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"Mi occupo di diritto ambientale da oltre trent’anni TuttoAmbiente è la guida più autorevole per la formazione e la consulenza ambientale Conta su di noi" Stefano Maglia
Molte notizie meriterebbero una nota. E, forse, quella che si sta per commentare non è certo quella più importante…e tuttavia contiene delle forte suggestioni.
Faccio riferimento all’Assessore all’Ambiente della Regione Toscana, Bramerini, che commentando un esempio concreto di politica industriale in materia di riciclo sviluppata in Toscana, ha dichiarato: “Faccio questa proposta concreta al ministro: l’Italia segua l’esempio della Toscana e metta degli incentivi non solo per le energie rinnovabili, ma anche per le materie rinnovabili.”
Non si vuole qui certo saltare sul carro degli incentivi, ma mi sembra che l’Assessore colga un aspetto importante collegato al destino manifatturiero (o meno) dell’Italia e, in fondo, alla collocazione stessa del nostro Paese nei prossimi decenni.
Nella “Roadmap verso un’Europa efficiente nell’utilizzo delle risorse” pubblicata il 21 settembre 2011 dalla Commissione europea è stato evidenziato come nel corso del XX secolo l’impiego di combustibili fossili nel mondo sia cresciuto di 12 volte e l’estrazione di risorse materiali di 34 volte. Secondo la UE ogni cittadino consuma ogni anno 16 tonnellate di materiali, 6 delle quali sono sprecate (la metà finisce in discarica).
L’Italia è un buon esempio di utilizzo di risorse, di rifiuti e di materie prime secondarie come dimostra anche il rapporto presentato nel dicembre scorso da FISE UNIRE. Ciò è collegato alla struttura manifatturiera del Paese, che è la più importante in Europa dopo la Germania.
Ma per mantenere questo “primato” le politiche di ottimizzazione delle risorse, dei rifiuti e delle materie prime secondarie (e/o EOW) vanno migliorate alla luce della Direttiva Rifiuti 98/2008 e d Tabella di marcia per un utilizzo efficienze delle risorse, Comunicazione della Commissione pubblicata il 20 settembre.
Ciò può essere ottenuto con modifiche minime alla normativa vigente, ma soprattutto attuando sempre meglio quella già esistente.
Ciò significa, da una parte, migliorare il ciclo dei rifiuti e delle materie prime secondarie utilizzate nel recupero della materia, dall’altra, utilizzare di più i rifiuti per produrre energia come strumento per supportare il riciclo (nel rispetto, quindi della gerarchia comunitaria) e contribuire alla competitività del Paese in termini di bolletta energetica e di rispetto della Direttiva ETS.
Non esiste un’industria e l’industria del riciclo, ma c’è (già) un’industria che ricicla, che ha fatto dell’efficienza la sua ricetta vitale, ma che può fare ancora molto su questa via.
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Ferragosto nel segno dell’efficienza
di Massimo Medugno
Molte notizie meriterebbero una nota. E, forse, quella che si sta per commentare non è certo quella più importante…e tuttavia contiene delle forte suggestioni.
Faccio riferimento all’Assessore all’Ambiente della Regione Toscana, Bramerini, che commentando un esempio concreto di politica industriale in materia di riciclo sviluppata in Toscana, ha dichiarato: “Faccio questa proposta concreta al ministro: l’Italia segua l’esempio della Toscana e metta degli incentivi non solo per le energie rinnovabili, ma anche per le materie rinnovabili.”
Non si vuole qui certo saltare sul carro degli incentivi, ma mi sembra che l’Assessore colga un aspetto importante collegato al destino manifatturiero (o meno) dell’Italia e, in fondo, alla collocazione stessa del nostro Paese nei prossimi decenni.
Nella “Roadmap verso un’Europa efficiente nell’utilizzo delle risorse” pubblicata il 21 settembre 2011 dalla Commissione europea è stato evidenziato come nel corso del XX secolo l’impiego di combustibili fossili nel mondo sia cresciuto di 12 volte e l’estrazione di risorse materiali di 34 volte. Secondo la UE ogni cittadino consuma ogni anno 16 tonnellate di materiali, 6 delle quali sono sprecate (la metà finisce in discarica).
L’Italia è un buon esempio di utilizzo di risorse, di rifiuti e di materie prime secondarie come dimostra anche il rapporto presentato nel dicembre scorso da FISE UNIRE. Ciò è collegato alla struttura manifatturiera del Paese, che è la più importante in Europa dopo la Germania.
Ma per mantenere questo “primato” le politiche di ottimizzazione delle risorse, dei rifiuti e delle materie prime secondarie (e/o EOW) vanno migliorate alla luce della Direttiva Rifiuti 98/2008 e d Tabella di marcia per un utilizzo efficienze delle risorse, Comunicazione della Commissione pubblicata il 20 settembre.
Ciò può essere ottenuto con modifiche minime alla normativa vigente, ma soprattutto attuando sempre meglio quella già esistente.
Ciò significa, da una parte, migliorare il ciclo dei rifiuti e delle materie prime secondarie utilizzate nel recupero della materia, dall’altra, utilizzare di più i rifiuti per produrre energia come strumento per supportare il riciclo (nel rispetto, quindi della gerarchia comunitaria) e contribuire alla competitività del Paese in termini di bolletta energetica e di rispetto della Direttiva ETS.
Non esiste un’industria e l’industria del riciclo, ma c’è (già) un’industria che ricicla, che ha fatto dell’efficienza la sua ricetta vitale, ma che può fare ancora molto su questa via.
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