ANSA, 19 dicembre 2019:

“BRUXELLES – ‘Valori soglia più severi per i contaminanti, nuove regole per interferenti endocrini e microplastiche, accesso migliore all’acqua per le persone vulnerabili, meno rifiuti in plastica’. Così, con un tweet nella notte, l’eurodeputato Christophe Hansen (Ppe, Lussemburgo) e il collega Bas Eickhout (Verdi, Olanda) hanno annunciato l’accordo tra le istituzioni europee sulla nuova direttiva acque potabili.

Il compromesso, faticoso e raggiunto dopo quasi due anni di lavoro, deve però ancora avere l’ok finale (e non scontato) dei rappresentanti dei Paesi Ue, non prima di gennaio, sotto la guida della presidenza di turno dell’Ue della Croazia.

Il compromesso raggiunto dalle istituzioni Ue sulla direttiva acque potabili prevede una revisione della legislazione Ue sulle sostanze perfluoroalchiliche (Pfas) dopo tre anni dall’entrata in vigore delle nuove regole. E rafforza le prerogative per i Paesi membri su queste sostanze, con limiti più stringenti anche in riferimento ad altre sostanze della stessa ‘famiglia’. Sono i primi dettagli che trapelano dall’accordo, che per diventare definitivo dovrà essere approvato dai rappresentanti dei Paesi Ue, in gennaio sotto presidenza croata.

La guardia alta sui Pfas, da sempre sostenuta dall’Italia, sarà oggi rilanciata da un documento firmato da quattro Paesi (Danimarca, Lussemburgo, Olanda e Svezia) che chiedono che l’Ue prepari nuove azioni per ridurre l’emissione di queste contaminanti nell’ambiente. Secondo l’accordo provvisorio, il compromesso segue in parte i principi dell’iniziativa dei cittadini ‘Right2Water’, da cui è nata l’idea di rivedere una direttiva del 1998. Sotto questo aspetto, gli Stati membri saranno chiamati a promuovere l’accesso all’acqua e promuovere quella di rubinetto, rendendo più facile l’accesso dei consumatori alle informazioni online sulla qualità e sui prezzi.

Sui contaminanti, i requisiti minimi per il piombo diventeranno più stringenti ma dopo un periodo di transizione, mentre la Commissione dovrà elaborare e proporre metodologie comuni per misurare la presenza di microplastiche e sostanze che possono nuocere al sistema endocrino. (…)”


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