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Energia, bene i crediti d’imposta, ma occorrono misure strutturali

di Massimo Medugno

Categoria: Energia

Il governo britannico sosterrà circa la metà delle bollette di gas ed elettricità per le società pubbliche e gli stabilimenti per sei mesi.

Quando si leggono queste notizie, torna subito alla mente che l’Italia è un paese trasformatore e le aziende manifatturiere italiane colpite dal “caro energia” rischiano di perdere contratti e, quel che è peggio, interi mercati.

Eppure l’Italia ha introdotto alcune misure importanti.

Con l’ultimo DL Aiuti ha trovato le risorse per rinnovare il credito d’imposta per i mesi di ottobre e novembre – ed aumentarlo al 40% – costituisce una misura concreta per le imprese energivore e gasivore.

Di ciò bisogna dare atto al Governo italiano che, di trimestre in trimestre, ha trovato risorse consistenti per affrontare il “caro energia”.

Impossibile però andare avanti solo con i crediti d’imposta (considerate le ingenti risorse necessarie).

L’Electricity Release, di prossima pubblicazione, va nell’ottica di interventi più strutturali.

Si tratta dell’attuazione della legge 27 aprile 2022, n. 34 e, in particolare, l’articolo 16-bis, con la quale si prevede che, al fine di garantire la piena integrazione e remunerazione di medio termine degli investimenti in fonti rinnovabili nel mercato elettrico nonché di trasferire ai consumatori partecipanti al mercato elettrico i benefìci conseguenti alla predetta integrazione, il Gestore dei servizi energetici – GSE S.p.A. proceda a offrire un servizio di ritiro e di acquisto di energia elettrica da fonti rinnovabili prodotta da impianti stabiliti nel territorio nazionale, e a cedere tale energia, mediante la stipulazione di contratti di lungo termine di durata pari ad almeno tre anni, attraverso gli strumenti informativi e di negoziazione predisposti dal GME ai sensi del succitato articolo 28 del decreto legislativo n. 199 del 2021.

 

E’ un po’ il tentativo italiano di disaccoppiare il costo dell’energia rinnovabile da quello dell’energia, profondamente influenzato dal costo del gas.

C’è qualche aspetto da migliorare: i 210 Euro MKwh indicati dal provvedimento, appaiono troppo elevati rispetto ad analoghe iniziative di altri paesi europei.

Un’iniziativa analoga all’Electricity Release, sarà quella della Gas Release, che ha l’obiettivo di ricominciare a utilizzare il “gas nazionale” e che è prevista dalla citata legge n. 34.

L’auspicio è che la Gas Release venga attuata al più presto, fissando un prezzo “equo” e sia prevista l’anticipazione finanziaria, in maniera che tale misura possa dispiegare i suoi effetti il prima possibile.

Un’ulteriore emergenza “energetica” di queste settimane è la mancanza di offerta sui tavoli aziendali di proposte per rinnovare i contratti di fornitura di gas, nonostante l’instancabile ricerca da parte delle imprese energivore.

Un Governo che così rapidamente ha diversificato gli approvvigionamenti per evitare una situazione di crisi più grave non può ignorare questa ultima condizione che può diventare quella che determina la sopravvivenza di interi comparti industriali.

Infine, è fondamentale che il Piano di contenimento dei consumi gas venga varato rapidamente, prevedendo adeguate compensazioni per le aziende che riducano i consumi di gas.

La programmazione delle riduzioni dei consumi e un sistema adeguato di compensazioni costituiscono strumenti indispensabili per affrontare le eventuali emergenze e non compromettere la competitività dell’industria nazionale.

 

 

L’Italia è un paese trasformatore e industriale.

Se non ci saranno misure strutturali la perdita di competitività e di mercati da timore diventerà, purtroppo, una prospettiva concreta. Ma ci saranno significativi impatti sulla sostenibilità ambientale

Da una parte a causa di un mancato approccio europeo al tema Energia e dall’altra a causa della concorrenza “esterna” all’Europa (Turchia e Cina ad esempio).

Ed è di tutta evidenza che, in caso di “concorrenza esterna”, tornerà di attualità il tema del “dumping ambientale”.

Ormai a ridosso dalle elezioni va sottolineato quanto ancora necessario per consentire alle imprese, tra cui quella carta e di rimanere al servizio del Paese come settori Essenziali e dell’Economia come nel 2020 all’inizio della pandemia.

Storicamente l’istanza dei settori energivori stata sempre quella di essere messi nelle stesse condizioni di competitivita’ dei nostri concorrenti europei per quanto concerne i costi energetici.

Ma non c’è solo questo. I settori energivori, come quello cartario, hanno adottato delle strategie per affrontare i temi della decarbonizzazione e dei costi energetici

I punti di questa strategia sono:

Biometano e bioliquidi: quindi l’emanazione al più presto del Decreto sugli incentivi sulle fonti Rinnovabili per la produzione di energia da biometano e bioliquidi in connessione con i cicli produttivi.

 

Elettricità verde: appunto l’accelerazione dell’electricity release – prevista dalle norme – a valere sull’energia rinnovabile nella disponibilità del GSE, curando di: (i) semplificare il meccanismo; (ii) dare priorità ai consumatori industriali che sono nella prima parte delle filiere produttive, che hanno investito sull’efficientamento energetico dei cicli produttivi, che in questo modo contribuiscono ad arginare gli aumenti delle materie prime, es. carta, vetro, acciaio (i quantitativi sono tali da poter essere incisivi solamente se la platea dei beneficiari è in qualche modo “ristretta”); (iii) controllare che il prezzo stabilito dal MiTE sia compatibile con i mercati di riferimento dei prodotti, altrimenti, se troppo elevato, si rischia di non ottenere alcun beneficio.

 

Comunità Energetiche Industriali: accelerare la messa a disposizione di aree idonee per la costruzione di impianti alimentati a fonte rinnovabile, anche garantendo condizione di favore a consumatori industriali o gruppi di consumatori industriali (Comunità Energetiche industriali) che intendano autoprodurre l’energia di cui hanno bisogno. Questo deve essere accompagnato da opportuni investimenti sulla rete di trasmissione per garantire il necessario “disaccoppiamento” tra le aree di produzione e quelle di consumo senza creare “colli di bottiglia” che potrebbero rendere particolarmente oneroso il trasporto dell’energia fino ad impedirlo del tutto.

 

Gestione Sostenibile delle Foreste: attuare la Strategia Forestale Nazionale per mitigare gli effetti dei cambiamenti climatici e decarbonizzare i cicli produttivi, ​favorire l’utilizzo a cascata delle risorse forestali per produrre in maniera sostenibile energia da biomasse.

 

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