Il Comitato economico e sociale europeo ha espresso il proprio parere con riguardo alla proposta di direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio che modifica la direttiva 2008/98 relativa ai rifiuti.

Il Comitato, in particolare, accoglie con favore la revisione della direttiva quadro sui rifiuti e l’applicazione del principio «chi inquina paga» attraverso regimi di responsabilità estesa del produttore, sostenendo soprattutto l’introduzione obbligatoria di un regime di responsabilità estesa per i prodotti tessili in modo che il regime uniforme di responsabilità del produttore abbia un impatto sostanziale sull’immissione sul mercato di prodotti tessili sostenibili e di alta qualità, nonché sulla loro riparazione e sul loro riutilizzo.

Il Comitato richiama anche l’attenzione in relazione alla prevenzione dei rifiuti alimentari e sul fatto che sembra prematuro introdurre, in aggiunta agli obiettivi obbligatori proposti dalla normativa, una procedura di infrazione per il settore residenziale, per il quale gli Stati membri non dispongono di strumenti giuridici e sanzionatori, mentre oltre la metà dei rifiuti alimentari sono generati a livello domestico.

Più che altro, si suggerisce, al fine di garantire un’interpretazione uniforme della legislazione sulla prevenzione degli sprechi alimentari, di rivedere i concetti e la terminologia in materia e di rivedere la definizione di «rifiuti alimentari» in modo da non includervi necessariamente gli alimenti arrivati a maturità e non raccolti, poiché questi dovrebbero costituire una componente circolare e rappresentare un modo efficiente per il compostaggio/la concimazione organica del suolo; suggerisce infine che gli agricoltori abbiano la possibilità di commercializzare prodotti meno perfetti ma ancora commestibili, conformemente alla raccomandazione n. 16 del panel europeo di cittadini sugli sprechi alimentari.

Il Comitato, infine, pone l’attenzione anche sull’importanza del compostaggio, da considerare come un ciclo naturale e sull’importanza degli imballaggi in plastica biodegradabile e compostabile, di massima importanza per la sostenibilità di un’economica circolare. A parte, va sottolineato che occorre vietare la spedizione di rifiuti dall’Europa per il collocamento in discarica in paesi non-UE, rifiuti che possono derivare da prodotti alimentari o tessili, ma anche dagli imballaggi usuali di questi stessi prodotti.
 
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