In un interessante articolo di qualche giorno fa de Il Sole 24 Ore, si è evidenziata una forte spaccatura in due dell’Italia in tema di gestione dei rifiuti e, in particolare, sulla TARI. Si legge infatti che al Sud una famiglia di 3 persone per una casa di 100 metri quadri spende all’incirca 368,7 euro per utenza, mentre al Nord da un nucleo con le stesse caratteristiche si paga in media 277 euro.

I motivi che hanno portato a questo importante gap sono da ricercarsi in una “gestione ancora troppo frammentata” e in un forte deficit impiantistico.

Questi dati emergono dal rapporto annuale sul settore dei rifiuti urbani, il Green Book 2023 (scaricabile QUI).

Il report ha sottolineato in primis la necessità di migliorare il sistema di gestione, in particolar modo nel Mezzogiorno, e la qualità della raccolta differenziata, investendo al contempo su nuovi impianti. Si legge inoltre che nel 2021 il settore (considerando un campione di 534 aziende) ha registrato un fatturato di settore pari a circa 13,5 miliardi di euro, quindi circa lo 0,8% del PIL nazionale, occupando circa 100 mila addetti diretti che costituiscono lo 0,4% del totale degli occupati in Italia e circa l’1,7% degli occupati del settore industriale.

Infine, si ricorda che per allinearsi agli obiettivi europei -che impongono l’avvio a riciclo entro il 2025 di almeno il 55% dei rifiuti urbani e lo smaltimento in discarica fino a un massimo del 10% entro il 2035- sarebbero necessari fino ai 7 miliardi di euro, al netto degli interventi finanziati dal PNRR.

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