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La nuova classificazione dei rifiuti e le norme attese nel 2021

di Paolo Pipere

Categoria: Rifiuti

Dopo il recepimento del pacchetto di direttive sull’economia circolare, e la conseguente radicale modifica delle norme sui rifiuti, quest’anno dovrebbe portare altre importanti novità.
 

La nuova classificazione dei rifiuti, prima di tutto. Dal 1° gennaio sono entrate in vigore le disposizioni che modificano profondamente la classificazione dei rifiuti. Gran parte dei rifiuti prodotti dalle attività economiche – ma non quelli delle imprese industriali, agricole e edili – sono divenuti rifiuti urbani, le superfici assoggettate alla tassa rifiuti sono aumentate, così come, molto probabilmente, l’ammontare del tributo.
 

Le imprese devono scegliere se affidare i rifiuti destinati al recupero al concessionario del servizio pubblico di raccolta oppure ad operatori privati, impegnandosi a mantenere la scelta per cinque anni. Necessaria anche una variazione della dichiarazione delle superfici imponibili, anche se quasi tutti i Comuni non hanno ancora fornito indicazioni di dettaglio sulle modalità di comunicazione dei dati.
 

Nessuna alternativa al servizio pubblico per i nuovi rifiuti urbani – per esempio, vernici, inchiostri, resine, e detergenti – destinati allo smaltimento. Si prospetta un anno difficile sia per le imprese sia per i Comuni.
 

Questi ultimi, infatti, dovranno radicalmente modificare il servizio di raccolta.
 

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Prodotti monouso in plastica

 

In dirittura d’arrivo anche il recepimento della Direttiva sui prodotti monouso in plastica. La norma, che dovrà essere recepita entro il 3 luglio, vieterà l’immissione sul mercato di posate (forchette, coltelli, cucchiai, bacchette), piatti, cannucce, agitatori per bevande, aste da attaccare a sostegno dei palloncini, contenitori per alimenti in polistirene espanso – ossia recipienti quali scatole con o senza coperchio, usati per alimenti (destinati al consumo immediato, sul posto o da asporto generalmente consumati direttamente dal recipiente e pronti per il consumo senza ulteriore preparazione, per esempio cottura, bollitura o riscaldamento, compresi i contenitori per alimenti tipo fast food o per altri pasti pronti per il consumo immediato, a eccezione di contenitori per bevande, piatti, pacchetti e involucri contenenti alimenti), contenitori per bevande in polistirene espanso e relativi tappi e coperchi, tazze per bevande in polistirene espanso e relativi tappi e coperchi.
 

Etichettatura ambientale degli imballaggi e piano d’azione per l’economia circolare

 

Il cosiddetto “decreto milleproroghe”, invece, ha rinviato al 31 dicembre 2021 l’obbligo di etichettatura ambientale degli imballaggi. Una disposizione che in precedenza era diventata obbligatoria dal 26 settembre 2020, ma senza che fossero state fornite indicazioni sulle norme UNI da rispettare.
 

Attese anche le misure che concretizzeranno il piano d’azione per l’economia circolare “Per un’Europa più pulita e più competitiva” della Commissione Europea. In primo luogo, dovranno essere emanate le disposizioni sulla progettazione di prodotti sostenibili. Secondo la Commissione: “L’obiettivo centrale di questa iniziativa legislativa sarà l’estensione della direttiva concernente la progettazione ecocompatibile al di là dei prodotti connessi all’energia, in modo che il quadro della progettazione ecocompatibile possa applicarsi alla più ampia gamma possibile di prodotti e rispetti i principi della circolarità”.
 

In particolare, sono state previste misure per il miglioramento della durabilità, della riutilizzabilità, della possibilità di upgrading e della riparabilità dei prodotti e l’aumento della loro efficienza sotto il profilo energetico e delle risorse.
 

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Si incentiverà l’aumento del contenuto riciclato nei prodotti, la possibilità di rifabbricazione e di riciclaggio di elevata qualità, sarà introdotto il divieto di distruggere i beni durevoli non venduti e si promuoverà il modello “prodotto come servizio” o di altri modelli in cui i produttori mantengono la proprietà del prodotto o la responsabilità delle sue prestazioni per l’intero ciclo di vita. Previsto anche un “sistema di ricompense destinate ai prodotti in base alle loro diverse prestazioni in termini di sostenibilità, anche associando i livelli elevati di prestazione all’ottenimento di incentivi”.
 

In secondo luogo, il piano d’azione intende garantire che i consumatori ricevano informazioni attendibili e pertinenti sui prodotti presso il punto vendita, anche in merito alla durata di vita e alla disponibilità di servizi di riparazione, pezzi di ricambio e manuali di riparazione.
 

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Infine, la Commissione intende favorire l’incremento della circolarità nell’industria, agevolando la simbiosi industriale con l’istituzione di un sistema di comunicazione e certificazione promosso dalle imprese , promuovendo il settore della bioeconomia sostenibile e l’uso delle tecnologie digitali per la tracciabilità, la rintracciabilità e la mappatura delle risorse.
 
 

Piacenza, 4 dicembre 2021
 

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