20/02/2018
Finanziamenti per il clima
Il parere del Comitato europeo delle regioni
Pubblicato il Parere reso dal Comitato europeo delle regioni relativo ai finanziamenti per fronteggiare il cambiamento climatico (qui il documento integrale: 2018/C 054/03), nel disegno dell’Accordo di Parigi (qui un approfondimento: Accordo di Parigi sul clima del 2015).
Il Comitato ricorda, in prima battuta, che spesso sono gli enti locali e regionali a trovarsi in prima linea nel mitigare i danni causati da fenomeni naturali sempre più estremi, e nell’investire in misure di adattamento.
Nell’ambito dell’Unione Europea, tali enti, nonostante vincoli di bilancio, alle difficoltà legate alla pianificazione nel lungo periodo e alla gestione di progetti complessi, risultano avere buoni margini per migliorare la loro capacità di effettuare investimenti (e di attrarli dall’esterno) nel campo del cambiamento climatico. Si tratta di un impegno fondamentale per migliorare la buona performance generale dell’UE, che è attualmente responsabile del 9,6 % delle emissioni globali di CO2.
Si tratta, comunque, di investimenti enormi, che le risorse locali, regionali e pubbliche non sono in grado di coprire: sono, quindi, sempre ben accette le iniziative internazionali, europee e nazionali volte a mobilitare investimenti privati.
Sottolineando, poi, l’impressionante ambizione e l’impegno dimostrati da alcuni paesi in via di sviluppo, il Comitato condanna la lentezza nell’attuazione dell’Accordo di Parigi da parte di alcuni paesi, e la decisione degli USA di ritirarsi dagli impegni presi, ribadendo che il mantenimento dei propositi dell’Accordo non è un’opzione ma una necessità.
Da qui, la richiesta alla Commissione europea e agli Stati membri di prendere tutte le misure necessarie affinché l’Unione possa essere il vero leader internazionale nella lotta al cambiamento climatico, cogliendo in pieno le opportunità d’innovazione e sviluppo legate alla transizione verso un’economia in linea con gli obiettivi dell’Accordo.
E’ proprio in questo contesto di scarsa ambizione che sarà necessario l’impegno degli enti locali e regionali nel coinvolgere e sensibilizzare la popolazione sui temi del cambiamento climatico, per attrarre gli investimenti e per attuare progetti concreti. Impegno che richiede, d’altra parte, consapevolezza, disponibilità e capacità di gestione finanziaria diretta da parte degli enti locali e regionali.
A questo proposito, sottolineando gli ottimi risultati che il Patto dei sindaci sta ottenendo e la sua recente apertura al di là dei confini dell’Unione, il Comitato chiede alla Commissione europea di rafforzare l’iniziativa e di promuovere il più possibile il Patto globale dei sindaci, fornendo assistenza finanziaria e tecnica soprattutto nei paesi in cui l’ambizione nazionale è chiaramente insufficiente.
Prosegue, il Comitato, riconoscendo le meritevoli iniziative dell’Unione in materia di finanziamenti per il clima, quali il lancio del gruppo di esperti di alto livello sulla finanza sostenibile, il Fondo europeo per l’efficienza energetica, le obbligazioni verdi (Climate Awareness Bond) della Banca europea per gli investimenti, il meccanismo di assistenza energetica europea a livello locale (ELENA), per poi specificare, in conclusione, la necessità del coordinamento tra tutte le politiche e le iniziative a livello europeo.
A livello nazionale e locale, infine, il Comitato ribadisce il necessario coinvolgimento degli enti locali e regionali nella definizione dei piani nazionali per l’energia e il clima, al fine di favorire il coordinamento tra i piani nazionali e quelli locali e regionali.
Chiede, inoltre, di semplificarne l’implementazione, il loro processo di reporting e il sistema di monitoraggio, nonché il doveroso ausilio, nei confronti di tali enti, nella comprensione dei rischi climatici nel proprio territorio.
Da ultimo, il Comitato raccomanda l’introduzione di pacchetti globali comuni integrati relativi all’incremento dell’efficienza energetica e alla riduzione dell’impronta di carbonio per gli edifici e, con riferimento a quelli vecchi, di aumentare i fondi necessari a rafforzare l’efficienza energetica, mentre, per quelli nuovi, di applicare requisiti minimi in materia di efficienza e prestazioni energetiche.