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Energy Manager: origine, compiti, competenze e formazione

di Mario A. Rosato

Categoria: Energia

Energy Manager
 

Si sente sempre più spesso parlare di Energy Manager e di Esperto della Gestione dell’Energia, due figure professionali – strettamente legate tra loro – la cui richiesta in Italia è in costante aumento.
 

L’efficienza energetica è una delle tematiche del presente e del futuro per aziende, enti e comuni di ogni grandezza, e dotarsi di un Energy Manager è un passo importante (in molti casi obbligatorio) per poterla gestire al meglio.
 

In questo nostro commento andremo ad approfondire la conoscenza di questo profilo professionale, parlando delle sue origini, della sua evoluzione, delle sue competenze, dei suoi compiti e della sua formazione.
 

Indice:
Capitolo 1: Le origini dell’Energy Manager
Capitolo 2: L’identikit dell’Energy Manager
Capitolo 3: L’evoluzione dell’Energy Manager: l’Esperto della Gestione dell’Energia
Capitolo 4: Energy Manager: risorse online
 

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Le origini dell’Energy Manager

 

Gli storici indicano la crisi petrolifera del 1973 come l’evento che segnò una svolta nel modo di gestire le risorse energetiche, iniziando la cosiddetta “terza rivoluzione industriale”, che si sarebbe evoluta ulteriormente oltre la decade degli ‘80.
 

In Italia però, lo Stato prese provvedimenti solo nove anni dopo la crisi energetica, con l’emanazione della Legge 308/82. L’articolo 22 della stessa stabiliva, in modo un po’ vago, l’obbligo di nominare un “funzionario responsabile della conservazione dell’energia”.
 

Ancora nove anni più tardi, con l’art. 19 della Legge 10/91, venne istituita la figura del “Responsabile per la conservazione e l’uso razionale dell’energia” (in genere chiamato Energy Manager).
 

Ai sensi della Legge 10/91, la nomina dell’Energy Manager è obbligatoria nelle realtà industriali caratterizzate da consumi superiori ai 10.000 TEP/anno e in quelle dei settori civile, terziario e trasporti che presentino una soglia di consumo superiore a 1.000 tep/anno.
 

La stessa legge stabilisce inoltre l’obbligo di redigere un Piano Energetico Comunale (PEC) per i Comuni con popolazione superiore a 50.000 abitanti.
 

Successivamente all’entrata in vigore della legge 10/91, la F.l.R.E. (Federazione Italiana per l’uso Razionale dell’Energia www.fire-italia.org) è stata incaricata dal Ministero dell’Industria, del Commercio e dell’Artigianato (M.l.C.A., oggi chiamato Ministero dello Sviluppo Economico, M.I.S.E) a espletare le diverse attività di supporto per l’attuazione dell’art. 19 della Legge 10/91, tra le quali la registrazione ed il censimento degli Energy Manager.
 

Le Aziende o gli Enti possono nominare un proprio dipendente o un consulente esterno come Energy Manager. In ogni caso, il responsabile della nomina e della sua comunicazione alla FIRE è il legale rappresentante dell’organizzazione.
 

Ai sensi della Legge 10/91, a seguito del superamento in un anno fiscale delle soglie di consumi di fonti primarie (10.000 o 1000 TEP/anno a seconda del soggetto), i soggetti preposti devono provvedere a nominare un Energy Manager entro il 30 aprile dell’anno successivo. Successivamente, nel caso sussistano le condizioni, la nomina deve essere ripresentata ogni anno.
 

La menzionata legge contempla anche la nomina volontaria: possono dotarsi di Energy Manager le aziende che consumano meno di 1.000 TEP/anno, per esempio con lo scopo di valorizzare l’ottimizzazione dei consumi energetici in termini ecologici ed etici nella loro comunicazione strategica.
 

In tale caso, la prima nomina di un Energy Manager da parte di un soggetto non obbligato può avvenire oltre il 30 aprile. Negli anni successivi però le eventuali nomine devono vanno presentate entro il suddetto termine.
 

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L’identikit dell’Energy Manager: competenze e compiti

 

Quale formazione e competenze deve avere l’Energy Manager? Si tratta senza alcun dubbio di un profilo professionale di alto livello, dotato di competenze manageriali, tecniche, economico-finanziarie, legislative e comunicative. Tra i suoi compiti c’è quello di supportare i decisori aziendali nelle politiche di gestione o nell’uso razionale dell’energia.
 

Questa figura professionale offre un grande aiuto nel supportare le imprese e gli Enti pubblici ad attuare le politiche di riduzione dei consumi energetici, dei costi e della gestione efficiente dell’energia in tutte le fasi dalla produzione alla conduzione delle utenze.
 

L’Energy Manager ha il compito di verificare i consumi, ottimizzandoli e promuovendo interventi mirati all’efficienza energetica e all’uso di fonti rinnovabili.
 

Questo si traduce in un ruolo differente a seconda delle caratteristiche dimensionali della struttura considerata:

  • In un’organizzazione complessa, l’Energy Manager sarà preferibilmente un dirigente alla guida di un gruppo di persone di estrazione prevalentemente tecnica;
  • Nelle aziende di medie dimensioni sarà un manager con approfondite competenze in materia di efficienza energetica e approvvigionamento di risorse, solitamente con qualifica di dirigente o quadro;
  • Infine, nell’aziende ed enti di piccole dimensioni sarà più conveniente avvalersi di un consulente esterno con competenze tecniche e manageriali.

 

L’Energy Manager analizza i consumi attraverso audit ad hoc (diagnosi energetiche) o dai rapporti prodotti da sistemi di telegestione, telecontrollo e automazione, ove disponibili.
 

Individua le inefficienze e propone soluzioni per l’ottimizzazione dei consumi attraverso la corretta regolazione, utilizzo appropriato dal punto di vista energetico e manutenzione degli impianti.
 

Istruisce il personale dipendente ad adottare comportamenti consapevoli e mirati al risparmio energetico all’interno del luogo di lavoro e suggerisce ai titolari investimenti migliorativi dei processi produttivi, e delle prestazioni dei servizi collegati.
 

Un’altra funzione che spesso riguarda l’Energy Manager è la gestione degli acquisti di energia elettrica e altri vettori energetici. Chiaramente in questo caso si tratta di ridurre i costi di acquisto, eventualmente promuovendo la corretta gestione dei carichi elettrici in modo da evitare picchi di potenza che comportino costi maggiori, sia per fascia di consumo che per potenza impegnata.
 

L’evoluzione del mercato elettrico sta inoltre aprendo nuove opportunità legate al campo delle cosiddette “comunità energetiche rinnovabili” e “comunità energetiche dei cittadini”.
 

Le comunità energetiche costituiscono gruppi di soggetti in grado di produrre, consumare e condividere energia da fonti rinnovabili. Può trattarsi di imprese e amministrazioni comunali, ma anche cooperative o nuclei familiari.
 

La delibera 318/2020/R/EEL di ARERA (Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente) ha disciplinato le modalità di gestione economica dell’energia condivisa, sia nell’ambito di comunità di energia rinnovabile che nei gruppi di autoconsumatori.
 

In futuro, l’Energy Manager, dovrà gestire sempre più in modo integrato l’uso razionale dell’energia in tutte le sue fasi: dall’efficientamento degli usi finali e dalla generazione in loco (rinnovabile e/o cogenerativa) all’acquisto da rete anche tramite PPA (power purchase agreement) di elettricità verde.
 

Dall’identikit dell’Energy Manager si evince un profilo poliedrico, che oltre alle competenze tecniche ed organizzative deve possedere una notevole capacità comunicativa per gestire i rapporti interpersonali, spesso con interlocutori di diverse estrazioni professionali: legali, contabili, finanziari, sindacali, politiche…
 

In poche parole, l’Energy Manager ideale è un professionista con solide basi di termodinamica, elettrotecnica, fonti rinnovabili, valutazione degli investimenti, legislazione energetica e ambientale e conoscenza dei mercati energetici, unite possibilmente a doti comunicative.
 

In ultima analisi, deve possedere un arsenale di competenze, un mix di conoscenze teoriche e pratiche maturate in campo e frequentando corsi di aggiornamento professionale continuo, in cui è possibile confrontarsi con altri professionisti e trovare risposte a quesiti.
 

Nonostante la crisi e la complessità del ruolo, le nomine degli Energy Manager, registrate dalla FIRE nel periodo 2003 – 2019, sono cresciute del 13% (figura 1).
 

Grafico con l'andamento delle nomine degli Energy Manager per settore, inclusi soggetti volontari

Figura 1: Andamento delle nomine degli E.M. per settore, inclusi soggetti volontari. Fonte: FIRE.


 

La domanda di Energy Manager, com’è logico aspettarsi, è maggiore nelle Regioni con la maggiore vocazione industriale (figura 2).
 

Illustrazione con la Domanda di Energy Manager per regione nel 2019

Figura 2: Domanda di Energy Manager per regione, dati FIRE 2019.


 
 

L’evoluzione futura dell’Energy Manager: l’Esperto in Gestione dell’Energia

Quali prospettive di lavoro per chi si forma come Energy Manager? Il D.Lgs. 102/2014, modificato e integrato dal D.Lgs. 14 luglio 2020 n.73, recepisce la Direttiva Europea 2012/27/UE sull’efficienza energetica. Inoltre definisce obblighi e strumenti per favorire la diffusione dell’efficienza energetica.
 

In particolare, chiarisce le tempistiche per la certificazione come Esperto in Gestione dell’Energia (EGE) dell’Energy Manager per le imprese interessate all’accesso diretto allo schema dei certificati bianchi o alla realizzazione in proprio delle diagnosi energetiche obbligatorie per le grandi imprese e le imprese energivore.
 

L’EGE è dunque l’evoluzione normativa dell’Energy Manager. Si tratta di una figura i cui requisiti sono definiti dalla norma UNI CEI 11339 per la quale è possibile avvalersi di certificazione di enti terzi accreditati, in Italia solitamente da Accredia.
 

L’EGE raccoglie le competenze dell’Energy Manager e degli esperti attivi come professionisti o dipendenti di ESCO e società di servizi energetici e svolge la funzione di Energy Auditor in relazione alle diagnosi obbligatorie di cui all’art. 8 del D.Lgs. 102/2014. La certificazione viene rilasciata sulla base di un’esperienza minima sul campo e del superamento di un esame.
 

Ai sensi della normativa vigente, tutti i soggetti appartenenti a qualsiasi settore produttivo, sia in qualità di organizzazioni pubbliche che private (Agenzie Energetiche, Enti Locali, Banche e le ESCo.) che intendono adottare ed applicare un Sistema di Gestione dell’Energia (SGE), certificabile ai sensi sella norma ISO 50001, così come anche le società di ingegneria ai fini della redazione delle diagnosi energetiche e la stesura degli studi di fattibilità per l’accesso agli strumenti finanziari per l’efficienza energetica (per esempio i certificati bianchi) hanno la necessità di affidarsi alle capacità e alle competenze di un EGE.
 

Secondo le ultime statistiche della FIRE (il Rapporto Energy Manager 2020, scaricabile QUI) ad agosto 2020 risultano presenti sul sito di ACCREDIA 3.006 certificati, emessi dai vari organismi di certificazione, relativi alla certificazione di Esperto in Gestione dell’Energia (UNI CEI 11339) conformi al D.Lgs. 102/2014.
 

Ciò dimostra il crescente aumento di sensibilità nei confronti delle problematiche energetiche, sia da parte della Pubblica Amministrazione che dalle aziende private.
 

L’unico aspetto negativo, per il quale c’è un ampio margine di miglioramento futuro, riguarda la parità di genere: al 2020 solo l’8% degli Energy Manager registrati sono donne, ed il 66% di esse risiedono nelle Regioni del Nord.
 

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Energy Manager: risorse online

 

Online è possibile approfondire ulteriormente la conoscenza col profilo professionale dell’Energy Manager attraverso diverse risorse, che elenchiamo qui:
 

Il portale FIRE dedicato agli Energy Manager e gli EGE
https://em.fire-italia.org/
 

La pagina Wikipedia dedicata all’Energy Manager
https://it.wikipedia.org/wiki/Energy_manager
 

La pagina ufficiale del Ministero dello Sviluppo Economico dedicata all’Energy Manager
https://www.mise.gov.it/index.php/it/energia/efficienza-energetica/energy-manager
 

Il sito ufficiale dell’Associazione Energy Managers
https://www.energymanagers.it/
 

Piacenza, 3 febbraio 2021

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