Il Comitato europeo delle Regioni indica tra le sfide ecologiche attuali l’arresto e l’inversione entro il 2020 del declino della biodiversità e degli habitat naturali e il degrado dei servizi ecosistemici. Per questo motivo ha ritenuto di dover contribuire al controllo dell’adeguatezza delle c.d. “direttive sulla natura”, ossia la direttiva sulla conservazione degli uccelli (Direttiva 2009/147/CE) e la direttiva fauna-flora-habitat (Direttiva 92/43/CEE). Il parere è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea C51/48 del 10 febbraio 2016.
Vi si legge che, nonostante i contenuti delle disposizioni siano attuali e imprescindibili, desta preoccupazione il fatto che gli Stati membri non le abbiano ancora pienamente applicate. Si auspica un maggior coinvolgimento di enti locali e regionali nell’assicurare la garanzia giuridica dei siti Natura 2000 e nel completare l’elaborazione dei piani di gestione e l’esecuzione di misure concrete di tutela. Per questo motivo la Commissione è invitata a sostenere enti locali e regionali a tal fine e ad emanare orientamenti più efficaci sull’attuazione.
Il Comitato, inoltre, ritiene che occorra prendere in considerazione in modo ottimale il tema della protezione della natura in settori ulteriori, come ad esempio la politica agricola. In questo contesto giocano un ruolo fondamentale l’informazione, la sensibilizzazione e l’educazione, in quanto la salvaguardia della biodiversità è un compito della società intera.
In merito ai costi legati all’attuazione delle direttive in questione, il Comitato reputa che siano inevitabili e necessari anche per ragioni di tutela della biodiversità e proporzionati ai benefici, ben più grandi e solo in parte quantificabili in termini economici.
Appare rilevante, inoltre, la considerazione per cui, al fine di una maggior coerenza, sarebbe opportuno migliorare il coordinamento dei processi di pianificazione a norma delle direttive sulla natura, della direttiva quadro sulle acque ed eventualmente della direttiva sulla valutazione di impatto ambientale e della direttiva sulla valutazione ambientale strategica.
In conclusione, secondo il Comitato le succitate direttive risultano adeguate e costituiscono un valido strumento per la creazione di una legislazione unitaria, con l’indicazione, tuttavia, di attuare maggiori sforzi per la loro attuazione. È proprio da qui che deriverebbero i problemi connessi alla protezione di specie e habitat. Pertanto ritiene non consigliabile procedere alla riesame delle direttive. (SB)


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