Cari Web lettori,

In the MUD”? Anche per quest’anno ci siamo. Nonostante bidoni-Sistri, ipotesi di Mudini (mah!) ed amenità varie, puntualmente, come un orologio svizzero, entro il 30 aprile tutti i soggetti di cui all’art. 189, c. 3 del TUA dovranno presentare il Modello Unico Ambientale, per gli amici MUD.
Pertanto, nell’attesa di scoprire chi sarà il prossimo ministro dell’ Ambiente cui verrà sbolognato il “caso Sistri” (saremmo già a quattro, da Pecoraro, che modificò l’art. 189, al prossimo!) migliaia di soggetti saranno alle prese col solito “simpatico” adempimento burocratico che, ricordiamo, nasce in realtà per un solo scopo, che vi assicuro non è quello di far ballare da scartoffia in scartoffia, bensì quello statistico.
In realtà la spasmodica e puntuale attenzione ai dettagli ha fatto si che il nostro iper-competente legislatore anche questa volta si sia un filino fatto trasportare dall’entusiasmo dimenticandosi – facezie! – che l’art. 258 TUA relativo alle sanzioni per chi non adempie a tele obbligo, è stato modificato da oltre due anni in un testo che – udite, udite – non riporta più alcuna sanzione in caso di mancata o errata presentazione del MUD!
Infatti l’art. 52, c. 1, del D.L. 83/2012 (cd. Decreto Sviluppo), conv. con modifiche in L. 134/2012, ha tamponato gli effetti nefasti del nuovo art. 258 solo con riferimento agli artt. 190 e 193 (ovvero registri e FIR), ma non al 189!
Pertanto: “Fai il MUD!”. “E se non lo faccio?”. “Beh, fa lo stesso”. Apperò!
Del resto questo irrisorio dettaglio che rende una norma semplicemente inefficace è un vezzo che il nostro legislatore ambientale ogni tanto si toglie. Si sa: notoriamente siamo un Paese che brilla per senso civico ed amore per l’ambiente in cui nessuno oserebbe gestire rifiuti in modo improprio. Sanzioni? Che volgarità, ohibò!
Dunque, se proprio dobbiamo ballare, è decisamente meglio il sempreverde “
In the mood”.

Alla prossima settimana

Stefano Maglia
s.maglia@tuttoambiente.it

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