Nel 2015, l’Italia è stata una delle 193 nazioni a firmare l’agenda 2030 sullo sviluppo sostenibile. Ad oggi, i problemi associati all’inquinamento di suoli, aria ed acqua restano ancora tanti, anche se bisogna ammettere che sono stati fatti dei grandi passi avanti e la coscienza ambientale è in costante crescita.

Tra i primati positivi del nostro paese, per quanto riguarda il raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità ambientale, abbiamo la crescita dell’agricoltura biologica, che oggi coinvolge più del 20% dei terreni agricoli italiani.

Un altro importante traguardo è rappresentato dalla produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili, per la quale il nostro paese è ormai tra i leader mondiali posizionandosi nel 2010 al quarto posto per quanto riguarda la capacità installata di impianti per energia solare e sesto per quella eolica. Ad oggi la produzione di energia da fonti rinnovabili nel paese ha superato il 17%, il triplo rispetto al 2004, raggiungendo e addirittura superando gli obbiettivi prefissati per il 2020.

L’eco-innovazione è un altro punto dell’agenda in cui l’Italia sta dando il meglio di sé, con oltre 355.000 imprese che hanno investito nella riduzione delle proprie emissioni. Le emissioni di gas serra sono diminuite del 15% dal 2010 al 2017 e la percentuale di riciclaggio dei rifiuti ha raggiunto quasi il 50%.

Rimane però importante il problema dell’inquinamento dell’aria, specialmente nelle regioni industrializzate del nord. L’Italia resta infatti al dodicesimo posto al mondo per produzione di diossido di carbonio, e gran parte di ciò è causato dall’intenso traffico di automobili.

Un altro punto debole del nostro paese è rappresentato dallo spreco di risorse idriche causato da infrastrutture inadeguate. Il 40% dell’acqua viene persa nel tragitto prima di arrivare a destinazione.

Le professioni ambientali più richieste e l’educazione più adatta.

La situazione economica italiana resta difficoltosa, ma forse saranno proprio i lavori green a dare una scossa positiva alla recessione che da anni affligge il nostro paese. Nessuno può prevedere con certezza il futuro, ma alcuni studi lasciano ben sperare. I dati dell’Eurostat mostrano infatti come il contributo dei lavori green sul prodotto interno lordo europeo sia passato dall’1,4% nel 2003 al 2,4% nel 2018, producendo una ricchezza pari a 289 miliardi rispetto ai 135 miliardi del 2003. Gli impieghi in questi settori sono aumentati del 49% nello stesso periodo, a fronte di una crescita del 6% nei settori più tradizionali. In Italia la green economy crea circa 320 mila nuovi posti di lavoro ogni anno (https://it.pearson.com/aree-disciplinari/storia/temi-attualita/Italia-sviluppo-sostenibile.html#).

Secondo un rapporto dell’International Labour Organisation, tutti i lavori finalizzati alla riduzione di sprechi, il riutilizzo e riciclo di materiali e rifiuti e la produzione di energie rinnovabile vedranno una forte crescita generando dai 15 ai 60 di nuovi posti di lavoro nei prossimi 20 anni. Ma nello specifico, quali sono le professioni verdi su cui conviene puntare? Quali sono le opzioni a disposizione per chi decide di fare della cura e della salvaguardia dell’ambiente non solo una missione ma anche una professione? E quali sono i percorsi di studi migliori da intraprendere? Qui di seguito troverete una lista di alcuni dei settori e delle professioni ambientali che saranno sempre più richieste nei prossimi anni.

  • Educazione: una laurea di tipo ingegneristico o ambientale o in un qualunque settore relazionato con l’edilizia è sicuramente utile. Un altro passo importante se si vuole intraprendere una carriera nel campo degli edifici ecosostenibili è poi il superamento dell’esame per diventare LEED GREEN Associate e successivamente LEED AP. Per ottenere tale certificazione è però fondamentale una buona conoscenza della lingua inglese.
  • Ingegneri civili e architetti green: migliorare le prestazioni energetiche degli edifici, dando la giusta attenzione non solo alla funzionalità ma anche all’estetica, sarà sempre più importante. Gli anni passano e gli edifici invecchiano mentre la tecnologia avanza. La ristrutturazione o costruzione di nuovi edifici è inevitabile e una migliore efficienza energetica contribuirà sia alla creazione di un ambiente più confortevole sia alla riduzione dei costi delle bollette, il che è una diretta conseguenza della diminuzione del consumo di energia impiegata per il riscaldamento e quindi delle emissioni e dell’impatto ambientale dell’edificio stesso.
  • Tecnico ambientale / Tecnico di monitoraggio delle acque: sembra esserci un crescente bisogni di figure professionali in grado di prelevare e analizzare campioni di acqua da fiumi, laghi, mare e altre risorse idriche per assicurare che l’ecosistema non sia messo in pericolo dallo sfruttamento e inquinamento da parte delle attività industriali e non solo. Si tratta di un lavoro che unisce una parte all’aria aperta con una parte di analisi in laboratorio e analisi dei dati. Un giusto equilibrio per chi desidera alternare questi due aspetti. Questi lavori sono generalmente disponibili all’interno di laboratori privati, parchi naturali, o nelle ARPA (Agenzie Regionali per la Protezione Ambientale). In quest’ultimo caso si può accedere per concorso pubblico.
  • Educazione: lauree chimico-biologiche o ambientali sono sicuramente importanti dato che bisogna avere familiarità con il lavoro in laboratorio, anche se potrebbe essere sufficiente un diploma tecnico-scientifico tipo da perito chimico. Un tirocinio in istituti di ricerca sul monitoraggio ambientale può sicuramente garantire una buona preparazione per dare il via a questo tipo di carriera.
  • Esperto forestale: per chi ama il contatto con la natura, una strada percorribile potrebbe essere quella della gestione delle foreste certificate, della salvaguardia della biodiversità e della lotta alla deforestazione. Le possibilità sono tante e può essere difficile capire quale strada prendere, ma con un po’ di ricerche e di inventiva una via si trova sempre.
  • Educazione: Le lauree in discipline forestali e agrarie non mancano in Italia. Secondo Alma Laurea il 70% dei laureati in questo settore trova lavoro entro 3 anni dalla laurea.
  • Tecnico di informazione sui rifiuti: la gestione, il recupero e il riciclo di rifiuti sono aspetti estremamente importanti per limitare i danni provocati dalle attività umane sull’ambiente. In questo settore esistono innumerevoli lavori e diverse sfumature per cui può essere difficile identificare una professione sola. Una di queste può essere il tecnico di informazione sui rifiuti che si occupa di informare i cittadini affinché vengano adottati comportamenti corretti in materia di rifiuti tramite iniziative di sensibilizzazione.
  • Educazione: per svolgere questo tipo di lavoro è importante avere delle ottime doti comunicative e conoscenze di marketing e psicologia, siccome si tratta di influenzare gli utenti a svolgere determinate azioni. È poi importante acquisire conoscenze specifiche nel campo dei rifiuti e del loro ciclo vitale. Possedere una laurea potrebbe non essere necessario. In ogni caso, le lauree che possono rivelarsi utili per svolgere questo tipo di professione sono molteplici e spaziano da discipline più tecniche a quelle più umanistiche. Alcuni esempi possono essere: economia, giurisprudenza, ingegneria ambientale, scienze politiche e così via (http://www.filo.unioncamere.it/P42A8451C8498S0/Tecnico-di-informazione-sui-rifiuti.htm).
  • Ingegnere energetico: anche nel settore delle energie rinnovabili esiste un promettente mercato. Le professioni facenti parte di questo settore sono innumerevoli, da progettista di impianti fotovoltaici ed eolici a esperto di marketing e vendite.
  • Educazione: Se vogliamo concentrarci sull’aspetto più tecnico, anche qui delle lauree in Ingegneria o dei diplomi da perito tecnico ed elettricista possono rivelarsi molto utili, seguiti poi da corsi di formazione presso enti accreditati e regionali. Dei master universitari nel campo delle energie rinnovabili possono rivelarsi altrettanto utili.

Questi sono solo alcuni degli esempi di lavori relazionati all’ambiente. In ogni caso, l’attenzione alla sostenibilità sta diventando sempre più importante. Questo significa che qualunque tipo di professione verrà rivisitata in chiave green, al punto che la sostenibilità diventerà la norma, non più una cosa riservata solo a pochi esperti. C’è dunque tantissimo spazio per dare libero sfogo alla fantasia ed inventarsi professioni ibride che mischiano lavori più tradizionali a concetti di sostenibilità. Possiamo prendere ad esempio la ristorazione, dove l’impegno a ridurre gli sprechi potrebbe dare un forte contributo positivo ed essere allo stesso tempo una buona strategia di marketing. Ciò può essere applicato anche ai parrucchieri, alla moda, al turismo e così via. Tutto può diventare green. Per questa ragione, se avete un forte interesse per l’ambiente, una buona idea potrebbe essere di combinarlo con un altro campo di vostro interesse e provare a costruire un lavoro su misura per voi (https://www.focus.it/comportamento/scuola-e-universita/i-10-lavori-verdi-piu-promettenti-del-futuro).

Un altro consiglio è quello di imparare molto bene la lingua inglese, magari con dei periodi di studio o lavoro all’estero. Non date per scontato che una laurea in discipline ambientali vi basterà per trovare il lavoro dei vostri sogni. Il mondo del lavoro è sempre più complesso e competitivo e un forte interesse per l’ambiente potrebbe non essere sufficiente se non è supportato da conoscenze tecniche specifiche e da una forte passione alla base che vi aiuterà a fronteggiare i momenti più difficili. Intraprendere una carriera, specialmente in un settore in continuo mutamento, spesso non è facile. Ma il segreto è non abbattersi e continuare a cercare la propria strada mettendosi costantemente alla prova anche in settori completamente diversi. Qualunque esperienza pratica sarà sicuramente utile.

 

Fonte: https://it.jobsora.com

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