20/08/2012
di Stefano Maglia
Ancora sull'ILVA. Uno schieramento di improvvisati esperti a difesa dell'indifendibile
Ilva connection.
Uno schieramento di forze mai visto, quasi paragonabile solo allo schieramento di bocconi avvelenati e di fesserie che ci tocca mandar giù in questo afoso mese di agosto, in particolare su input di una serie di “esperti”.
1. Il Sole 24 ore intervista un “esperto” per avere un giudizio sull’ordinanza del GIP di Taranto. Uno a caso. L’avvocato difensore di quel delinquente a capo dell’azienda di Casale Monferrato che ha fatto morire di cancro da asbesto centinaia di persone. E’ come chiedere al lupo di Cappuccetto rosso se Ezechiele lupo è una persona affidabile. Apperò 1!;
2. Su Repubblica del 17 agosto sono pubblicate le foto che ritraggono l’”esperto” perito nominato dalla Procura mentre prende le tangenti dal responsabile “relazioni esterne” (fantastico!) dell’ILVA. Apperò 2!;
3. Il Ministro Clini, ovvero quello “esperto” nell’attuale Governo ci fa sapere che si farà una nuova AIA basata sulle migliori tecnologie (veramente si dovrebbe parlare di “tecniche”) disponibili. E fino a ora su cosa si basava? Boh? Apperò 3!;
4. Il precedente “esperto” ministro dell’ambiente rassicura di aver fatto tutto il possibile quando guidava il suo dicastero, per esempio nominando a capo della Commissione ministeriale che doveva occuparsi dell’ILVA un vero “esperto”, sì, ma di trent’anni, ed esperto in ravaneti stradali!. Apperò 4!;
5. Delle irresponsabili sciocchezze sparate da politici (di ogni colore) e sindacati faccio persino fatica a parlarne dal disgusto che provo. Solo qualche “assaggino”. Gli operai muoiono? L’ambiente pure? I bambini si ammalano? Sentite qualche proposta. Segretario generale UIL: “è indispensabile una specifica legislazione che limiti la discrezionalità del GIP”. Quello della Fiom: “Non bisogna cadere nel fondamentalismo ecologico…Tuttalpiù si “possono” (SIC!) prevedere investimenti dell’ILVA”. On. Saglia: “l’attuale assetto dello stabilimento non arreca danni alla salute. Non spetta ad un giudice stabilire se si può fare acciaio”. Per non parlare dell’allucinante ipotesi di ricorso alla Consulta. Apperò 5!.
Chi mi conosce sa che non sono uno facilmente incline alle mitologie, tanto meno a quella relativa alla santificazione della magistratura. Ho conosciuto e conosco magistrati onesti e disonesti, competenti e somari, seri e palloni gonfiati, un po’ come accade in tutte le categorie professionali, ma lasciare sola ed isolata la Dott. ssa Todisco (il GIP) in balia di questi irresponsabili “esperti” (e non) è altrettanto da irresponsabili. Io ho tra le mani solo l’ordinanza del 10 agosto, dalla quale non traspaiono i capi di imputazione. Quelli riportati dai giornali sono inattendibili in quanto sostanzialmente inesistenti (cos’è il reato di “inquinamento doloso”? E anche il “disastro ambientale” non è un reato proprio…), mentre non ho mai letto di immissioni, getto pericoloso di cose, di 231 ambiente, ecc…
Non voglio e non posso addentrarmi nelle considerazioni tecniche sottese ai provvedimenti di sequestro e fermo degli impianti (a caldo), ma è opportuno ribadire con forza che un punto di equilibrio tra lavoro-sicurezza-ambiente si deve trovare partendo da un banale punto di partenza: il rispetto delle norme, e non fare come si è fatto sino ad ora, adattando a suon di mazzette le autorizzazioni alle emissioni e non il contrario!
Non so se la Dott.ssa Todisco sia tra i numerosi lettori di TuttoAmbiente, ma se qualcuno di voi avesse il modo di contattarla glielo dica che sia io che molti altri “esperti” siamo disponibili (ovviamente gratuitamente) a collaborare con Lei, se lo riterrà utile.
Chiudo con una recente dichiarazione (un filino “cinica”) del Ministro dell’ambiente: “in fondo gli eccessi di mortalità (!!!) riguardano gli anni passati”. Apperò!
Stefano Maglia
s.maglia@tuttoambiente.it
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