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Materie prime critiche: i prossimi passi dell’UE

di Giacomo Spoldi

Categoria: Europa

La Commissione europea ha presentato, il 16 marzo 2023, una proposta di regolamento affinché si diversifichino le fonti di approvvigionamento nel settore delle materie prime critiche, ed in special modo per quelle utilizzate nella produzione di batterie e microprocessori.

L’obiettivo è, entro la fine del decennio, limitare la dipendenza da un solo paese al 65% della domanda.

Partendo dalla definizione, si considerano materie prime critiche o strategiche quei materiali di strategica importanza economica per l’Europa e caratterizzati allo stesso tempo da alto rischio di fornitura.

Non è secondario sottolineare che queste materie prime sono fondamentali per numerose attività industriali, e sono particolarmente importanti per la transizione ecologica: infatti, vengono utilizzate per esempio nelle turbine eoliche, nei pannelli fotovoltaici e nelle batterie. Queste tecnologie richiedono una grande quantità di minerali e metalli, con una domanda prevista in continua crescita nei prossimi anni. Si stima, per esempio, che al 2030 l’Europa avrà bisogno di 18 volte più litio e 5 volte più cobalto rispetto ai livelli attuali per la fabbricazione di batterie per veicoli elettrici e stoccaggio di energia. Nel 2050, questo fabbisogno crescerà a 60 volte più litio e 15 volte più cobalto rispetto ai livelli attuali. Per il neodimio, già nel 2025 potrebbero servire 120 volte l’attuale domanda dell’Unione Europea[1].

Riassumendo: sempre più richiesta e sempre meno disponibilità, il tutto che si traduce in un difficile approvvigionamento. Non ci si può nascondere, purtroppo.

L’Unione Europea dipende dai mercati internazionali per l’approvvigionamento delle materie prime critiche, perché queste sono prodotte da Paesi terzi.

Il problema dell’importazione non è unicamente associato ad un aspetto economico, ma si correla anche ad un forte rischio legato soprattutto a situazioni instabili dal punto di vista geopolitico. Nello specifico, è di tutta evidenza che il rischio della fornitura dipenda dal fatto che la produzione sia concentrata in un numero irrisorio di Paesi e dalla forte dipendenza europea per le importazioni delle materie prime critiche. Inoltre, si aggiunga che spesso questi materiali vengono importati da Paesi sottosviluppati, con gravi deficit nella tutela dei diritti umani. Fra questi si possono sicuramente citare: Cina, che fornisce il 98% delle terre rare; Turchia, che fornisce il 98% dei borati; Sudafrica, che fornisce il 71% del platino e percentuali maggiori di iridio, rodio e rutenio; Cile, che fornisce il 78% del litio.

Il regolamento sulle materie prime critiche fornirà all’Unione gli strumenti per garantire l’accesso a un approvvigionamento sicuro e sostenibile di materie prime critiche, sinteticamente attraverso:

La definizione di chiare priorità d’azione

Più in particolare, il regolamento individua un elenco di materie prime strategiche, che sono fondamentali per le tecnologie importanti per le ambizioni verdi e digitali dell’Europa e per le applicazioni di difesa e spaziali, pur essendo soggette a potenziali rischi di approvvigionamento in futuro. Il regolamento inserisce nel diritto dell’UE sia l’elenco delle materie prime critiche che quello delle materie prime strategiche.

 

La creazione di catene di approvvigionamento di materie prime critiche sicure e resilienti nell’UE

Entrando nel dettaglio, l’Atto, infatti, prevede delle riduzioni per gli oneri amministrativi e semplificazioni per le procedure di autorizzazione per i progetti di materie prime critiche nell’UE. Inoltre, i progetti strategici selezionati beneficeranno di un sostegno per l’accesso ai finanziamenti e di tempi di autorizzazione più brevi (24 mesi per i permessi di estrazione e 12 mesi per i permessi di lavorazione e riciclaggio). Gli Stati membri dovranno anche sviluppare programmi nazionali per l’esplorazione delle risorse geologiche.

 

La garanzia che l’UE possa mitigare i rischi di approvvigionamento

Al fine di garantire la resilienza delle catene di approvvigionamento, il regolamento prevede il monitoraggio delle catene di approvvigionamento di materie prime critiche e il coordinamento delle scorte di materie prime strategiche tra gli Stati membri.

 

 

Investimenti in ricerca, innovazione e competenze

La Commissione, infatti, rafforzerà l’adozione e la diffusione di tecnologie innovative nel campo delle materie prime critiche.

 

Protezione per l’ambiente migliorando la circolarità e la sostenibilità delle materie prime critiche

A questo proposito, si prevede un miglioramento della sicurezza e dell’accessibilità delle forniture di materie prime essenziali per andare di pari passo con maggiori sforzi per mitigare qualsiasi impatto negativo, sia all’interno dell’UE che nei Paesi terzi, per quanto riguarda i diritti del lavoro, i diritti umani e la protezione dell’ambiente. Tutto ciò contribuirà a promuovere lo sviluppo economico nei Paesi terzi e anche la governance della sostenibilità, i diritti umani, la risoluzione dei conflitti e la stabilità regionale.

Inoltre, si prevede che gli Stati membri dovranno adottare e attuare misure nazionali per migliorare la raccolta dei rifiuti ricchi di materie prime critiche e garantirne il riciclaggio in materie prime critiche secondarie.

 

Impegno internazionale

 

Diversificazione delle importazioni dell’Unione di materie prime critiche

È un dato di fatto che l’UE non sarà mai autosufficiente nell’approvvigionamento di tali materie prime e continuerà a dipendere dalle importazioni per la maggior parte del suo consumo. Pertanto, il commercio internazionale si reputa essenziale e necessario per sostenere la produzione globale e garantire la diversificazione dell’approvvigionamento. A tal fine, l’Unione europea dovrà rafforzare il suo impegno globale con partner affidabili per sviluppare e diversificare gli investimenti, promuovere la stabilità del commercio internazionale e rafforzare la certezza del diritto per gli investitori.

 

Sviluppo di ulteriori i partenariati strategici

Il regolamento stabilisce che l’UE dovrà collaborare con partner affidabili per promuovere il loro sviluppo economico in modo sostenibile attraverso la creazione di catene del valore nei loro Paesi, promuovendo al contempo catene del valore sicure, resilienti, accessibili e sufficientemente diversificate per l’UE.

 

Prossimi passi

A questo punto, bisognerà attendere la discussione e l’approvazione del Parlamento europeo e del Consiglio dell’Unione europea prima della sua adozione ed entrata in vigore.

 

[1] Dal sito del Ministero delle Imprese e del Made in Italy.

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