Care/i web-lettrici/lettori,

qualunque cosa fai tu sempre pietre in faccia prenderai?
I meno giovani tra voi ricorderanno certamente questa canzone (“Pietre”) degli anni ’60, la quale mi veniva alla mente pensando a tutte le responsabilità e dubbi che incombono su chi vorrebbe muoversi nella disciplina ambientale in tutta sicurezza. Chiaro? Non sto parlando di eco furbi ed eco criminali, ma di comuni, semplici e normali aziende e privati cittadini che vorrebbero per esempio far tutto quel che le norme impongono per dormire sonni tranquilli ed occuparsi di sviluppo e lavoro.
Già. “Dove” ci sono le norme, per esempio. Per cui se devo trasportare rifiuti derivanti da un’attività di manutenzione presso la mia sede gradirei che prima o poi qualcuno si degnasse a scrivere quella benedetta norma che mi dicesse quale dannatissimo documento debba utilizzare per evitare di essere considerato responsabile di gestione illecita di rifiuti.
Già. “Responsabile”. Sulla base dell’art.188 TUA. Ma in base a quale testo dell’art.188? Pre o dopo la riforma del 2010 che allarga la responsabilità del produttore?
Già. “Produttore”. Ma chi è ‘sto produttore dopo la “brillante” e solita ferragostana riforma “a capocchia” che ha allargato tale concetto a tutti coloro che sono “giuridicamente” coinvolti?
Potrei andare avanti all’infinito. Dopo trent’anni di vita vissuta in mezzo alle norme ambientali alcune volte mi sembra di sentire addosso una sorta di fango da sabbie mobili. Credo che in attesa di qualche miracolo normativo (tipo “ravvedimento operoso”) intanto non ci rimane altro da fare se non cercare di capire, con l’aiuto di veri esperti, quali sono gli strumenti più corretti e sicuri per limitare al massimo tali rischi e responsabilità.
Volete che vi dia una mano a schivare queste “pietre”? Vi aspetto ad ANCONA (14 aprile) e a MILANO (28 aprile) al Corso su “LE RESPONSABILITA’ AMBIENTALI AZIENDALI: come prevenire le sanzioni ambientali?”.

Alla prossima settimana!

Stefano Maglia

s.maglia@tuttoambiente.it

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