10/01/2025
Rifiuti, energia ed economia circolare
Nuovi pareri del Comitato economico e sociale europeo
economia circolare Energia Rifiuti sostenibilitàSulla Gazzetta ufficiale dell’Unione europea di oggi, 10 gennaio 2025, sono stati pubblicati una serie di pareri del Comitato economico e sociale europeo.
Si tratta in particolare del:
– Parere del Comitato economico e sociale europeo – I cambiamenti climatici e il loro impatto sull’economia (parere d’iniziativa) (C/2025/102). Il CESE sottolinea che i cambiamenti climatici sono principalmente il prodotto delle attività umane e hanno dato luogo a un innalzamento del livello del mare, a un aumento delle temperature, a incendi boschivi e a tempeste frequenti e violente che hanno causato inondazioni diffuse. I cambiamenti climatici provocano anche danni non prevedibili, tra cui la perdita di vite umane. Il CESE sottolinea altresì che in natura ogni cosa è interconnessa. Se la natura è in equilibrio, allora esistono le condizioni per una sana crescita economica e una popolazione in buona salute. Ciò significa che occorre adottare una strategia a lungo termine per tutelare la salute pubblica a seguito di eventi imprevisti derivanti dai cambiamenti climatici.
– Parere del Comitato economico e sociale europeo – Da impianti di rifiuti a impianti di risorse (parere d’iniziativa) (C/2025/107). Il CESE ritiene indispensabile dare priorità alle discussioni a livello dell’UE sulla gestione dei rifiuti e attuare una strategia riveduta che includa progetti pionieristici volti ad aumentare il riciclaggio e il recupero delle risorse, riducendo nel contempo la prevalenza delle discariche. L’industria deve essere sostenuta nell’attuazione di soluzioni tecnologiche affidabili e innovative con risorse finanziarie mirate alle attività di ricerca e sviluppo (R&S), ai progetti pilota e alla diffusione di tecnologie all’avanguardia per gli impianti di produzione delle risorse.
– Parere del Comitato economico e sociale europeo – Allineare l’economia circolare e la bioeconomia a livello nazionale e dell’UE (parere d’iniziativa) (C/2025/109). Il CESE sostiene che l’Unione europea ha bisogno di una definizione chiara di bioeconomia, che ponga esplicitamente in evidenza la sua correlazione con l’economia circolare e il suo potenziale come strumento per realizzare uno sviluppo sostenibile.
– Parere del Comitato economico e sociale europeo – La gestione dei rifiuti radioattivi dal punto di vista della società civile (parere d’iniziativa) (C/2025/110). Il CESE ritiene che, poiché la produzione annuale di rifiuti radioattivi aumenterà nel prossimo decennio e anche negli anni successivi, gli Stati membri dovrebbero agevolare non solo un coinvolgimento inclusivo della società civile, ma anche l’apertura e la trasparenza nei confronti dei cittadini – comprese le attuali comunità ospitanti e quelle potenzialmente interessate – in tutti i settori della gestione dei rifiuti radioattivi.
– Parere del Comitato economico e sociale europeo – Il potenziale dell’energia geotermica per la transizione verde (parere d’iniziativa) (C/2025/111). La produzione di energia geotermica – afferma il CESE – genera emissioni estremamente basse di gas ad effetto serra, riducendo così la dipendenza dell’Europa dai combustibili fossili e agevolando la sua decarbonizzazione; in questo modo concorre in misura significativa al conseguimento degli obiettivi dell’UE di neutralità climatica per il 2050. Pertanto, il CESE invita la Commissione a elaborare una strategia generale europea per lo sviluppo dell’energia geotermica al fine di sfruttare il potenziale di questo tipo di energia.
– Parere del Comitato economico e sociale europeo – I dialoghi sulla transizione pulita – Un bilancio – Un’industria europea forte per un’Europa sostenibile [COM(2024) 163 final] (C/2025/123). Il CESE è convinto che, per garantire che il Green Deal europeo sia un successo dal punto di vista climatico e socioeconomico, sia necessario adottare un approccio nuovo, molto più coraggioso e più ambizioso, unitamente a un quadro di attuazione chiaro. Occorre dunque un nuovo patto per la competitività che dovrebbe prevedere, tra le altre cose: una politica energetica tecnologicamente neutra che assicuri una maggiore stabilità a lungo termine, garantisca prezzi competitivi a livello mondiale e riconosca la necessità di investire in fonti stabili a basse emissioni di carbonio durante la transizione; investimenti urgenti e importanti nelle reti di distribuzione e trasmissione, come pure nei porti, per agevolare lo sviluppo delle energie rinnovabili offshore; maggiore sostegno all’elettrificazione; uno strumento di finanziamento dedicato per sostenere la produzione delle materie prime critiche e delle tecnologie a zero emissioni nette; un maggiore ricorso ai prodotti rinnovabili a base di legno al fine di ridurre l’impiego di materiali di origine fossile nei settori dell’energia, dell’edilizia e in altri ambiti.