Con una storica sentenza (causa Verein KlimaSeniorinnen Schweiz e altri c. Svizzera – Application no. 53600/20) la Corte Europea dei diritti dell’uomo (CEDU) ha per la prima volta messo in relazione la difesa del clima con i diritti umani.

Il caso ha riguardato una petizione presentata da quattro donne e dall’associazione svizzera Verein KlimaSeniorinnen Schweiz inerente alle conseguenze dannose del riscaldamento globale sulla loro salute e condizioni di vita. I ricorrenti hanno ritenuto che che le autorità svizzere, nonostante gli obblighi loro imposti, non abbiano adottano misure sufficienti per mitigare gli effetti della cambiamento climatico.

La Corte ha concluso che la Confederazione Svizzera è venuta meno agli obblighi (“obblighi positivi”) che gli sono stati imposti in relazione al cambiamento climatico, anche alla luce di un quadro normativo interno con gravi carenze, inclusa l’incapacità delle Autorità di quantificare, attraverso un carbon budget o in altro modo, i limiti contenuti nelle norme nazionali applicabili alle emissioni di gas serra.

Pur riconoscendo che le autorità nazionali godono di un ampio margine di apprezzamento per quanto riguarda l’applicazione della legislazione interna e le relative misure, la Corte rileva dagli elementi a sua disposizione che le autorità svizzere non abbiano agito in modo tempestivo e appropriato per progettare, sviluppare e implementare il legislazione e misure pertinenti al fine di scongiurare l’innalzamento delle temperature e tutelare i propri cittadini.
 

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