Preveniamo rischi Risolviamo problemi Formiamo competenze
"Mi occupo di diritto ambientale da oltre trent’anni TuttoAmbiente è la guida più autorevole per la formazione e la consulenza ambientale Conta su di noi" Stefano Maglia
HSE Manager: il professionista del settore ambiente e sicurezza
di Paola Rossi
Categoria: Sicurezza lavoro
L’HSE manager è una delle figure emergenti nella moderna gestione ambientale, in quanto responsabile della soluzione dei problemi ambientali dell’impresa, guidandola tra obblighi, adempimenti, rischi ed opportunità. Fino a poco fa essere HSE significava essere stati “investiti” di tale titolo senza alcuna necessaria preparazione specifica, il più delle volte trattandosi di una mera estensione delle competenze e del ruolo del RSPP.
Dal 2018 c’è però addirittura una specifica Norma UNI di riferimento, ed è a questa che oggi bisogna riferirsi.
Ma chi è l’HSE? Quali sono le sue vere responsabilità e competenze?
HSE Manager: chi è? Cosa fa? Come si diventa?
Qualcuno ancora oggi ci scrive per domandarcelo: “che cosa significa HSE Manager?”. La definizione di HSE può essere trovata comodamente su Wikipedia, la sintetizziamo qui di seguito per comodità.
HSE è l’acronimo di “Health, Safety & Environment” (letteralmente: Salute, Sicurezza e Ambiente): l’HSE Manager è la figura che si occupa della gestione di questi aspetti all’interno dell’ecosistema aziendale di attività e processi.
Un HSE si occupa della redazione e dell’aggiornamento di tutta la documentazione necessaria all’adempimento degli obblighi in materia di Sicurezza e Ambiente, della gestione dei sistemi di sicurezza e di tutela ambientale, mantiene i rapporti con le autorità competenti e gli enti certificatori.
Studia e realizza gli adeguamenti conseguenti alla promulgazione di nuove leggi e norme, risolve le prescrizioni e le non conformità, raccoglie ed elabora i dati relativi al monitoraggio ambientale (scarichi, rifiuti, emissioni, risorse energetiche, etc.). Assicura l’implementazione dei requisiti di legge in materia di salute e Sicurezza sui luoghi di lavoro, D.Lgs 81/08.
Si occupa della valutazione dei rischi e dei piani di miglioramento, della verifica e gestione dei piani manutenzione, effettua indagini fisiche strumentali con supporto esterno, aggiorna le procedure. E ancora dovrà verificare la disponibilità ed il corretto uso dei dispositivi di protezione individuale (DPI) e verificare le disposizioni del Piano Operativo di Sicurezza (POS), eventualmente segnalando le modifiche da apportare.
Per diventare HSE Manager un buon punto di partenza è una laurea a indirizzo tecnico, come Ingegneria Meccanica o Elettrotecnica o Gestionale o dell’Ambiente e del Territorio.
Ma sarà necessario superare diversi esami per poter ottenere le certificazioni necessarie per poter lavorare in questo ruolo.
Tra le conoscenze necessarie per il superamento di questi esami ci sono quelle relative alla normativa e alla responsabilità connesse alla sicurezza sul lavoro e alla tutela dell’ambiente, all’implementazione di un sistema di gestione integrato sicurezza, qualità, ambiente ed etica, alla modalità di conduzione degli audit, alla gestione della fase di analisi del rischio per un appropriato piano di prevenzione, al controllo economico per un corretto investimento nelle azioni di miglioramento e di riduzione dei rischi, alla diffusione della cultura della sicurezza e gestione dei conflitti, allo sviluppo del benessere organizzativo aziendale, alla gestione delle situazioni di emergenza.
I Master e i corsi di formazione TuttoAmbiente per HSE Manager
TuttoAmbiente organizza corsi di formazione e Master per la preparazione, l’aggiornamento e il miglioramento delle conoscenze di tutti coloro che desiderano ricoprire o stanno già ricoprendo il ruolo di HSE Manager.
Tra gli argomenti fondamentali di questi eventi di Alta Formazione troviamo: In ambito “Salute e sicurezza sul lavoro”: il sistema legislativo in materia di sicurezza dei lavoratori; gli organi di vigilanza e procedure ispettive; i compiti, gli obblighi e le responsabilità dei soggetti del sistema di prevenzione aziendale secondo il D. Lgs. 81/08; la delega di funzioni; la responsabilità civile e penale, il sistema sanzionatorio.
In ambito “Tutela dell’ambiente”: la gestione dei rifiuti (normativa, classificazione, sistema autorizzatorio, sistema sanzionatorio); la tutela delle acque (normativa, soggetti preposti ai controlli, sistema sanzionatorio); l’inquinamento del suolo e bonifiche siti inquinati (normativa, procedure amministrative, ripristino ambientale, sistema sanzionatorio); l’inquinamento atmosferico (normativa nazionale, disciplina dell’inquinamento atmosferico di origine industriale, sanzioni amministrative e penali dopo i correttivi); VIA, VAS, IPPC e AUA.
In ambito “Responsabilità d’impresa”: le figure coinvolte e i soggetti interessati dal D. Lgs 231/01; i più frequenti Reati presupposto; Codice Etico; Sistema Disciplinare e Sanzionatorio; poteri e operatività dell’Organismo di Vigilanza; il Modello 231 e la sicurezza sul lavoro; le azioni strategiche per la società nel caso di indagini.
Ancora sul RSPP
Durante il corso del 24 maggio 2016 a Rivalta sono stati inoltre chiariti numerosi dubbi sui ruoli di soggetti della prevenzione, ossia del datore di lavoro, dirigente e preposto, quando sono nominati, se hanno una lettera di incarico e mansioni senza che per questo si delega di funzioni e il richiamo al “potere di fatto” ex art. 299 d.lgs. 81/08, casi in cui i lavoratori sono responsabili a diverso titolo.
La prof. Avv. Nunin ha spiegato le dinamiche processuali, suggerendo sistemi concreti per prevenire procedimenti penali, i sistemi di vigilanza, come opera la giurisprudenza e citando, inoltre, alcune delle autorevoli “direttive” del magistrato Raffaele Guariniello.
L’analisi spiccatamente pratica, del ruolo di RSPP, inquadrandolo nell’ambito dell’organizzazione aziendale, lo porta alla sua giusta accezione: l’RSPP è una figura centrale della prevenzione in materia di salute e sicurezza sul lavoro, designato dal datore di lavoro.
È un consulente specializzato, che esercita la propria attività di prevenzione e protezione dai rischi professionali per i lavoratori, con compiti che spaziano dal giuridico, al tecnico, gestionale e relazionale.
RSPP può essereinterno o esterno e il D.lgs. 81/08 detta i requisiti professionali (art. 32) che devono essere adeguati alle attività lavorative e alla tipologia di rischi presenti in azienda.
Il Responsabile del Servizio Prevenzione e Protezione è una figura aziendale obbligatoria, non sanzionata direttamente dal Testo Unico, ma casi giurisprudenziali (come la famosissima sentenza sul caso Tyssen), gli imputano responsabilità penale, civile o amministrativa.
Un altro argomento trattato è stato l’istituto della delega di funzioni disciplinata dall’art 16 d.lgs. 81/08, in forza della quale il datore di lavoro può trasferire poteri e relative responsabilità a un soggetto terzo delegato, che abbia una competenza professionale adeguata e che abbia espressamente accettato tale delega.
Il Testo Unico Ambientale indica i requisiti e condizioni: a) che essa risulti da atto scritto recante data certa; b) che il delegato possegga tutti i requisiti di professionalità ed esperienza richiesti dalla specifica natura delle funzioni delegate; c) che essa attribuisca al delegato tutti i poteri di organizzazione, gestione e controllo richiesti dalla specifica natura delle funzioni delegate; d) che essa attribuisca al delegato l’autonomia di spesa necessaria allo svolgimento delle funzioni delegate; e) che la delega sia accettata dal delegato per iscritto. Un requisito di trasparenza e non di validità è la pubblicità che deve essere adeguata e tempestiva (con affissione in bacheca, sul sito intranet aziendale, ecc.).
In ogni caso il datore di lavoro ha un obbligo di vigilanza sul corretto espletamento da parte del delegato delle funzioni trasferite.
Nella pratica, quindi, si ha delega di funzione quando, per esempio, il datore di lavoro trasferisce dei poteri propri, previsti dall’art. 18, al preposto i cui compiti sono limitati ai casi stabiliti nell’art. 19.
Diverso, anche se impropriamente fosse chiamata delega, è l’adempimento formale della nomina del Dirigente o del Preposto o una semplice lettera di incarichi che elenca le mansioni, ma che sono proprie di quella figura , ossia non è delega di funzioni in base all’art. 16 d.lgs 81/08.
La gestione della sicurezza passa tramite l’RSPP che ha una visione globale dei rischi dell’azienda e dovrà indicarli al datore di lavoro, per arrivare alla valutazione degli stessi, risultanti poi nel DVR (il Documento di Valutazione dei Rischi aziendale) per poter adottare le misure di prevenzione e protezione del caso.
RSPP, HSE Manager e i modelli di organizzazione e gestione
L’efficacia esimente alle responsabilità – nei casi e nei modi previsti dalla legge – avviene con la delega di funzioni, ma non solo. Infatti vi sono i sistemi di gestione della sicurezza con i c.d. modelli che sono esimenti della responsabilità amministrativa della persona giuridica (ex d.lgs. 231/01 e l’art. 30 del d.lgs. 81/08).
Due sono i modelli di organizzazione “certificati”, che si presumono conformi ai requisiti richiesti: SGSL definiti conformemente alle Linee guida UNI-INAIL per un sistema di gestione della salute e sicurezza sul lavoro e il British Standard OHSAS 18001:2007.
L’introduzione dell’art. 30 del D. Lgs. 81/08 ha portato importanti modifiche in quanto il sistema era basato sui reati dolosi, invece ora, in seguito ad un cambio di strategia si fa riferimento al reato di omicidio colposo e lesioni colpose gravi o gravissime commessi con violazione delle norme antinfortunistiche e sulla tutela dell’igiene e della salute sul lavoro (art. 589 e 590 c.p.), tra quelli per cui è applicabile il D. Lgs. 231/01, ossia la la responsabilità amministrativa delle persone giuridiche.
Si sottolinea il caso in cui l’azienda ha tratto un vantaggio dalla condotta che ha portato al reato e quindi sia ritenuta co-responsabile del reato che comunque dal punto di vista penale è “personale”. Si punisce quindi la “colpa organizzativa”.
L’art. 30 del D. Lgs. 81/08 richiama la possibilità (quindi è una facoltà) di istituire un modello di organizzazione e di gestione (MOG), avete efficacia esimente della responsabilità amministrativa della persona giuridica, una procedura semplificata nelle piccole e medie imprese, adempimento di tutti gli obblighi giuridici previsti.
In particolare art. 30, comma 5-bis recepisce le procedure semplificate per l’adozione e la efficace attuazione dei modelli di organizzazione e di gestione della sicurezza nelle piccole e medie imprese, semplificazioni riguardanti “alcuni aspetti organizzativi e le relative modalità applicative per l’adozione e l’efficace attuazione dei modelli di organizzazione e gestione della salute e sicurezza”.
Il modello deve essere “tagliato” sull’azienda specifico, pena la sua invalidità, così come sarà costruito, lentamente, affinché sia idonea a prevenire i rischi e diventare un monitore dei sistemi e sottosistemi.
Durante la mappatura è necessario fra i vari elementi prevedere i reati fra cui quindi quelli ambientali.
Che la relazione tra RSPP e HSE Manager fosse stretta lo si è capito anche al termine della giornata “altamente” formativa a Rivalta del 24 maggio 2016: le due materie si intrecciarono durante un excursus di sentenze giurisprudenziali in merito all’applicazione del D. lgs 231/07, in merito al concetto di vantaggio e interesse richiesto per configurare la responsabilità.
Tutte informazioni che completano il quadro che un RSPP e ancor più HSE deve avere per affrontare le problematiche della sicurezza sul luogo di lavoro.
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HSE Manager: il professionista del settore ambiente e sicurezza
di Paola Rossi
L’HSE manager è una delle figure emergenti nella moderna gestione ambientale, in quanto responsabile della soluzione dei problemi ambientali dell’impresa, guidandola tra obblighi, adempimenti, rischi ed opportunità.
Fino a poco fa essere HSE significava essere stati “investiti” di tale titolo senza alcuna necessaria preparazione specifica, il più delle volte trattandosi di una mera estensione delle competenze e del ruolo del RSPP.
Dal 2018 c’è però addirittura una specifica Norma UNI di riferimento, ed è a questa che oggi bisogna riferirsi.
Ma chi è l’HSE? Quali sono le sue vere responsabilità e competenze?
HSE Manager: chi è? Cosa fa? Come si diventa?
Qualcuno ancora oggi ci scrive per domandarcelo: “che cosa significa HSE Manager?”. La definizione di HSE può essere trovata comodamente su Wikipedia, la sintetizziamo qui di seguito per comodità.
HSE è l’acronimo di “Health, Safety & Environment” (letteralmente: Salute, Sicurezza e Ambiente): l’HSE Manager è la figura che si occupa della gestione di questi aspetti all’interno dell’ecosistema aziendale di attività e processi.
Un HSE si occupa della redazione e dell’aggiornamento di tutta la documentazione necessaria all’adempimento degli obblighi in materia di Sicurezza e Ambiente, della gestione dei sistemi di sicurezza e di tutela ambientale, mantiene i rapporti con le autorità competenti e gli enti certificatori.
Studia e realizza gli adeguamenti conseguenti alla promulgazione di nuove leggi e norme, risolve le prescrizioni e le non conformità, raccoglie ed elabora i dati relativi al monitoraggio ambientale (scarichi, rifiuti, emissioni, risorse energetiche, etc.).
Assicura l’implementazione dei requisiti di legge in materia di salute e Sicurezza sui luoghi di lavoro, D.Lgs 81/08.
Si occupa della valutazione dei rischi e dei piani di miglioramento, della verifica e gestione dei piani manutenzione, effettua indagini fisiche strumentali con supporto esterno, aggiorna le procedure.
E ancora dovrà verificare la disponibilità ed il corretto uso dei dispositivi di protezione individuale (DPI) e verificare le disposizioni del Piano Operativo di Sicurezza (POS), eventualmente segnalando le modifiche da apportare.
Per diventare HSE Manager un buon punto di partenza è una laurea a indirizzo tecnico, come Ingegneria Meccanica o Elettrotecnica o Gestionale o dell’Ambiente e del Territorio.
Ma sarà necessario superare diversi esami per poter ottenere le certificazioni necessarie per poter lavorare in questo ruolo.
Tra le conoscenze necessarie per il superamento di questi esami ci sono quelle relative alla normativa e alla responsabilità connesse alla sicurezza sul lavoro e alla tutela dell’ambiente, all’implementazione di un sistema di gestione integrato sicurezza, qualità, ambiente ed etica, alla modalità di conduzione degli audit, alla gestione della fase di analisi del rischio per un appropriato piano di prevenzione, al controllo economico per un corretto investimento nelle azioni di miglioramento e di riduzione dei rischi, alla diffusione della cultura della sicurezza e gestione dei conflitti, allo sviluppo del benessere organizzativo aziendale, alla gestione delle situazioni di emergenza.
I Master e i corsi di formazione TuttoAmbiente per HSE Manager
TuttoAmbiente organizza corsi di formazione e Master per la preparazione, l’aggiornamento e il miglioramento delle conoscenze di tutti coloro che desiderano ricoprire o stanno già ricoprendo il ruolo di HSE Manager.
Tra gli argomenti fondamentali di questi eventi di Alta Formazione troviamo:
In ambito “Salute e sicurezza sul lavoro”: il sistema legislativo in materia di sicurezza dei lavoratori; gli organi di vigilanza e procedure ispettive; i compiti, gli obblighi e le responsabilità dei soggetti del sistema di prevenzione aziendale secondo il D. Lgs. 81/08; la delega di funzioni; la responsabilità civile e penale, il sistema sanzionatorio.
In ambito “Tutela dell’ambiente”: la gestione dei rifiuti (normativa, classificazione, sistema autorizzatorio, sistema sanzionatorio); la tutela delle acque (normativa, soggetti preposti ai controlli, sistema sanzionatorio); l’inquinamento del suolo e bonifiche siti inquinati (normativa, procedure amministrative, ripristino ambientale, sistema sanzionatorio); l’inquinamento atmosferico (normativa nazionale, disciplina dell’inquinamento atmosferico di origine industriale, sanzioni amministrative e penali dopo i correttivi); VIA, VAS, IPPC e AUA.
In ambito “Responsabilità d’impresa”: le figure coinvolte e i soggetti interessati dal D. Lgs 231/01; i più frequenti Reati presupposto; Codice Etico; Sistema Disciplinare e Sanzionatorio; poteri e operatività dell’Organismo di Vigilanza; il Modello 231 e la sicurezza sul lavoro; le azioni strategiche per la società nel caso di indagini.
Ancora sul RSPP
Durante il corso del 24 maggio 2016 a Rivalta sono stati inoltre chiariti numerosi dubbi sui ruoli di soggetti della prevenzione, ossia del datore di lavoro, dirigente e preposto, quando sono nominati, se hanno una lettera di incarico e mansioni senza che per questo si delega di funzioni e il richiamo al “potere di fatto” ex art. 299 d.lgs. 81/08, casi in cui i lavoratori sono responsabili a diverso titolo.
La prof. Avv. Nunin ha spiegato le dinamiche processuali, suggerendo sistemi concreti per prevenire procedimenti penali, i sistemi di vigilanza, come opera la giurisprudenza e citando, inoltre, alcune delle autorevoli “direttive” del magistrato Raffaele Guariniello.
L’analisi spiccatamente pratica, del ruolo di RSPP, inquadrandolo nell’ambito dell’organizzazione aziendale, lo porta alla sua giusta accezione: l’RSPP è una figura centrale della prevenzione in materia di salute e sicurezza sul lavoro, designato dal datore di lavoro.
È un consulente specializzato, che esercita la propria attività di prevenzione e protezione dai rischi professionali per i lavoratori, con compiti che spaziano dal giuridico, al tecnico, gestionale e relazionale.
RSPP può essereinterno o esterno e il D.lgs. 81/08 detta i requisiti professionali (art. 32) che devono essere adeguati alle attività lavorative e alla tipologia di rischi presenti in azienda.
Il Responsabile del Servizio Prevenzione e Protezione è una figura aziendale obbligatoria, non sanzionata direttamente dal Testo Unico, ma casi giurisprudenziali (come la famosissima sentenza sul caso Tyssen), gli imputano responsabilità penale, civile o amministrativa.
Un altro argomento trattato è stato l’istituto della delega di funzioni disciplinata dall’art 16 d.lgs. 81/08, in forza della quale il datore di lavoro può trasferire poteri e relative responsabilità a un soggetto terzo delegato, che abbia una competenza professionale adeguata e che abbia espressamente accettato tale delega.
Il Testo Unico Ambientale indica i requisiti e condizioni:
a) che essa risulti da atto scritto recante data certa;
b) che il delegato possegga tutti i requisiti di professionalità ed esperienza richiesti dalla specifica natura delle funzioni delegate;
c) che essa attribuisca al delegato tutti i poteri di organizzazione, gestione e controllo richiesti dalla specifica natura delle funzioni delegate;
d) che essa attribuisca al delegato l’autonomia di spesa necessaria allo svolgimento delle funzioni delegate;
e) che la delega sia accettata dal delegato per iscritto.
Un requisito di trasparenza e non di validità è la pubblicità che deve essere adeguata e tempestiva (con affissione in bacheca, sul sito intranet aziendale, ecc.).
In ogni caso il datore di lavoro ha un obbligo di vigilanza sul corretto espletamento da parte del delegato delle funzioni trasferite.
Nella pratica, quindi, si ha delega di funzione quando, per esempio, il datore di lavoro trasferisce dei poteri propri, previsti dall’art. 18, al preposto i cui compiti sono limitati ai casi stabiliti nell’art. 19.
Diverso, anche se impropriamente fosse chiamata delega, è l’adempimento formale della nomina del Dirigente o del Preposto o una semplice lettera di incarichi che elenca le mansioni, ma che sono proprie di quella figura , ossia non è delega di funzioni in base all’art. 16 d.lgs 81/08.
La gestione della sicurezza passa tramite l’RSPP che ha una visione globale dei rischi dell’azienda e dovrà indicarli al datore di lavoro, per arrivare alla valutazione degli stessi, risultanti poi nel DVR (il Documento di Valutazione dei Rischi aziendale) per poter adottare le misure di prevenzione e protezione del caso.
RSPP, HSE Manager e i modelli di organizzazione e gestione
L’efficacia esimente alle responsabilità – nei casi e nei modi previsti dalla legge – avviene con la delega di funzioni, ma non solo. Infatti vi sono i sistemi di gestione della sicurezza con i c.d. modelli che sono esimenti della responsabilità amministrativa della persona giuridica (ex d.lgs. 231/01 e l’art. 30 del d.lgs. 81/08).
Due sono i modelli di organizzazione “certificati”, che si presumono conformi ai requisiti richiesti: SGSL definiti conformemente alle Linee guida UNI-INAIL per un sistema di gestione della salute e sicurezza sul lavoro e il British Standard OHSAS 18001:2007.
L’introduzione dell’art. 30 del D. Lgs. 81/08 ha portato importanti modifiche in quanto il sistema era basato sui reati dolosi, invece ora, in seguito ad un cambio di strategia si fa riferimento al reato di omicidio colposo e lesioni colpose gravi o gravissime commessi con violazione delle norme antinfortunistiche e sulla tutela dell’igiene e della salute sul lavoro (art. 589 e 590 c.p.), tra quelli per cui è applicabile il D. Lgs. 231/01, ossia la la responsabilità amministrativa delle persone giuridiche.
Si sottolinea il caso in cui l’azienda ha tratto un vantaggio dalla condotta che ha portato al reato e quindi sia ritenuta co-responsabile del reato che comunque dal punto di vista penale è “personale”. Si punisce quindi la “colpa organizzativa”.
L’art. 30 del D. Lgs. 81/08 richiama la possibilità (quindi è una facoltà) di istituire un modello di organizzazione e di gestione (MOG), avete efficacia esimente della responsabilità amministrativa della persona giuridica, una procedura semplificata nelle piccole e medie imprese, adempimento di tutti gli obblighi giuridici previsti.
In particolare art. 30, comma 5-bis recepisce le procedure semplificate per l’adozione e la efficace attuazione dei modelli di organizzazione e di gestione della sicurezza nelle piccole e medie imprese, semplificazioni riguardanti “alcuni aspetti organizzativi e le relative modalità applicative per l’adozione e l’efficace attuazione dei modelli di organizzazione e gestione della salute e sicurezza”.
Il modello deve essere “tagliato” sull’azienda specifico, pena la sua invalidità, così come sarà costruito, lentamente, affinché sia idonea a prevenire i rischi e diventare un monitore dei sistemi e sottosistemi.
Durante la mappatura è necessario fra i vari elementi prevedere i reati fra cui quindi quelli ambientali.
Che la relazione tra RSPP e HSE Manager fosse stretta lo si è capito anche al termine della giornata “altamente” formativa a Rivalta del 24 maggio 2016: le due materie si intrecciarono durante un excursus di sentenze giurisprudenziali in merito all’applicazione del D. lgs 231/07, in merito al concetto di vantaggio e interesse richiesto per configurare la responsabilità.
Tutte informazioni che completano il quadro che un RSPP e ancor più HSE deve avere per affrontare le problematiche della sicurezza sul luogo di lavoro.
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