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Gestione rifiuti? Partiamo dai fondamentali

Trovo alquanto significativo che a distanza di quasi 50 anni dalla fondamentale Dir. CE 442/75, che definì – tra l’altro – per la prima volta la gerarchia della corretta gestione dei rifiuti (direttiva da noi “prontamente” recepita sostanzialmente 22 anni dopo col decreto Ronchi!) ci sia stato ancora bisogno di un intervento giurisprudenziale di altissimo rango (Consiglio di Stato, sentenza 20 giugno 2024, n. 5511) per ricordarci con estrema chiarezza che “la gestione dei rifiuti debba avvenire secondo un preciso ordine gerarchico, provvedendo prioritariamente alla prevenzione, intesa come insieme di misure volte a impedire la produzione di rifiuti; alla preparazione per il riutilizzo, definita come operazione di controllo, pulizia e riparazione, che permette il riutilizzo del bene; al riciclaggio, quale forma di recupero attraverso il ricorso a tecniche appropriate per ottenere altri prodotti o materiali; al recupero di altro tipo (come avviene, ad esempio, con le tecniche di recupero per produrre energia e l’utilizzo del rifiuto pretrattato come combustibile). L’ultima opzione è costituita dallo smaltimento, che rappresenta quindi l’ipotesi residuale”.

L’importanza di questa sentenza non sta tanto nel sempre opportuno ripasso (rammento tra l’altro la “solita” battaglia riutilizzo/riciclaggio) ma nel fatto che la medesima parla esplicitamente del fatto che tali criteri di priorità sono stati “positivizzati” (cioè resi obbligatori), dall’art. 179 TUA., a tal punto che nel caso di specie è stato ritenuto illegittimo il comportamento di una amministrazione comunale che aveva adottato una ordinanza di conferimento di rifiuti in discarica, senza aver prima verificato la possibilità di poterli avviare a recupero.

Interessante e condivisibile posizione, che ci ricorda come sia sempre indispensabile aver sempre ben chiari i fondamentali di questa complessa disciplina.

Alla prossima settimana!

Stefano Maglia

s.maglia@tuttoambiente.it

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