Il 27 agosto 2019 si è tenuta la prima riunione dell’Open-Ended Working Group per lo sviluppo del quadro globale sulla biodiversità post 2020 nell’ambito della Convenzione ONU per la conservazione della biodiversità.

 

Così l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA), che ha partecipato alla riunione, ha riferito in merito al predetto incontro preliminare:

 

“Si è aperta a Nairobi, nella sede dell’Agenzia Ambiente delle Nazioni Unite, la prima riunione del “gruppo di lavoro aperto” che si occuperà di definire l’agenda post 2020 per la conservazione della biodiversità a scala globale. Il consesso di esperti riunito in Kenya (Open-Ended intersessional Working Group, in breve OEWG) è chiamato ad elaborare il prossimo piano strategico decennale per la biodiversità, che sarà lanciato nel corso della 15ma riunione della Conferenza delle Parti – l’assemblea di cui fanno parte i Paesi sottoscrittori della Convenzione ONU per la conservazione della biodiversità (CBD) – e che si svolgerà in Cina nel 2020.

In vista di questo appuntamento, un gruppo di esperti internazionali si riunirà in più sessioni per avviare i negoziati con i quali si darà forma al nuovo Piano. Questo dovrà essere il trampolino di lancio verso la “visione del 2050”, dal titolo “Vivere in armonia con la natura”

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Il declino della biodiversità è uno dei più maggiori problemi ambientali che l’umanità si trova ad affrontare. Non è un concetto semplice da comunicare ai politici e ai cittadini, ed anche per questo la sua importanza e la gravità del suo declino non sono ben percepiti dal grande pubblico e dalla gran parte dei decisori politici.

 

Oltre al valore intrinseco, la biodiversità è fonte per l’umanità di beni e servizi, diretti e indiretti, ed è il pre-requisito della prosperità dell’umanità e della sua sopravvivenza. Questi beni e servizi sono stati distinti in quattro categorie: servizi di fornitura, quali gli alimenti, l’acqua dolce e altre materie prime come il legno, le medicine; servizi di regolazione, tra cui il mantenimento della fertilità del suolo, l’impollinazione delle colture da parte degli insetti, la regolazione del ciclo dell’acqua, la prevenzione dell’erosione dei suoli e il controllo del clima; i servizi legati agli habitat, i quali custodiscono la diversità genetica all’interno delle specie e sostengono i cicli di vita delle specie che ospitano; i servizi culturali, che includono i benefici non-materiali, quali la ricreazione e il turismo, l’istruzione e le esperienze spirituali e culturali legate alla fruizione e al ricordo di una specie, di un habitat o di un paesaggio.

 

Negli ultimi 50 anni una gamma di strumenti nazionali e internazionali è stata messa in piedi per conservare la biodiversità. Questi includono i piani nazionali di strategie e azioni sulla biodiversità, ai sensi della Convenzione sulla diversità biologica (CBD), il Piano strategico per la biodiversità 2011-2020 (che comprende gli obiettivi di Aichi), il Protocollo di Cartagena sulla bio-sicurezza, il Protocollo di Nagoya e la piattaforma intergovernativa per la biodiversità e i servizi eco sistemici.

Ai lavori del OEWG partecipa un esperto dell’ISPRA, insieme ad altri rappresentanti del Ministero dell’Ambiente”.


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