ha sottolineato l’importanza dello sviluppo della conoscenza e ha presentato la seconda di una serie di relazioni programmate sull’economia circolare. Quest’ultimo documento, intitolato “Circular by design – products in a circular economy”, https://www.eea.europa.eu/publications/circular-by-design, esamina i fattori che determinano i prodotti e analizza come le tendenze emergenti di produzione e consumo possono rafforzare o ostacolare un utilizzo più circolare e più efficiente dei materiali.
Ad esempio, in che modo le innovazioni e tendenze emergenti, come i cellulari modulari o la stampa 3D di pezzi di ricambio possono adattarsi al “modello circolare”? La “progettazione circolare” non si realizza da sola, ma ha bisogno di essere sostenuta da forti strutture di governance pubbliche e private, che indichino una tabella di marcia da seguire. Occorrerà inoltre che la società e le imprese si attivino per valutare quali condizioni di mercato, nuove tecnologie e attività di ricerca e sviluppo si debbano promuovere.
Tutti noi dobbiamo fare la nostra parte nel sostenere la transizione verso un’economia circolare. È essenziale che tutti disponiamo delle informazioni e delle soluzioni giuste per compiere il grande passo. Ma è anche chiaro che, in assenza di innovazioni e tecnologie dirompenti per accelerare lo spostamento verso l’economia circolare e a basse emissioni di carbonio, tutto questo non succederà
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L’economia circolare in Europa: tutti abbiamo un ruolo da svolgere
di Maria Adele Cerizza
L’Unione Europea, con altri paesi in tutto il mondo, sta compiendo notevoli progressi nella lotta ai cambiamenti climatici grazie alla riduzione delle emissioni di carbonio. La limitazione delle emissioni non pregiudica la crescita economica: è vero caso mai il contrario.
Dal 1990, il prodotto interno lordo dell’UE è aumentato del 50 %. Molte più persone stanno facendo la loro parte con l’uso in comune dell’automobile (car sharing), la riduzione del consumo energetico o il riciclaggio e la raccolta differenziata dei rifiuti domestici. Sono tutte iniziative valide, ma queste misure non saranno sufficienti per garantire un futuro a basse emissioni di carbonio o il conseguimento dell’obiettivo a lungo termine dell’Unione Europea di “vivere bene entro i limiti del nostro Pianeta”.
Alla fine del 2015, la Commissione europea ha presentato un pacchetto legislativo sull’economia circolare, che rappresenta la risposta europea in merito alla direzione da seguire.
Le azioni proposte sono studiate per portare vantaggi all’ambiente e all’economia e sono mirate a mantenere il più a lungo possibile nel ciclo economico i materiali e il relativo valore, riducendo gli sprechi, promuovendo il risparmio energetico e limitando le emissioni di gas serra.
Il passaggio a un’economia circolare contribuirà a mitigare i problemi ambientali e per la salute umana provocati dall’attuale modello “produci-usa-getta” dell’economia lineare.
Per far sì che l’economia circolare diventi una realtà, sarà fondamentale sviluppare la conoscenza, monitorare i progressi e assicurarsi che i responsabili delle politiche abbiano la consapevolezza, le informazioni e i dati necessari per guidare lo sviluppo di politiche di sostegno e flessibili.
Questo è un compito fondamentale che si è assunta l’Agenzia Europea dell’Ambiente.
Recentemente è stato organizzato, con circa 1.500 politici, ricercatori e imprenditori di oltre 100 paesi, al Forum mondiale sull’economia circolare che si è tenuto a Helsinki per condividere e discutere idee, visioni e soluzioni su come diffondere il modello di economia circolare.
Alla conferenza, l’AEA ha sottolineato l’importanza dello sviluppo della conoscenza e ha presentato la seconda di una serie di relazioni programmate sull’economia circolare. Quest’ultimo documento, intitolato “Circular by design – products in a circular economy”, https://www.eea.europa.eu/publications/circular-by-design, esamina i fattori che determinano i prodotti e analizza come le tendenze emergenti di produzione e consumo possono rafforzare o ostacolare un utilizzo più circolare e più efficiente dei materiali.
Ad esempio, in che modo le innovazioni e tendenze emergenti, come i cellulari modulari o la stampa 3D di pezzi di ricambio possono adattarsi al “modello circolare”? La “progettazione circolare” non si realizza da sola, ma ha bisogno di essere sostenuta da forti strutture di governance pubbliche e private, che indichino una tabella di marcia da seguire. Occorrerà inoltre che la società e le imprese si attivino per valutare quali condizioni di mercato, nuove tecnologie e attività di ricerca e sviluppo si debbano promuovere.
Tutti noi dobbiamo fare la nostra parte nel sostenere la transizione verso un’economia circolare. È essenziale che tutti disponiamo delle informazioni e delle soluzioni giuste per compiere il grande passo. Ma è anche chiaro che, in assenza di innovazioni e tecnologie dirompenti per accelerare lo spostamento verso l’economia circolare e a basse emissioni di carbonio, tutto questo non succederà
07.08.17.
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