Nell’ambito del Piano Nazionale per l’Energia e il Clima, in ordine al quale il 4 aprile scorso è stata avviata la procedura di VAS, l’obiettivo del 37% di riduzione delle emissioni di gas serra al 2030 rispetto al 1990 si collega ad un pacchetto di misure europee adottate nel 2014, prima dell’Accordo di Parigi, che è stato rimesso in discussione in quanto insufficiente a rispettare i nuovi impegni per contenere l’aumento medio delle temperature al di sotto dei 2°C scaturiti proprio dalla COP 21.

Lo segnala Unicircular, precisando che la proposta di nuova Strategia europea al 2050 presentata dalla Commissione europea a fine 2018, in linea con il rapporto alle Nazioni Unite dell’IPCC, propone di arrivare ad emissioni nette zero entro il 2050 e, nel marzo 2019, il Parlamento europeo ha votato una risoluzione chiedendo di alzare il target di riduzione delle emissioni di gas serra rispetto al 1990 fino al 55%.

Su queste basi, il Consiglio Nazionale della Green Economy ha avanzato 5 proposte mediante la risoluzione approvata nella riunione dell’8 maggio 2019 a Roma. Precisamente, si legge che il Consiglio propone di:

  1. Aumentare l’impegno di riduzione delle emissioni di gas serra dal 37% del Piano al 50% al 2030
  2. Definire misure efficaci per aumentare l’efficienza e il risparmio energetico in grado di raggiungere il target di riduzione del 40% indicato dal Piano
  3. Aumentare la quota dei consumi di energia prodotta con fonti rinnovabili al 2030 dal 30% attualmente previsto dal Piano al 35% necessario per rispettare gli impegni di Parigi
  4. Inserire nel Piano il contributo importante dell’economia circolare e della bioeconomia agli obiettivi per il clima e l’energia
  5. Istituire un Fondo nazionale per la transizione energetica dotato di adeguate risorse

 

Per quanto riguarda il contributo dell’economia circolare, nettamente sottovalutato dal Piano – prosegue Unicircular -, risulta limitato a qualche citazione sui rifiuti. L’economia circolare, con il cambiamento da modelli di produzione, distribuzione e consumo lineari a modelli circolari, secondo il Consiglio Green Economy può invece dare un contributo notevole al processo di decarbonizzazione, aumentando l’efficienza nell’uso dei materiali prolungando la durata, l’uso condiviso e la riparazione dei prodotti, incrementando il riciclo e migliorando l’impiego e l’innovazione dei materiali riciclati e delle tecnologie di produzione.


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