Affinché un’azienda possa aderire allo schema Made Green in Italy con uno o più dei suoi prodotti, è necessario che esistano le “Regole di categoria di prodotto” (RCP), ovvero i documenti contenenti indicazioni metodologiche che definiscono regole e requisiti obbligatori e facoltativi necessari alla conduzione di studi relativi all’impronta ambientale per quella specifica categoria di prodotto.

Il Ministero dell’Ambiente il 18 febbraio 2020 ha pubblicato dei chiarimenti interpretativi sull’applicazione del decreto ministeriale n. 56 del 21 marzo 2018 (Regolamento per l’attuazione dello schema nazionale volontario per la valutazione e la comunicazione dell’impronta ambientale dei prodotti, denominato “Made Green in Italy”).

In particolare, il Regolamento Made Green in Italy stabilisce che le categorie di prodotto definite nell’ambito dell’applicazione dello schema “possono includere categorie aggiuntive relative a specifiche peculiarità della produzione nazionale italiana”.

Tuttavia, in relazione a queste categorie aggiuntive il Ministero chiarisce che “possono essere elaborate RCP per una tale categoria “aggiuntiva” soltanto nei casi in cui esistono già PEFCR – Product Environmental Footprint Category Rules relative ad una macro-categoria in cui ricade la categoria corrispondente alla specifica peculiarità nazionale, che il proponente intende valorizzare. In questo modo si garantisce che la categoria aggiuntiva venga sviluppata in un quadro metodologico di riferimento già consolidato e costituisca una estensione della gamma dei prodotti rappresentativi finalizzata a consentire a produzioni specifiche e peculiari della realtà produttiva nazionale di essere inserite senza penalizzazioni sotto il profilo della valutazione delle performance ambientali”.

 

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