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Rifiuti di plastica: una strategia europea per proteggere il pianeta e i cittadini
di Maria Adele Cerizza
Categoria: Rifiuti
La prima strategia sulla plastica – adottata lo scorso 16 gennaio con il titolo “Strategia europea per la plastica nell’economia circolare” (COM 2018- 28) – si inserisce nel processo di transizione verso un’economia più circolare.
Ogni anno gli europei generano 25 milioni di tonnellate di rifiuti di plastica, ma meno del 30 % è raccolta per essere riciclata. Nel mondo, le materie plastiche rappresentano l’85 % dei rifiuti sulle spiagge. Le materie plastiche raggiungono anche i polmoni e le tavole dei cittadini europei, con la presenza nell’aria, nell’acqua e nel cibo di microplastiche i cui effetti sulla salute umana restano sconosciuti. Basandosi sui lavori precedenti della Commissione, la nuova strategia europea sulla plastica affronterà la questione in modo diretto. La strategia è intesa a proteggere l’ambiente dall’inquinamento da plastica e a promuovere al contempo la crescita e l’innovazione, trasformando così una sfida in un programma positivo per il futuro dell’Europa. Vi è un forte interesse commerciale nel modificare il modo in cui i prodotti sono progettati, realizzati, utilizzati e riciclati nell’UE e assumendo un ruolo guida in questa transizione potremo creare nuove opportunità di investimento e nuovi posti di lavoro. Ai sensi dei nuovi piani, tutti gli imballaggi di plastica sul mercato dell’UE saranno riciclabili entro il 2030, l’utilizzo di sacchetti di plastica monouso sarà ridotto e l’uso intenzionale di microplastiche sarà limitato.
La strategia sulla plastica cambierà la progettazione, la realizzazione, l’uso e il riciclaggio dei prodotti nell’UE
Troppo spesso il modo in cui le materie plastiche sono attualmente prodotte, utilizzate e gettate non permette di cogliere i vantaggi economici derivanti da un approccio più circolare e arreca danni all’ambiente. Il duplice obiettivo è quello di tutelare l’ambiente e, al tempo stesso, di porre le basi per una nuova economia delle materie plastiche, in cui la progettazione e la produzione rispettano pienamente le necessità del riutilizzo, della riparazione e del riciclaggio e in cui sono sviluppati materiali più sostenibili. L’Europa è nella posizione migliore per guidare tale transizione e questo approccio sarà fonte di nuove possibilità di innovazione, competitività e creazione di posti di lavoro. Con la strategia sulla plastica, la Commissione ha adottato un quadro di monitoraggio, costituito da una serie di dieci indicatori chiave che coprono tutte le fasi del ciclo, che misurerà i progressi compiuti nella transizione verso un’economia circolare a livello nazionale e di UE. All’interno di questo quadro, l’Unione europea:
Renderà il riciclaggio redditizio per le imprese: saranno sviluppate nuove norme sugli imballaggi al fine di migliorare la riciclabilità delle materie plastiche utilizzate sul mercato e accrescere la domanda di contenuto di plastica riciclata. Con l’aumento della plastica raccolta, si renderebbe necessaria la creazione di impianti di riciclaggio perfezionati e con una capacità maggiore, oltre a un sistema per la raccolta differenziata e lo smistamento dei rifiuti in tutta l’UE migliore e standardizzato. In questo modo sarà possibile risparmiare circa un centinaio di euro per tonnellata raccolta e si creerà inoltre valore aggiunto per un’industria delle materie plastiche più competitiva e resiliente.
Ridurrà i rifiuti di plastica: la normativa europea ha già determinato una significativa riduzione dell’uso di sacchetti di plastica in diversi Stati membri. I nuovi piani si concentreranno ora su altri prodotti di plastica monouso e attrezzi da pesca, sostenendo campagne di sensibilizzazione nazionali e determinando l’ambito di applicazione delle nuove norme che saranno proposte a livello di UE nel 2018 sulla base di una consultazione delle parti interessate e di studi scientifici. La Commissione adotterà inoltre nuove misure per limitare l’uso delle microplastiche nei prodotti e stabilire l’etichettatura delle plastiche biodegradabili e compostabili.
Fermerà la dispersione di rifiuti in mare: nuove disposizioni relative agli impianti portuali di raccolta si concentreranno sui rifiuti marini nelle acque prevedendo misure intese a garantire che i rifiuti generati a bordo di imbarcazioni o raccolti in mare non siano abbandonati, ma riportati a terra e lì adeguatamente gestiti. Sono inoltre comprese misure volte a ridurre l’onere amministrativo che grava sui porti, le navi e le autorità competenti.
Orienterà gli investimenti e l’innovazione: la Commissione fornirà orientamenti alle autorità nazionali e alle imprese europee su come ridurre al minimo i rifiuti di plastica alla fonte. Il sostegno all’innovazione sarà aumentato, con 100 milioni di EUR di finanziamenti ulteriori per lo sviluppo di materiali plastici più intelligenti e più riciclabili, per processi di riciclaggio più efficienti e per tracciare e rimuovere le sostanze pericolose e i contaminanti dalle materie plastiche riciclate.
Stimolerà il cambiamento in tutto il mondo: oltre a fare la propria parte, l’Unione europea lavorerà con i suoi partner in tutto il mondo per proporre soluzioni globali e sviluppare standard internazionali.
Il conseguimento degli obiettivi illustrati nella presente strategia richiederà notevoli investimenti in infrastrutture e innovazione. Si stima che solo per raggiungere gli ambiziosi obiettivi di riciclaggio della plastica sarà necessario un investimento supplementare compreso tra 8,4 e 16,6 miliardi di euro. Pertanto, la creazione di un contesto favorevole agli investimenti e all’innovazione è fondamentale per l’attuazione della strategia.
Soluzioni innovative per una selezione avanzata dei rifiuti, il riciclaggio chimico e una migliore progettazione dei polimeri possono avere effetti incisivi. Ad esempio, la diffusione su scala industriale delle nuove soluzioni tecnologiche, come la filigrana digitale, potrebbe migliorare notevolmente la selezione e la rintracciabilità dei materiali, con pochi costi di adeguamento.
Anche la ricerca e l’innovazione possono fare la differenza nella prevenzione della produzione di rifiuti di plastica e dell’inquinamento da microplastica. La Commissione è particolarmente attenta alle innovazioni concernenti materiali che siano completamente biodegradabili in acqua di mare e nelle acque dolci e non danneggino l’ambiente e gli ecosistemi. Nuovi approcci ad esempio sviluppo di modelli imprenditoriali innovativi, logistica di ritorno o progettazione ai fini della sostenibilità possono fare molto per contribuire a ridurre al minimo i rifiuti di plastica alla fonte, realizzando nel contempo ulteriori benefici economici, ambientali e sociali. Infine, sono necessarie ulteriori ricerche scientifiche per misurare il potenziale impatto della microplastica sulla salute e sviluppare strumenti di monitoraggio migliori.
I finanziamenti dell’UE per la ricerca sosterranno tutti questi sforzi
Finora a titolo di Orizzonte 2020 sono stati erogati oltre 250 milioni di euro per finanziarie attività di ricerca e sviluppo in settori con rilevanza diretta per la strategia. Circa la metà di questa somma è stata utilizzata per contribuire allo sviluppo di materie prime alternative. Tali finanziamenti sono stati integrati dal sostegno erogato nell’ambito della politica di coesione dell’UE, nel quadro di strategie di specializzazione intelligenti. Un gran numero di queste strategie comprendono priorità che riguardano innovazioni relative alla plastica.
Da qui al 2020 un importo supplementare di 100 milioni di euro sarà destinato al finanziamento di misure prioritarie, tra cui lo sviluppo di materie plastiche più intelligenti e più riciclabili, il rafforzamento dell’efficienza dei processi di riciclaggio e l’individuazione e la rimozione delle sostanze pericolose e dei contaminanti dalla plastica riciclata. Infine, la Commissione svilupperà un programma strategico per la ricerca e l’innovazione sulla plastica allo scopo di fornire orientamenti per il finanziamento delle attività di ricerca e innovazione dopo il 2020.
Per conseguire gli obiettivi della presente strategia, la portata degli investimenti pubblici e privati deve aumentare in misura significativa, non soltanto per l’innovazione. Attualmente, gli investimenti privati negli impianti di selezione e riciclaggio sono frenati dalle incertezze relative alla redditività (tenuto conto, tra le altre cose, dei prezzi bassi del petrolio e della mancanza di sbocchi di mercato). A titolo di esempio, oggi solo i due terzi circa delle imprese operanti nel riciclaggio della plastica in Francia sono redditizie.
Come dimostrato dalla situazione in altri paesi dell’UE, è importante ammodernare e ampliare gli impianti di riciclaggio affinché il affinché il riciclaggio della plastica diventi economicamente sostenibile. Le autorità pubbliche devono investire per estendere e migliorare la raccolta differenziata. Regimi di responsabilità estesa del produttore ben congegnati possono svolgere un ruolo essenziale nel fornire i finanziamenti necessari. In alcuni paesi con tassi di riciclaggio molto alti, per esempio, la maggior parte dei costi della raccolta differenziata e del riciclaggio dei rifiuti di imballaggio è finanziata mediante contributi versati dai produttori.
Oltre ad essere una fonte di finanziamento, la responsabilità estesa del produttore può fornire alle imprese incentivi economici affinché sviluppino prodotti di plastica più sostenibili. Se ben concepiti e attuati in tutta Europa, i regimi di responsabilità estesa del produttore potrebbero contribuire a migliorare l’efficienza del processo di riciclaggio, incoraggiare la progettazione in funzione del riciclaggio, ridurre i rifiuti e il loro abbandono nell’ambiente e incentivare il dialogo tra produttori, autorità locali e imprese di riciclaggio.
Nella sua proposta di revisione della legislazione in materia di rifiuti, la Commissione mira a promuovere tale modello e a renderlo più efficace attraverso requisiti minimi comuni, sulla base delle migliori prassi esistenti. Per garantire il corretto funzionamento dei regimi di responsabilità estesa del produttore e sostenere gli investimenti nel riciclaggio, la Commissione fornirà orientamenti su come garantire un’efficace modulazione dei contributi versati dai produttori, in particolare per gli imballaggi. Ad esempio, l’«eco-modulazione» di tali contributi può produrre risultati solo se garantisce un ritorno finanziario in cambio di scelte più sostenibili nella progettazione dei prodotti.
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Rifiuti di plastica: una strategia europea per proteggere il pianeta e i cittadini
di Maria Adele Cerizza
La prima strategia sulla plastica – adottata lo scorso 16 gennaio con il titolo “Strategia europea per la plastica nell’economia circolare” (COM 2018- 28) – si inserisce nel processo di transizione verso un’economia più circolare.
Ogni anno gli europei generano 25 milioni di tonnellate di rifiuti di plastica, ma meno del 30 % è raccolta per essere riciclata. Nel mondo, le materie plastiche rappresentano l’85 % dei rifiuti sulle spiagge. Le materie plastiche raggiungono anche i polmoni e le tavole dei cittadini europei, con la presenza nell’aria, nell’acqua e nel cibo di microplastiche i cui effetti sulla salute umana restano sconosciuti. Basandosi sui lavori precedenti della Commissione, la nuova strategia europea sulla plastica affronterà la questione in modo diretto. La strategia è intesa a proteggere l’ambiente dall’inquinamento da plastica e a promuovere al contempo la crescita e l’innovazione, trasformando così una sfida in un programma positivo per il futuro dell’Europa. Vi è un forte interesse commerciale nel modificare il modo in cui i prodotti sono progettati, realizzati, utilizzati e riciclati nell’UE e assumendo un ruolo guida in questa transizione potremo creare nuove opportunità di investimento e nuovi posti di lavoro. Ai sensi dei nuovi piani, tutti gli imballaggi di plastica sul mercato dell’UE saranno riciclabili entro il 2030, l’utilizzo di sacchetti di plastica monouso sarà ridotto e l’uso intenzionale di microplastiche sarà limitato.
La strategia sulla plastica cambierà la progettazione, la realizzazione, l’uso e il riciclaggio dei prodotti nell’UE
Troppo spesso il modo in cui le materie plastiche sono attualmente prodotte, utilizzate e gettate non permette di cogliere i vantaggi economici derivanti da un approccio più circolare e arreca danni all’ambiente. Il duplice obiettivo è quello di tutelare l’ambiente e, al tempo stesso, di porre le basi per una nuova economia delle materie plastiche, in cui la progettazione e la produzione rispettano pienamente le necessità del riutilizzo, della riparazione e del riciclaggio e in cui sono sviluppati materiali più sostenibili.
L’Europa è nella posizione migliore per guidare tale transizione e questo approccio sarà fonte di nuove possibilità di innovazione, competitività e creazione di posti di lavoro. Con la strategia sulla plastica, la Commissione ha adottato un quadro di monitoraggio, costituito da una serie di dieci indicatori chiave che coprono tutte le fasi del ciclo, che misurerà i progressi compiuti nella transizione verso un’economia circolare a livello nazionale e di UE. All’interno di questo quadro, l’Unione europea:
Il conseguimento degli obiettivi illustrati nella presente strategia richiederà notevoli investimenti in infrastrutture e innovazione. Si stima che solo per raggiungere gli ambiziosi obiettivi di riciclaggio della plastica sarà necessario un investimento supplementare compreso tra 8,4 e 16,6 miliardi di euro. Pertanto, la creazione di un contesto favorevole agli investimenti e all’innovazione è fondamentale per l’attuazione della strategia.
Soluzioni innovative per una selezione avanzata dei rifiuti, il riciclaggio chimico e una migliore progettazione dei polimeri possono avere effetti incisivi. Ad esempio, la diffusione su scala industriale delle nuove soluzioni tecnologiche, come la filigrana digitale, potrebbe migliorare notevolmente la selezione e la rintracciabilità dei materiali, con pochi costi di adeguamento.
Anche la ricerca e l’innovazione possono fare la differenza nella prevenzione della produzione di rifiuti di plastica e dell’inquinamento da microplastica. La Commissione è particolarmente attenta alle innovazioni concernenti materiali che siano completamente biodegradabili in acqua di mare e nelle acque dolci e non danneggino l’ambiente e gli ecosistemi. Nuovi approcci ad esempio sviluppo di modelli imprenditoriali innovativi, logistica di ritorno o progettazione ai fini della sostenibilità possono fare molto per contribuire a ridurre al minimo i rifiuti di plastica alla fonte, realizzando nel contempo ulteriori benefici economici, ambientali e sociali. Infine, sono necessarie ulteriori ricerche scientifiche per misurare il potenziale impatto della microplastica sulla salute e sviluppare strumenti di monitoraggio migliori.
I finanziamenti dell’UE per la ricerca sosterranno tutti questi sforzi
Finora a titolo di Orizzonte 2020 sono stati erogati oltre 250 milioni di euro per finanziarie attività di ricerca e sviluppo in settori con rilevanza diretta per la strategia. Circa la metà di questa somma è stata utilizzata per contribuire allo sviluppo di materie prime alternative. Tali finanziamenti sono stati integrati dal sostegno erogato nell’ambito della politica di coesione dell’UE, nel quadro di strategie di specializzazione intelligenti. Un gran numero di queste strategie comprendono priorità che riguardano innovazioni relative alla plastica.
Da qui al 2020 un importo supplementare di 100 milioni di euro sarà destinato al finanziamento di misure prioritarie, tra cui lo sviluppo di materie plastiche più intelligenti e più riciclabili, il rafforzamento dell’efficienza dei processi di riciclaggio e l’individuazione e la rimozione delle sostanze pericolose e dei contaminanti dalla plastica riciclata. Infine, la Commissione svilupperà un programma strategico per la ricerca e l’innovazione sulla plastica allo scopo di fornire orientamenti per il finanziamento delle attività di ricerca e innovazione dopo il 2020.
Per conseguire gli obiettivi della presente strategia, la portata degli investimenti pubblici e privati deve aumentare in misura significativa, non soltanto per l’innovazione. Attualmente, gli investimenti privati negli impianti di selezione e riciclaggio sono frenati dalle incertezze relative alla redditività (tenuto conto, tra le altre cose, dei prezzi bassi del petrolio e della mancanza di sbocchi di mercato). A titolo di esempio, oggi solo i due terzi circa delle imprese operanti nel riciclaggio della plastica in Francia sono redditizie.
Come dimostrato dalla situazione in altri paesi dell’UE, è importante ammodernare e ampliare gli impianti di riciclaggio affinché il affinché il riciclaggio della plastica diventi economicamente sostenibile. Le autorità pubbliche devono investire per estendere e migliorare la raccolta differenziata. Regimi di responsabilità estesa del produttore ben congegnati possono svolgere un ruolo essenziale nel fornire i finanziamenti necessari. In alcuni paesi con tassi di riciclaggio molto alti, per esempio, la maggior parte dei costi della raccolta differenziata e del riciclaggio dei rifiuti di imballaggio è finanziata mediante contributi versati dai produttori.
Oltre ad essere una fonte di finanziamento, la responsabilità estesa del produttore può fornire alle imprese incentivi economici affinché sviluppino prodotti di plastica più sostenibili. Se ben concepiti e attuati in tutta Europa, i regimi di responsabilità estesa del produttore potrebbero contribuire a migliorare l’efficienza del processo di riciclaggio, incoraggiare la progettazione in funzione del riciclaggio, ridurre i rifiuti e il loro abbandono nell’ambiente e incentivare il dialogo tra produttori, autorità locali e imprese di riciclaggio.
Nella sua proposta di revisione della legislazione in materia di rifiuti, la Commissione mira a promuovere tale modello e a renderlo più efficace attraverso requisiti minimi comuni, sulla base delle migliori prassi esistenti. Per garantire il corretto funzionamento dei regimi di responsabilità estesa del produttore e sostenere gli investimenti nel riciclaggio, la Commissione fornirà orientamenti su come garantire un’efficace modulazione dei contributi versati dai produttori, in particolare per gli imballaggi. Ad esempio, l’«eco-modulazione» di tali contributi può produrre risultati solo se garantisce un ritorno finanziario in cambio di scelte più sostenibili nella progettazione dei prodotti.
Questo il link per consultare il testo integrale della Comunicazione sulla Strategia europea per la plastica nell’economia circolare: Strategia europea per la plastica nell’economia circolare; qui gli Allegati).
Di questo, e di tutte le altre novità in materia di rifiuti verrà fatto il punto nei prossimi appuntamenti formativi di Tuttoambiente:
Corso “Rifiuti, Scarichi, Emissioni – Disciplina e casi pratici“, a Milano, dal 13 al 15 marzo 2018
Master “Gestione Rifiuti“, sempre a Milano dal 9 maggio al 6 giugno 2018.
Info e approfondimenti: formazione@tuttoambiente.it – 0523.315305
Piacenza, 5.02.2018
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