La sentenza è storica: un tribunale dell’Aia ha ordinato al Governo di ridurre le emissioni di gas serra almeno del 25% entro il 2020. La causa era stata presentata nel 2012 dalla fondazione Urgenda e da 886 cittadini che accusavano l’amministrazione olandese di non proteggere a dovere i cittadini dai pericoli derivanti dai cambiamenti climatici. “Il tribunale ordina allo Stato che limiti il suo volume totale di gas ad effetto serra e ridurlo di almeno un 25% nel 2020, rispetto ai dati del 1990”, ha dichiarato il giudice Hans Hofhuis, nel corso di un’udienza pubblica svoltasi in un tribunale dell’Aja. Con le attuali politiche (chiusure delle centrali a carbone, aumento dell’uso di mulini a vento, dell’energia solare e riduzione drastica di estrazioni di gas nel nord del Paese), i Paesi Bassi raggiungerebbero entro il 2020 al massimo una riduzione delle emissioni pari al 17%, percentuale del tutto inaccettabile per il gruppo di attivisti, il quale sostiene che se non si intraprenderanno azioni immediate, nei prossimi decenni si andrà incontro a condizioni climatiche molto pericolose, con cibo e acqua che saranno sempre più scarsi. Si tratta di una previsione particolarmente “insidiosa” per i Paesi Bassi, dal momento che il 24% del loro territorio si trova sotto il livello del mare.
La sentenza del tribunale dell’Aia avviene proprio nell’anno della Conferenza sul Clima di Parigi, in programma a dicembre, e della decisione dell’Ue di ridurre le emissioni del 40% entro il 2030. Greenpeace ha definito questo caso una “pietra miliare” nell’ambito dei contenziosi climatici. Un traguardo che potrebbe essere bissato anche in Belgio e nelle Filippine, dove si stanno esaminando casi molto simili. (RT)


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