Life Prepair, progetto europeo che si occupa di politiche della qualità dell’aria nel bacino padano, ha pubblicato gli esiti dello “Studio preliminare degli effetti delle misure COVID-19 sulle emissioni in atmosfera e sulla qualità dell’aria nel Bacino Padano“. Il rapporto valuta gli effetti delle misure di contenimento adottate in Italia e nel Bacino Padano nei primi mesi dell’anno 2020, al fine di analizzare le strategie di contrasto all’inquinamento atmosferico ma non solo: le informazioni e i dati raccolti potranno poi costituire un’importante e solida base a supporto anche di eventuali studi di tipo epidemiologico volti a individuare i possibili legami tra la diffusione del COVID-19 e l’inquinamento atmosferico.

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In sintesi, i principali risultati ottenuti hanno evidenziato quanto segue:

1.Gli inquinanti gassosi presi in considerazione, benzene, monossido e biossido di azoto, hanno mostrato cali importanti sia rispetto ai mesi di marzo 2016-2019 sia rispetto ai periodi precedenti il lockdown. Quindi, per quanto riguarda gli inquinanti primari, tutti gli indicatori scelti confermano una riduzione importante delle concentrazioni atmosferiche, rispetto a quanto sarebbero state se non ci fossero state le misure di lockdown. I valori di riduzione, considerate le incertezze di stima, di valutazione e di misura, si muovono in un range compreso tra il 30 e il 50%.

2.Gli inquinanti in fase solida presi in considerazione, PM10 e PM2.5, che, come è noto, hanno un’origine mista, sia primaria sia secondaria hanno mostrato una dinamica complessa, frutto di aspetti termodinamici e cinetici. Relativamente al PM10, nel preriodo di marzo si è osservato un calo dei valori più alti, così come sono risultate altrettanto evidenti le diminuzioni di entrambe le frazioni di aerosol – PM10 e PM2.5 – a causa del rimescolamento causato da eventi meteorologici, come il brusco calo osservato a fine febbraio.

Info e approfondimenti:0523.315305 – formazione@tuttoambiente.it

 


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