27/11/2015
Cambiamenti climatici
La Posizione ufficiale dell’ICEF in vista della COP21 di Parigi
La Fondazione ICEF (International Court of the Environment Foundation), in occasione della Conferenza Onu sul clima che si terrà a Parigi dal 29 novembre 2015, ripropone la richiesta presentata per la prima volta a Rio nel 1992 per la creazione di una Corte Internazionale dell’Ambiente, insieme con numerose ONG, organismi scientifici e vari Governi interessati.
In particolare, secondo ICEF la “necessità ed urgenza di questa nuova istituzione di giustizia è divenuta ancor più attuale a causa del grave mutamento climatico in atto e del degrado complessivo del pianeta Terra nei suoi equilibri fondamentali”. Ciò anche alla luce del fatto che gli impegni sottoscritti a Rio nel 1992 con le Convenzioni sul clima e sulla biodiversità sono rimasti di fatto inadempiuti, e che persiste un “grave ritardo … nella adozione di misure di prevenzione e precauzione sia nel diritto nazionale che in ambito internazionale, dirette ad arrestare le cause economiche della grave crisi globale del clima, dell’acqua e della biodiversità”.
Conseguentemente ICEF propone, fra l’altro, “una strategia comune economica per un uso equo e razionale delle risorse, il risparmio energetico, l’uso di energie rinnovabili, un commercio rispettoso dell’ambiente, un utilizzo razionale e non predatorio del suolo e delle terre fertili, una speciale cura di tutta la biodiversità e delle acque dolci, un approccio eco-sistemico ai mari ed agli oceani oltre che ai fiumi… e naturalmente uno stop immediato alla attuale finanza internazionale speculativa ed ai paradisi fiscali”.
Per fare ciò, occorrerà assicurare l’effettività delle norme giuridiche internazionali esistenti e dei nuovi obblighi internazionali che scaturiranno dalla Conferenza di Parigi sul clima, anche tramite una Corte Internazionale per l’Ambiente da localizzare in via provvisoria a L’Aia, accessibile non solo dagli stati ma anche dalle organizzazioni internazionali , dalle ONG e dai singoli. Sarà inoltre necessario “assicurare un equilibrio tra due poli internazionali: una Autorità amministrativa (può essere l’attuale UNEP riformata); una Autorità giudiziaria (può essere l’attuale Corte Internazionale di Giustizia se riformata nel suo Statuto)”. (GG)