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Ma chi è (o dovrebbe essere) l’HSE Manager?

Pur essendo una figura che possiamo definire “atipica” (nel senso che solo con la norma UNI 11720:2018 si è cercato di certificarla, seppur con scarsissimo successo sino ad ora), sono centinaia gli HSE Manager che, soprattutto in aziende medio grandi, vengono da anni “insigniti” di tale titolo e ruolo, ma senza alcuna specifica preparazione, specialmente per quanto riguarda la “E”, ovvero l’ambiente (Environment), essendo, nella stragrande maggioranza dei casi, RSPP o ASPP competenti solo nel settore della sicurezza sui luoghi di lavoro.

Questa superficiale mancanza di competenza e consapevolezza è in realtà assai pericolosa, in quanto ben diverse sono le competenze necessarie anche se in certi casi alcuni istituti appaiono identici, ma che in realtà non lo sono affatto (tipici esempi le deleghe di funzioni e la “231”). Attenzione dunque! Non solo le responsabilità i rischi e le sanzioni nel campo ambientale sono numerosissime e sempre dietro l’angolo in una materia che muta continuamente e di difficile interpretazione, ma c’è anche il rischio di lasciar sfuggire alla propria azienda anche straordinarie opportunità di business, magari ancorate alla circular economy. Un esempio: i sottoprodotti!

Ma chi è, o almeno, chi dovrebbe essere l’HSE? Ci aiuta in tal senso la definizione contenuta nella stessa Norma Uni citata poco sopra: “un professionista che ha le conoscenze, abilità e competenze che garantiscono la gestione complessiva e integrativa dei processi e sotto-processi in ambito HSE”.

Capito? “Conoscenze, abilità e competenze” relative alla “gestione complessiva” di tutti i processi sicurezza e ambiente.

Per quanto riguarda la gestione ambientale la vera mission è quella di muoversi dunque con competenza, consapevolezza e responsabilità tra compliance e sostenibilità, tra conoscenza delle complesse norme e degli istituti ambientali, senza superficialità.

E ricordo cosa afferma in merito la Corte di Cassazione: “chi opera nel settore ambientale ha l’obbligo di informazione e di conoscenza dei precetti normativi”.

Chiaro?

Alla prossima settimana!

Stefano Maglia

s.maglia@tuttoambiente.it

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