Con riferimento alle iniziative dei privati finalizzate alla raccolta di bottiglie di plastica tramite eco-compattatori è stato chiesto al Ministero dell’Ambiente, tramite interrogazione parlamentare, se siano legittime quelle iniziative che rendono “ipotizzabile la compravendita di rifiuti urbani, conferiti dai medesimi privati, senza alcun riscontro da parte dei comuni, delle società di igiene pubblica locale o del Ministero dell’ambiente“.

Secondo il Ministero, il conferimento da parte del cittadino agli eco-conferitori di plastica non ancora recuperata è in linea con la normativa vigente, “secondo la quale i comuni continuano la gestione dei rifiuti in regime di privativa relativamente ai rifiuti urbani e ai rifiuti assimilati agli urbani, qualora avviati allo smaltimento“.
 

Precisamente, nella risposta scritta pubblicata Martedì 16 ottobre 2018 nell’allegato al bollettino in Commissione VIII (Ambiente) n. 5-00731 si legge che “l’attività del privato di intercettazione del rifiuto con gli eco-compattatori deve, tuttavia, inserirsi all’interno del circuito complessivo di gestione del rifiuto urbano, quale iniziativa che si ponga ad integrazione e supporto dell’attività dell’ente pubblico”: di conseguenza, tale attività “ai fini della sua ammissibilità, va previamente regolamentata e fatta oggetto di convenzione tra i soggetti privati – che ne assumono la responsabilità – ed il comune, ai fini della programmazione e pianificazione della gestione integrata“.
 

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