Con decreto del 19 aprile 2018, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 24 agosto 2018, il Ministero della Salute è intervenuto sul decreto 30 marzo 2010, che definisce i criteri per determinare il divieto di balneazione e le tecniche per l’attuazione del decreto legislativo 116/2008, di recepimento della direttiva 2006/7/CE relativa alla gestione della qualità delle acque di balneazione.
 

In particolare, il decreto legislativo 116/2008 prevede che, ai fini dell’integrazione dei dati sanitari relativi allo stato di tali acque e dei dati ambientali sui programmi di miglioramento, siano stabilite (con decreto del Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali e del Ministro dell’ambiente) le modalità dirette a realizzare forme comuni di trattamento dei dati in possesso di ciascuna amministrazione e garantirne la pubblicità. In tal senso, il Ministero della salute ha sviluppato il Portale delle Acque, attraverso il quale si possono visualizzare tutte le aree di balneazione, coi dati relativi al monitoraggio della stagione balneare in corso e quelle precedenti, lo stato di balneabilità in tempo reale e le informazioni ambientali riguardanti il profilo di costa di ogni singola area.
 

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Il nuovo decreto ministeriale 19 aprile 2018 risponde alla duplice necessità di:

  • ottimizzare e velocizzare l’acquisizione delle informazioni sanitarie e ambientali che coinvolgono il Ministero della salute e il Ministero dell’ambiente, l’ISPRA e i Comuni, attraverso un utilizzo più ampio del Portale delle acque come strumento divulgativo pubblico e di scambio delle informazioni,
  • aggiornare le procedure operative per la gestione delle proliferazioni di determinate specie algali potenzialmente tossiche (Cianobatteri e Ostreopsis ovata), in relazione all’evoluzione delle conoscenze tecnico-scientifiche, al fine di fornire indicazioni alle strutture territoriali preposte al monitoraggio e alle competenti autorità locali. I nuovi criteri riguardano, quindi, il monitoraggio delle acque di balneazione con potenziale di proliferazione cianobatterica o di macroalghe, fitoplancton o fitobentos marino.

 


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