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Riesame dell'attuazione delle politiche ambientali: un focus sull’Italia
di Maria Adele Cerizza
Categoria: Europa
La Commissione ha adottato il 6 febbraio scorso lo strumento per il riesame dell’attuazione delle politiche ambientali, una novità per migliorare sia l’attuazione della politica ambientale dell’UE sia le norme stabilite di comune accordo. Il pacchetto comprende: 28 relazioni per paese che mappano – a livello nazionale – punti di forza, debolezze e opportunità; una comunicazione che riassume le conclusioni programmatiche delle relazioni per paese e prende in esame le tendenze comuni riguardanti la qualità dell’aria, la gestione dei rifiuti e l’economia circolare, la qualità dell’acqua e la salvaguardia della natura e della biodiversità; e raccomandazioni su come ottenere miglioramenti destinate a tutti gli Stati membri. La revisione evidenzia che nel settore della gestione dei rifiuti, la prevenzione resta una sfida importante per tutti gli Stati membri; sei di loro, inoltre, non sono riusciti a limitare la messa in discarica dei rifiuti urbani biodegradabili. La piena conformità con la politica dell’UE in materia di rifiuti al 2020 potrebbe creare 400 000 nuovi posti di lavoro. Nonostante le molte le storie positive a livello locale nel settore natura e biodiversità, è necessario intensificare gli sforzi per l’attuazione della legislazione ambientale dell’UE, come confermato dal controllo dell’adeguatezza delle direttive Uccelli e Habitat svolto dall’UE. In caso contrario, la perdita di biodiversità nell’UE continuerà, compromettendo la capacità degli ecosistemi di rispondere alle necessità umane in futuro. In 23 dei 28 Stati membri le norme sulla qualità dell’aria non sono ancora rispettate – in totale, si registra il superamento dei livelli in più di 130 città in tutta Europa. I trasporti sono una delle fonti principali di problemi per la qualità dell’aria. Anche le azioni finalizzate a ridurre il rumore ambientale, la seconda causa di problemi di salute legati a fattori ambientali, dovrebbero essere rafforzate. Nel settore della qualità e della gestione dell’acqua la maggior parte degli Stati membri ha difficoltà a raggiungere la piena conformità in materia di raccolta e trattamento delle acque reflue urbane, e per tredici di loro si prospetta un’azione legale da parte dell’UE. Le concentrazioni di nitrati e i livelli di eutrofizzazione costituiscono ancora un grave problema in quasi tutti gli Stati membri. Sono diverse le cause profonde di questa situazione e sono condivise da diversi Stati membri: un coordinamento inefficace tra i diversi livelli amministrativi, una capacità insufficiente, la mancanza di conoscenze e di dati. Il lancio del pacchetto sul riesame dell’attuazione delle politiche ambientali sarà seguito da discussioni con ciascuno Stato membro, dal lancio di uno strumento orizzontale peer-to-peer che consenta agli Stati membri di aiutarsi a vicenda scambiandosi conoscenze ed esperienze, e da dibattiti politici nell’ambito del Consiglio «Ambiente». Il Focus sull’Italia : ’Italia possiede un immenso capitale naturale con le sue coste, montagne e aree naturali, nonché un patrimonio urbano senza confronti. Tuttavia l’attuazione delle politiche ambientali è una sfida che evidenzia ampie differenze regionali nella gestione dell’acqua e dei rifiuti. Per quanto riguarda l’efficienza delle risorse, l’Italia sta sperimentando degli accordi volontari e possiede uno dei più perfezionati piani di ecogestione e di verifica, oltre che di etichettatura ecologica, dell’UE. L’adozione del «Collegato Ambientale» alla fine del 2015 è stato un importante passo avanti verso l’integrazione delle problematiche ambientali in ambito economico. Le principali sfide che l’Italia deve affrontare rispetto all’attuazione delle politiche e della legislazione ambientali dell’UE sono: – migliorare la gestione dei rifiuti e delle infrastrutture idriche, compreso il trattamento delle acque reflue, che sono problematiche persistenti soprattutto nel Sud Italia; – migliorare la gestione dell’uso del suolo, delle inondazioni e dell’inquinamento atmosferico nel centro e nelle regioni settentrionali; – designare le restanti zone di protezione speciale (ZPS); migliorare lo stato di conservazione degli habitat e delle specie di interesse comunitario attuando integralmente gli strumenti di Natura 2000, utilizzando i Quadri di azione prioritaria delle regioni per garantire una migliore integrazione dei fondi UE e una pianificazione più strategica degli investimenti. L’Italia potrebbe condividere gli approcci innovativi che ha sviluppato con altri paesi. Tra i buoni esempi riportiamo: – le valutazioni ambientali integrate e la facilità d’uso del portale del Ministero dell’Ambiente sulla valutazione di impatto ambientale e la Valutazione ambientale strategica; – i piani di rafforzamento amministrativo regionali che coprono i fondi SIE e nazionali; – il Comitato per il capitale naturale istituito dal Collegato Ambientale; – gli approcci innovativi sviluppati dai progetti LIFE; – gli indicatori BES (Benessere equo e sostenibile. L’Italia registra un costante aumento nel riciclaggio e compostaggio e una diminuzione del conferimento in discarica dei rifiuti urbani. Il dato sulla gestione dei rifiuti varia considerevolmente su tutto il territorio nazionale con dati più positivi al nord. Ci si dovrebbe perciò concentrare sul miglioramento dell’efficacia della raccolta differenziata, per aumentare i tassi di riciclaggio nelle Regioni meno virtuose. L’Italia potrebbe introdurre un’imposta nazionale sulle discariche o armonizzare le sue imposte regionali per ridurre il conferimento in discarica. È inoltre necessario migliorare la cooperazione tra le regioni per utilizzare la capacità di trattamento dei rifiuti in modo più efficiente. L’Italia dovrebbe considerare la creazione di un comitato speciale per valutare le misure più idonee per la riforma del sistema di tassazione ambientale. Secondo l’indicatore della Banca Mondiale relativo all’efficacia del governo per il 2015, che valuta la percezione della qualità dei servizi pubblici, i punteggi del settore pubblico italiano sono ben al di sotto della media in termini di efficienza ed efficacia. Sono diversi i fattori alla base della ridotta efficacia delle azioni nelle amministrazioni pubbliche italiane. Le competenze sono tra le amministrazioni centrali e locali in modo poco chiaro, generando conflitti di sovrapposizione e fra le varie istituzioni. Tuttavia ci sono alcune ottime pratiche, come il sistema di indicatori per il Benessere equo e sostenibile, il portale web nazionale sulle valutazioni di impatto ambientale, nonché le procedure di valutazione ambientale coordinate.
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Riesame dell'attuazione delle politiche ambientali: un focus sull’Italia
di Maria Adele Cerizza
La Commissione ha adottato il 6 febbraio scorso lo strumento per il riesame dell’attuazione delle politiche ambientali, una novità per migliorare sia l’attuazione della politica ambientale dell’UE sia le norme stabilite di comune accordo.
Il pacchetto comprende: 28 relazioni per paese che mappano – a livello nazionale – punti di forza, debolezze e opportunità; una comunicazione che riassume le conclusioni programmatiche delle relazioni per paese e prende in esame le tendenze comuni riguardanti la qualità dell’aria, la gestione dei rifiuti e l’economia circolare, la qualità dell’acqua e la salvaguardia della natura e della biodiversità; e raccomandazioni su come ottenere miglioramenti destinate a tutti gli Stati membri.
La revisione evidenzia che nel settore della gestione dei rifiuti, la prevenzione resta una sfida importante per tutti gli Stati membri; sei di loro, inoltre, non sono riusciti a limitare la messa in discarica dei rifiuti urbani biodegradabili. La piena conformità con la politica dell’UE in materia di rifiuti al 2020 potrebbe creare 400 000 nuovi posti di lavoro.
Nonostante le molte le storie positive a livello locale nel settore natura e biodiversità, è necessario intensificare gli sforzi per l’attuazione della legislazione ambientale dell’UE, come confermato dal controllo dell’adeguatezza delle direttive Uccelli e Habitat svolto dall’UE. In caso contrario, la perdita di biodiversità nell’UE continuerà, compromettendo la capacità degli ecosistemi di rispondere alle necessità umane in futuro.
In 23 dei 28 Stati membri le norme sulla qualità dell’aria non sono ancora rispettate – in totale, si registra il superamento dei livelli in più di 130 città in tutta Europa. I trasporti sono una delle fonti principali di problemi per la qualità dell’aria. Anche le azioni finalizzate a ridurre il rumore ambientale, la seconda causa di problemi di salute legati a fattori ambientali, dovrebbero essere rafforzate.
Nel settore della qualità e della gestione dell’acqua la maggior parte degli Stati membri ha difficoltà a raggiungere la piena conformità in materia di raccolta e trattamento delle acque reflue urbane, e per tredici di loro si prospetta un’azione legale da parte dell’UE. Le concentrazioni di nitrati e i livelli di eutrofizzazione costituiscono ancora un grave problema in quasi tutti gli Stati membri.
Sono diverse le cause profonde di questa situazione e sono condivise da diversi Stati membri: un coordinamento inefficace tra i diversi livelli amministrativi, una capacità insufficiente, la mancanza di conoscenze e di dati.
Il lancio del pacchetto sul riesame dell’attuazione delle politiche ambientali sarà seguito da discussioni con ciascuno Stato membro, dal lancio di uno strumento orizzontale peer-to-peer che consenta agli Stati membri di aiutarsi a vicenda scambiandosi conoscenze ed esperienze, e da dibattiti politici nell’ambito del Consiglio «Ambiente».
Il Focus sull’Italia : ’Italia possiede un immenso capitale naturale con le sue coste, montagne e aree naturali, nonché un patrimonio urbano senza confronti. Tuttavia l’attuazione delle politiche ambientali è una sfida che evidenzia ampie differenze regionali nella gestione dell’acqua e dei rifiuti. Per quanto riguarda l’efficienza delle risorse, l’Italia sta sperimentando degli accordi volontari e possiede uno dei più perfezionati piani di ecogestione e di verifica, oltre che di etichettatura ecologica, dell’UE. L’adozione del «Collegato Ambientale» alla fine del 2015 è stato un importante passo avanti verso l’integrazione delle problematiche ambientali in ambito economico.
Le principali sfide che l’Italia deve affrontare rispetto all’attuazione delle politiche e della legislazione ambientali dell’UE sono:
– migliorare la gestione dei rifiuti e delle infrastrutture idriche, compreso il trattamento delle acque reflue, che sono problematiche persistenti soprattutto nel Sud Italia;
– migliorare la gestione dell’uso del suolo, delle inondazioni e dell’inquinamento atmosferico nel centro e nelle regioni settentrionali;
– designare le restanti zone di protezione speciale (ZPS); migliorare lo stato di conservazione degli habitat e delle specie di interesse comunitario attuando integralmente gli strumenti di Natura 2000, utilizzando i Quadri di azione prioritaria delle regioni per garantire una migliore integrazione dei fondi UE e una pianificazione più strategica degli investimenti.
L’Italia potrebbe condividere gli approcci innovativi che ha sviluppato con altri paesi. Tra i buoni esempi riportiamo:
– le valutazioni ambientali integrate e la facilità d’uso del portale del Ministero dell’Ambiente sulla valutazione di impatto ambientale e la Valutazione ambientale strategica;
– i piani di rafforzamento amministrativo regionali che coprono i fondi SIE e nazionali;
– il Comitato per il capitale naturale istituito dal Collegato Ambientale;
– gli approcci innovativi sviluppati dai progetti LIFE;
– gli indicatori BES (Benessere equo e sostenibile.
L’Italia registra un costante aumento nel riciclaggio e compostaggio e una diminuzione del conferimento in discarica dei rifiuti urbani. Il dato sulla gestione dei rifiuti varia considerevolmente su tutto il territorio nazionale con dati più positivi al nord. Ci si dovrebbe perciò concentrare sul miglioramento dell’efficacia della raccolta differenziata, per aumentare i tassi di riciclaggio nelle Regioni meno virtuose.
L’Italia potrebbe introdurre un’imposta nazionale sulle discariche o armonizzare le sue imposte regionali per ridurre il conferimento in discarica. È inoltre necessario migliorare la cooperazione tra le regioni per utilizzare la capacità di trattamento dei rifiuti in modo più efficiente.
L’Italia dovrebbe considerare la creazione di un comitato speciale per valutare le misure più idonee per la riforma del sistema di tassazione ambientale.
Secondo l’indicatore della Banca Mondiale relativo all’efficacia del governo per il 2015, che valuta la percezione della qualità dei servizi pubblici, i punteggi del settore pubblico italiano sono ben al di sotto della media in termini di efficienza ed efficacia. Sono diversi i fattori alla base della ridotta efficacia delle azioni nelle amministrazioni pubbliche italiane. Le competenze sono tra le amministrazioni centrali e locali in modo poco chiaro, generando conflitti di sovrapposizione e fra le varie istituzioni. Tuttavia ci sono alcune ottime pratiche, come il sistema di indicatori per il Benessere equo e sostenibile, il portale web nazionale sulle valutazioni di impatto ambientale, nonché le procedure di valutazione ambientale coordinate.
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