04/08/2022
RENTRI: ancora nessuna risposta sullo schema di decreto
Le associazioni datoriali sollecitano il MITE
RENTRI RifiutiQuando partirà il RENTRI?
Cerchiamo di fare il punto della situazione prima della “pausa estiva”.
Si ricorda che l’introduzione del RENTRI (Registro Elettronico Nazionale per la Tracciabilità dei Rifiuti) è stata prevista dal Decreto Legge 135/2018 convertito con la Legge 12/2019 (che ha contestualmente abrogato il SISTRI a decorrere dal 1° gennaio 2019) e che gli aspetti operativi, tecnici e funzionali del RENTRI, nonché i nuovi modelli di registri e formulari, dovranno essere disciplinati con un apposito decreto del MITE, così come previsto dall’art. 188 bis del D.L.vo 152/2006.
A tal fine, lo scorso giugno, è partita la sperimentazione del RENTRI con la messa a punto di un prototipo realizzato dal MITE con il supporto tecnico operativo dell’Albo nazionale gestori ambientali che sta consentendo alle imprese di testare il nuovo sistema.
Si è reso altresì necessario prevedere anche l’avvio ad aprile di una consultazione riservata agli stakeholders qualificati sulla bozza di decreto, conclusasi il 30 maggio u.s., per evitare il ripetersi delle criticità legate al SISTRI.
I soggetti interpellati hanno ufficialmente risposto a tale consultazione e, condividendo pienamente l’importanza dello sviluppo della digitalizzazione dei processi produttivi e della semplificazione degli adempimenti nella convinzione che essa rappresenti un essenziale driver di sviluppo e di modernizzazione anche nella gestione dei rifiuti, hanno siglato un documento che sintetizza, con logica proattiva, le maggiori criticità riscontrate sulla bozza di decreto, la cui permanenza inficerebbe l’effettiva praticabilità del sistema di tracciabilità dei rifiuti di prossima attivazione.
Ad oggi, a seguito della partecipazione alla consultazione sullo schema di decreto RENTRI, le rappresentanze datoriali hanno scritto al MITE evidenziando l’esigenza di un aggiornamento sullo stato di avanzamento della definizione del quadro normativo in materia di tracciabilità dei rifiuti.
Non possiamo dunque che augurarci che il MITE dia presto un riscontro alle associazioni e che nel frattempo continui il percorso iniziato con la sperimentazione, prevedendo un D.M. (che presumibilmente andrà in G.U. a fine anno) in linea con le disposizioni europee e le esperienze di altri Paesi, al fine di mettere a punto un sistema digitale efficace, funzionale e implementabile, ispirato alla semplificazione degli adempimenti.
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