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"Mi occupo di diritto ambientale da oltre trent’anni TuttoAmbiente è la guida più autorevole per la formazione e la consulenza ambientale Conta su di noi" Stefano Maglia
Quali priorità nel futuro della disciplina rifiuti?
di Chiara Zorzino
Categoria: Rifiuti
Dal documento approvato il 16 gennaio scorso dalla 13° Commissione Ambiente al Senato a conclusione dell’indagine conoscitiva “Sulle problematiche relative alla produzione e alla gestione dei rifiuti, con particolare riferimento ai costi posti a carico dei cittadini, alla tracciabilità, al compostaggio, alla raccolta differenziata ed alla effettiva destinazione al recupero ed al riuso dei rifiuti o delle loro porzioni”, avviata nel luglio 2008, è emerso un quadro assolutamente variegato, caratterizzato da notevoli contraddizioni intrinseche, che vantano punte di eccellenza, ma anche aspetti di profondo degrado. Lo studio intrapreso si è avvalso della documentazione fornita, tra gli altri, dall’ISPRA (Rapporto sui rifiuti del 2012), dall’Istat (Rapporto 2012), da Federambiente, da FISE-UNIRE, e della collaborazione di alcuni soggetti pubblici (il Consorzio per i servizi di Igiene del territorio – Autorità di bacino Treviso, SILEA, CEM Ambiente, il Consorzio Chierese, etc..), del CONAI ( accordo ANCI – CONAI), di Coldiretti, Confagricoltura e CIA. Numerosi son stati i temi affrontati: i differenti modelli di gestione e smaltimento; le diverse realtà geografiche; la gestione integrata; la raccolta indifferenziata; i problemi dei comuni turistici; il combustibile da rifiuto (CDR); gli impianti di smaltimento; la tipologia degli impianti: discariche, termovalorizzatori, compostaggio, impianti per il trattamento, impianti a sostegno della raccolta differenziata; le gestioni commissariali; alcune gestioni virtuose del ciclo integrato; i costi della gestione ordinaria; i costi delle gestioni straordinarie; i costi a carico dei cittadini; i consorzi di filiera; l’accordo tra l’ANCI e il CONAI; il volontariato ambientale; i rifiuti agricoli e le problematiche connesse; le questioni delle banche dati; il punto di vista delle associazioni di categoria delle società di gestione, trattamento e smaltimento; il SISTRI e il problema della tracciabilità; consorzi, aziende speciali, società pubbliche; alcune situazioni emergenziali: Campania, Lazio, Calabria, Sicilia. La maggior parte delle informazioni ricavate dalla sopracitata indagine è servita per l’attività della Commissione in sede legislativa e per la predisposizione dei pareri sulla materia in oggetto. Il documento approvato dalla Commissione, in conclusione, recita: “(..) le questioni da affrontare con maggiore urgenza sono le seguenti: a) una legislazione statale organica e specifica in ordine all’intero ciclo, che nel rispetto delle competenze costituzionalmente riconosciute alle autonomie locali, affronti con chiarezza: – la necessità di una piena conformità alla più recente normativa europea (in particolare alla direttiva 2008/98/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 19 novembre 2008), che prevede il raggiungimento di determinate percentuali di riciclaggio e non di raccolta differenziata e che impone agli Stati membri di operare in vista della riduzione dei rifiuti anche attraverso l’ampliamento della sfera dei sottoprodotti quali materiali non costituenti rifiuto; – la definizione dei soggetti gestori; – la definizione delle autorità preposte alla programmazione e al controllo, che, ferme restando le competenze degli enti locali, possano individuare gli obiettivi da perseguire e i livelli ottimali in cui svolgere il servizio (popolazione servita, tipologia di impianti, modalità di raccolta), tenendo nella dovuta considerazione sia il criterio delle aree territorialmente omogenee, sia l’esigenza di far sì che la procedura di costituzione delle aggregazioni di comuni rispetti il Titolo V della Costituzione e in particolare l’autonomia degli enti locali; – il modello giuridico delle società pubbliche del settore e degli altri soggetti pubblici operanti, modello che, nel rispetto della legislazione europea, tenga conto dell’articolato sistema degli affidamenti dell’intero servizio da parte dei comuni e per cui si consentano forme di riscossione diretta del tributo; – la definizione dei reati in materia, con particolare riferimento all’occupazione sistematica da parte della criminalità organizzata di intere porzioni del territorio nazionale proprio grazie alla gestione di servizi per loro natura “territoriali” e alle infiltrazioni malavitose nel campo degli smaltimenti illeciti; b) il ripensamento del nuovo tributo comunale sui rifiuti e sui servizi (TARES), che desta forte preoccupazione in quanto basato su elementi meramente patrimoniali e non invece raccordato al quantitativo di rifiuti prodotti e avviati a smaltimento e distorsivo del moderno ed efficiente meccanismo di tariffa correlata ad un servizio; c) conseguentemente la proposta e la diffusione di modelli di raccolta che consentano di passare realmente ad un sistema a tariffa, commisurato a quantità e qualità dei rifiuti prodotti; d) la previsione di una autorità nazionale preposta al settore dei rifiuti, come già analogamente avviene per altri settori (ad esempio: energia), che si occupi, per la parte riferita ai rifiuti urbani, anche della definizione dei livelli minimi della qualità dei servizi, dei costi, delle modalità di effettuazione dei servizi riferiti all’intero ciclo, della comparazione ordinata di costi industriali e dei costi posti a carico dei cittadini; della sistematica raccolta omogenea dei dati; e) il definitivo e reale superamento della gestione degli smaltimenti attraverso il sistema delle discariche; f) un censimento delle discariche autorizzate e non autorizzate al fine di avviarne la bonifica; g) la messa in funzione di un sistema di tracciabilità dei rifiuti prodotti, affrontando e ridefinendo l’intera partita SISTRI; h) l’obbligo delle regioni di raggiungere la reale e piena autonomia in materia di smaltimenti di tutte le frazioni dei rifiuti urbani raccolti; i) la non possibilità di smaltire i rifiuti urbani o di derivazione urbana (con cambio codice a seguito di trattamento) all’estero; l) il superamento definitivo delle gestioni commissariali; m) un impegno più serrato sulla raccolta differenziata, sul riciclo e sul riuso; n) un più convinto approccio al tema della riduzione dei rifiuti; o) l’incentivazione della filiera industriale del recupero, tenendo conto che lo sviluppo di questo segmento offrirebbe anche una concreta possibilità occupazionale in un momento tanto delicato per la vita del Paese.”
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Quali priorità nel futuro della disciplina rifiuti?
di Chiara Zorzino
Dal documento approvato il 16 gennaio scorso dalla 13° Commissione Ambiente al Senato a conclusione dell’indagine conoscitiva “Sulle problematiche relative alla produzione e alla gestione dei rifiuti, con particolare riferimento ai costi posti a carico dei cittadini, alla tracciabilità, al compostaggio, alla raccolta differenziata ed alla effettiva destinazione al recupero ed al riuso dei rifiuti o delle loro porzioni”, avviata nel luglio 2008, è emerso un quadro assolutamente variegato, caratterizzato da notevoli contraddizioni intrinseche, che vantano punte di eccellenza, ma anche aspetti di profondo degrado.
Lo studio intrapreso si è avvalso della documentazione fornita, tra gli altri, dall’ISPRA (Rapporto sui rifiuti del 2012), dall’Istat (Rapporto 2012), da Federambiente, da FISE-UNIRE, e della collaborazione di alcuni soggetti pubblici (il Consorzio per i servizi di Igiene del territorio – Autorità di bacino Treviso, SILEA, CEM Ambiente, il Consorzio Chierese, etc..), del CONAI ( accordo ANCI – CONAI), di Coldiretti, Confagricoltura e CIA.
Numerosi son stati i temi affrontati: i differenti modelli di gestione e smaltimento; le diverse realtà geografiche; la gestione integrata; la raccolta indifferenziata; i problemi dei comuni turistici; il combustibile da rifiuto (CDR); gli impianti di smaltimento; la tipologia degli impianti: discariche, termovalorizzatori, compostaggio, impianti per il trattamento, impianti a sostegno della raccolta differenziata; le gestioni commissariali; alcune gestioni virtuose del ciclo integrato; i costi della gestione ordinaria; i costi delle gestioni straordinarie; i costi a carico dei cittadini; i consorzi di filiera; l’accordo tra l’ANCI e il CONAI; il volontariato ambientale; i rifiuti agricoli e le problematiche connesse; le questioni delle banche dati; il punto di vista delle associazioni di categoria delle società di gestione, trattamento e smaltimento; il SISTRI e il problema della tracciabilità; consorzi, aziende speciali, società pubbliche; alcune situazioni emergenziali: Campania, Lazio, Calabria, Sicilia.
La maggior parte delle informazioni ricavate dalla sopracitata indagine è servita per l’attività della Commissione in sede legislativa e per la predisposizione dei pareri sulla materia in oggetto.
Il documento approvato dalla Commissione, in conclusione, recita: “(..) le questioni da affrontare con maggiore urgenza sono le seguenti:
a) una legislazione statale organica e specifica in ordine all’intero ciclo, che nel rispetto delle competenze costituzionalmente riconosciute alle autonomie locali, affronti con chiarezza:
– la necessità di una piena conformità alla più recente normativa europea (in particolare alla direttiva 2008/98/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 19 novembre 2008), che prevede il raggiungimento di determinate percentuali di riciclaggio e non di raccolta differenziata e che impone agli Stati membri di operare in vista della riduzione dei rifiuti anche attraverso l’ampliamento della sfera dei sottoprodotti quali materiali non costituenti rifiuto;
– la definizione dei soggetti gestori;
– la definizione delle autorità preposte alla programmazione e al controllo, che, ferme restando le competenze degli enti locali, possano individuare gli obiettivi da perseguire e i livelli ottimali in cui svolgere il servizio (popolazione servita, tipologia di impianti, modalità di raccolta), tenendo nella dovuta considerazione sia il criterio delle aree territorialmente omogenee, sia l’esigenza di far sì che la procedura di costituzione delle aggregazioni di comuni rispetti il Titolo V della Costituzione e in particolare l’autonomia degli enti locali;
– il modello giuridico delle società pubbliche del settore e degli altri soggetti pubblici operanti, modello che, nel rispetto della legislazione europea, tenga conto dell’articolato sistema degli affidamenti dell’intero servizio da parte dei comuni e per cui si consentano forme di riscossione diretta del tributo;
– la definizione dei reati in materia, con particolare riferimento all’occupazione sistematica da parte della criminalità organizzata di intere porzioni del territorio nazionale proprio grazie alla gestione di servizi per loro natura “territoriali” e alle infiltrazioni malavitose nel campo degli smaltimenti illeciti;
b) il ripensamento del nuovo tributo comunale sui rifiuti e sui servizi (TARES), che desta forte preoccupazione in quanto basato su elementi meramente patrimoniali e non invece raccordato al quantitativo di rifiuti prodotti e avviati a smaltimento e distorsivo del moderno ed efficiente meccanismo di tariffa correlata ad un servizio;
c) conseguentemente la proposta e la diffusione di modelli di raccolta che consentano di passare realmente ad un sistema a tariffa, commisurato a quantità e qualità dei rifiuti prodotti;
d) la previsione di una autorità nazionale preposta al settore dei rifiuti, come già analogamente avviene per altri settori (ad esempio: energia), che si occupi, per la parte riferita ai rifiuti urbani, anche della definizione dei livelli minimi della qualità dei servizi, dei costi, delle modalità di effettuazione dei servizi riferiti all’intero ciclo, della comparazione ordinata di costi industriali e dei costi posti a carico dei cittadini; della sistematica raccolta omogenea dei dati;
e) il definitivo e reale superamento della gestione degli smaltimenti attraverso il sistema delle discariche;
f) un censimento delle discariche autorizzate e non autorizzate al fine di avviarne la bonifica;
g) la messa in funzione di un sistema di tracciabilità dei rifiuti prodotti, affrontando e ridefinendo l’intera partita SISTRI;
h) l’obbligo delle regioni di raggiungere la reale e piena autonomia in materia di smaltimenti di tutte le frazioni dei rifiuti urbani raccolti;
i) la non possibilità di smaltire i rifiuti urbani o di derivazione urbana (con cambio codice a seguito di trattamento) all’estero;
l) il superamento definitivo delle gestioni commissariali;
m) un impegno più serrato sulla raccolta differenziata, sul riciclo e sul riuso;
n) un più convinto approccio al tema della riduzione dei rifiuti;
o) l’incentivazione della filiera industriale del recupero, tenendo conto che lo sviluppo di questo segmento offrirebbe anche una concreta possibilità occupazionale in un momento tanto delicato per la vita del Paese.”
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