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Transizione ecologica: una fugace apparizione a fin di PNRR?

L’8 luglio 1986 fu approvata la legge n. 349, la quale, tra le tantissime straordinarie novità che conteneva (danno ambientale, VIA, associazioni ambientaliste, ecc.), istituiva per la prima volta nel nostro Paese il Ministero dell’ambiente.

Circa un anno e mezzo fa, casualmente proprio mentre iniziava la caccia grossa ai soldi PNRR in piena crisi pandemica, cambia il nome in Ministero della Transizione Ecologica, decisamente più “à la page” per batter cassa con maggior disinvoltura e probabilità di successo.

E poi? Dopo le recenti elezioni politiche cambia ancora nome, diventando “dell’Ambiente e alla Sicurezza energetica”.

A parte l’evidente scarsissimo interesse a questo dicastero dimostrato anche prima, tra l’altro – non farò nomi neanche sotto tortura – dal fatto che un notissimo esponente di un partito non si ricordasse nemmeno il nome del ministero e che un altrettanto notissimo conduttore televisivo parlava del ministero della transizione “geologica”, la domanda che mi pongo è: ma della transizione ecologica VERA, verso uno sviluppo realmente sostenibile, importa qualcosa a qualcuno? O finita la battaglia delle bollette cambierà ancora nome?

Intanto di cambiamenti climatici, inquinamento atmosferico e distruzione naturalistiche (forse ora c’è qualche speranza per l’Amazzonia!) non parla più nessuno. Rammento che per fortuna dal marzo di quest’anno abbiamo finalmente inserito nella nostra Costituzione la tutela dell’ambiente e dello sviluppo sostenibile negli artt.9 e 41! Aggrappiamoci almeno a quello!

Alla prossima settimana!

Stefano Maglia

s.maglia@tuttoambiente.it

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