15/10/2018
Bioeconomia, biodiversità ed economia circolare
Le ultime novità dall'UE
Bioeconomia: una nuova strategia per un’Europa sostenibile
La Commissione ha presentato un piano d’azione che mira a sviluppare una bioeconomia circolare e sostenibile, a beneficio della società, dell’ambiente e dell’economia europei. La nuova strategia in materia di bioeconomia fa parte delle iniziative della Commissione per dare impulso all’occupazione, alla crescita e agli investimenti nell’UE.
L’obiettivo è migliorare e incrementare l’uso sostenibile di risorse rinnovabili al fine di far fronte a sfide mondiali e locali quali il cambiamento climatico e lo sviluppo sostenibile.
In un mondo in cui le risorse biologiche e gli ecosistemi non sono infiniti, serve uno sforzo di innovazione per nutrire la popolazione e garantire a tutti acqua pulita ed energia. La bioeconomia abbraccia tutti i settori e i sistemi che si basano su risorse biologiche. Si tratta di uno dei più grandi e più importanti settori di intervento dell’UE: comprende l’agricoltura, la silvicoltura, la pesca, la produzione alimentare, la bioenergia e i bioprodotti e, con un fatturato annuo indicativo di 2 000 miliardi di €, dà lavoro a circa 18 milioni di persone.
È anche un settore essenziale per stimolare la crescita nelle zone rurali e in quelle costiere. L’Unione europea finanzia già la ricerca, la dimostrazione e la diffusione di biosoluzioni sostenibili, inclusive e circolari, anche grazie ai 3,85 miliardi di euro stanziati nel quadro dell’attuale programma di finanziamento dell’UE Orizzonte 2020.
Per il periodo 2021-2027, la Commissione ha proposto di stanziare 10 miliardi di € nel quadro di Orizzonte Europa per i prodotti alimentari e le risorse naturali, compresa la bioeconomia.
La bioeconomia permette di trasformare le alghe in carburante, riciclare la plastica, produrre mobili e capi di abbigliamento a partire dai rifiuti o ricavare fertilizzanti a base di biomassa dai sottoprodotti industriali. Ha il potenziale di creare 1 milione di nuovi posti di lavoro “verdi” entro il 2030. La realizzazione di una bioeconomia circolare e sostenibile richiede uno sforzo congiunto da parte delle autorità pubbliche e dell’industria.
Per guidare questo sforzo collettivo, e concentrandosi su tre obiettivi principali, nel 2019 la Commissione avvierà 14 misure concrete, tra cui:
- Espandere e rafforzare i biosettori: la bioeconomia ha il potenziale di modernizzare l’economia e le industrie europee, garantendo così una prosperità sostenibile e a lungo termine. Al fine di valorizzare questo potenziale la Commissione intende: creare una piattaforma di investimento tematica dedicata alla bioeconomia circolare con una dotazione di 100 milioni di €, che permetta di avvicinare le bioinnovazioni al mercato e di ridurre il rischio per i privati che investono in soluzioni sostenibili; agevolare lo sviluppo di bioraffinerie sostenibili in tutta Europa.
- Introdurre rapidamente le bioeconomie in tutte Europa: gli Stati membri e le regioni, in particolare nell’Europa centrale e orientale, hanno un grande potenziale in termini di biomassa e rifiuti sottoutilizzati. Per sfruttarlo la Commissione intende: definire un programma strategico per l’introduzione di sistemi alimentari e agricoli, silvicoltura e bioprodotti sostenibili; istituire un meccanismo di sostegno dell’UE alle politiche in materia di bioeconomia affinché gli Stati membri possano, nell’ambito di Orizzonte 2020, dotarsi di programmi nazionali e regionali in questo settore; avviare azioni pilota per lo sviluppo delle bioeconomie nelle zone rurali, costiere e urbane, ad esempio per quanto riguarda la gestione dei rifiuti e le pratiche agricole che consentono il sequestro del carbonio.
- Proteggere l’ecosistema e comprendere i limiti ecologici della bioeconomia: il nostro ecosistema deve far fronte a gravi minacce e sfide, tra cui l’aumento della popolazione, il cambiamento climatico e il degrado del suolo. In risposta a queste sfide, la Commissione intende: introdurre un sistema di monitoraggio a livello dell’Unione per seguire i progressi compiuti verso una bioeconomia circolare e sostenibile; ampliare la base di conoscenze relative a specifici settori della bioeconomia e migliorarne la comprensione attraverso la raccolta di dati, garantendo un miglior accesso agli stessi grazie al Centro di conoscenze per la bioeconomia; fornire orientamenti e promuovere buone pratiche per operare nell’ambito della bioeconomia entro limiti ecologici sicuri.
Parere del Comitato economico e sociale europeo sulla «Comunicazione della Commissione relativa al quadro di monitoraggio per l’economia circolare» [COM(2018) 29 final]
Il Comitato economico e sociale europeo (CESE) accoglie con favore la comunicazione sul monitoraggio dell’attuazione dell’economia circolare, che offre un seguito significativo al piano d’azione per l’economia circolare . La comunicazione in esame è un buon punto di partenza, ma manca di un certo numero di indicatori pertinenti ed essenziali, ossia:
– progettazione ecocompatibile;
– sviluppo di (nuovi) modelli di impresa;
– economia collaborativa;
– indicatori sociali;
– dati sulle emissioni.
Dal momento che l’economia circolare è collegata all’economia a basse emissioni di carbonio e agli obiettivi di sviluppo sostenibile, gli indicatori di monitoraggio dovrebbero tener conto di questi aspetti. L’attenzione del monitoraggio non deve più essere rivolta esclusivamente ai rifiuti. La definizione dei «settori dell’economia circolare» è ristretta e dovrebbe essere ulteriormente sviluppata, in quanto si ripercuote su numerosi indicatori. Inoltre l’utilizzo di fondi pubblici dovrebbe essere monitorato tramite un indicatore specifico. Gli investimenti destinati specificamente alle iniziative di economia circolare dovrebbero presentare in sé dei dati da poter utilizzare per definire tale indicatore. È importante monitorare anche il «denaro speso», al pari di quello «investito».
Sviluppo di una metodologia per la valutazione dell’impatto della liberalizzazione degli scambi sulla biodiversità (ecosistemi e servizi di ecosistemi)
Lo scopo del presente contratto di servizio – finanziato dalla DG Ambiente della Commissione europea- consiste nell’espansione e nell’approfondimento del lavoro avviato nello studio preliminare del 2017, allo scopo di sviluppare una metodologia integrata, completa e pronta all’uso per valutare l’impatto della liberalizzazione degli scambi (potenziale e reale e le variazioni associate ai flussi di scambi) sulla biodiversità.Tale metodologia dovrà consentire un utilizzo flessibile e specifico del contesto, a seconda, ad esempio, degli Stati interessati, della loro biodiversità e dei loro ecosistemi, delle caratteristiche delle misure commerciali considerate e del livello di analisi richiesto (valutazione generale o dettagliata e approfondita)
Al fine di raggiungere gli obiettivi del contratto, il contraente dovrà svolgere le attività indicate di seguito:
— attività 1: stesura di lavori pertinenti (all’interno e all’esterno dell’UE), compreso lo studio preliminare di cui sopra, nonché possibili altre metodologie e indicatori esistenti per valutare l’impatto (potenziale ed effettivo) della liberalizzazione degli scambi sulla biodiversità e gli ecosistemi,
— attività 2: analisi dei punti di forza nonché delle lacune, delle debolezze e delle sfide delle attuali conoscenze: sulla base del risultato dell’attività 1, l’attività 2 dovrà comprendere un’analisi delle lacune, delle debolezze e delle sfide delle attuali conoscenze/metodologie esistenti,
— attività 3: sviluppo di una metodologia solida e completa per valutare l’impatto della liberalizzazione degli scambi sulla biodiversità, sugli ecosistemi e sui servizi degli ecosistemi: in base al risultato dell’attività 2, l’attività 3 dovrà comprendere lo sviluppo di una metodologia integrata, solida e completa per valutare l’impatto della liberalizzazione degli scambi sulla biodiversità, sugli ecosistemi e sui servizi di ecosistemi.
Budget: 230.000 euro; Scadenza: 22 novembre 2018.
(A cura di M.A. Cerizza)