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Terra mia, terra mia?

Prendo spunto da una splendida canzone del compianto Pino Daniele, per evidenziare un argomento che sta “esplodendo” in tutta la sua rilevanza nel “terreno” della gestione delle terre e rocce da scavo, dopo il DPR 120/2017, vigente dal 22 agosto scorso, relativo alla presunta “semplificazione” (!) di tale gestione.

Con riferimento a quanto prescrive l’art. 185, c. 1, lett. c) del T.U.A., il suolo “non contaminato” riutilizzato nello stesso sito in cui è stato scavato, è escluso dalla disciplina dei rifiuti.

Ma cosa si intende per “non contaminato”?

Fino al 21 agosto – alla luce anche di una giurisprudenza costante e conforme della Cassazione – era sufficiente una sorta di autodichiarazione, ma dal giorno successivo – ex art. 24 del DPR 120/2017 – è sempre necessaria – ed a prescindere dalle dimensioni del cantiere – una “verifica” analitica da condurre ex All. 4 del citato DPR.

Bella semplificazione! Ma questa è solo una delle criticità interpretative relative alla corretta gestione delle terre e rocce da scavo.

Volete saperne di più?

Vi segnalo il nostro corso di formazione Terre e rocce da scavo: la nuova disciplina (DPR 120/2017) che si terrà a Roma, Bologna, Cagliari e Mestre.

Alla prossima settimana!!!!!

Stefano Maglia

s.maglia@tuttoambiente.it

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