Care/i web-lettrici/lettori,

In prigione, in prigione!

Così cantava un po’ di anni fa Edoardo Bennato. Prendo a pretesto questa canzone per fare una riflessione che vorrei condividere con voi.

Da un lato è sicuramente vero che siamo il Paese al mondo con più ecodelinquenti professionali (la vera “ecomafia”), con un tasso di gestione illegale di rifiuti elevatissimo a fronte di un sistema di vigilanza e controllo ormai ridotto ai minimi termini.

Dall’altro – contemporaneamente – abbiamo un gruppo di “beati”, santificati ambientali che da pulpiti di ogni genere si rifiutano di credere che si possa essere imprenditori onesti e rispettosi delle regole ambientali e gestori ambientali che rispettano le norme.

Ma no! Impossibile! Tutti delinquenti! Sottoprodotto? Puah! Una invenzione della ecomafia! Il deposito temporaneo? Aaargh! Vade retro!! L’end of waste? Stiamo scherzando? Figurati se è ammissibile che da un rifiuto si possa generare un prodotto!

Cari soloni, volete un mondo tutto di discariche? Tornare pre Dir. 442/1975/CE in cui la priorità non era produrre meno rifiuti e sprecare meno risorse? Non sono da premiare quelli che agiscono per valorizzare la priorità nella gestione rifiuti, no! Ma da punire perché sicuramente sono delinquenti!! E chi la pensa diversamente è solo un prezzolato compagno di merende di questo “mondo di ladri” (cit. Venditti, questa volta).

Circular economy? Sì, ma solo nell’ora d’aria!

Per finire vi segnalo che il 29 maggio a Milano replicheremo il corso di formazione su Rifiuti pericolosi: come classificarli correttamente, che ha avuto il tutto esaurito nell’edizione di Bologna.

Alla prossima settimana

Stefano Maglia

s.maglia@tuttoambiente.it

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