La Commissione europea ha avviato una procedura d’infrazione nei confronti dell’Italia, inviando una lettera di messa in mora (INFR(2024)2097) per non aver recepito correttamente la direttiva quadro sui rifiuti, nota come direttiva 2008/98/CE, come modificata dalla direttiva UE 2018/851.

Il provvedimento è stato adottato dall’UE nel 2018 come parte del pacchetto di misure sull’economia circolare e l’Italia lo ha recepito con il decreto legislativo del 3 settembre 2020, n.116 che, secondo la CE, non rispetta diverse disposizioni della direttiva modificata.

In particolare, tra le carenze riscontrate dalla Commissione nel recepimento italiano della direttiva modificata figurano:

  • Regimi di responsabilità estesa del produttore: scorretta implementazione degli obblighi riguardanti il ruolo e le responsabilità dei produttori nell’ambito della gestione dei rifiuti;
  • Prevenzione dei rifiuti: inadempimenti relativi alla prevenzione dei prodotti che contribuiscono maggiormente alla dispersione dei rifiuti;
  • Raccolta e gestione dei rifiuti: deficit nella gestione della raccolta differenziata e nel trattamento di rifiuti pericolosi e degli oli usati;
  • Riciclaggio di alta qualità: mancanza di misure adeguate a garantire un riciclaggio di alta qualità;
  • Tracciabilità dei rifiuti: carenze nel sistema di controllo della qualità e nella tracciabilità dei rifiuti urbani e, inoltre, dei ritardi per quanto riguarda l’operatività del sistema di tracciabilità elettronica (RENTRI);
  • Costi di gestione dei rifiuti: insufficiente adempimento degli obblighi riguardanti la copertura dei costi di gestione dei rifiuti;
  • Piani di gestione e programmi di prevenzione dei rifiuti: lacune nei piani di gestione e nei programmi di prevenzione dei rifiuti.

 

Oltre a questi punti, la Commissione ha notificato all’Italia:

  • di non aver raggiunto l’obiettivo di aumentare il riciclaggio dei rifiuti urbani almeno al 50% in termini di peso, come stabilito dall’articolo 11, paragrafo 2, lettera a) della direttiva 2008/98/CE;
  • di non aver raggiunto il tasso minimo di raccolta dei RAEE (rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche), stabilito dall’articolo 7, paragrafo 1 della direttiva 2012/19/UE sui rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche.

 

Alla luce di ciò, la Commissione ha inviato due lettere di costituzione in mora all’Italia. Ora, il governo italiano ha due mesi per fornire chiarimenti e adottare le misure necessarie per conformarsi alla normativa europea o eccezionalmente chiedere una proroga. In mancanza di una risposta adeguata, la Commissione potrà procedere con l’emissione di un parere motivato.
 

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