In Gazzetta Ufficiale la direttiva 2018/410 del 14 marzo 2018, nuovo strumento comunitario finalizzato al raggiungimento dell’obiettivo di un elevato livello di protezione ambientale secondo il principio dello sviluppo sostenibile.
 
Il provvedimento, in vigore dall’8 aprile 2018, interviene a modificare la direttiva 2003/87/CE (direttiva ETS) per sostenere una riduzione delle emissioni più efficace sotto il profilo dei costi, e promuovere investimenti a favore di basse emissioni di carbonio, e la decisione (UE) 2015/1814, relativa all’istituzione e al funzionamento di una riserva stabilizzatrice del mercato nel sistema dell’Unione per lo scambio di quote di emissione dei gas a effetto serra.
 
L’intervento avviene sulla scorta dell’impegno assunto dal Consiglio europeo circa la riduzione, entro il 2030, delle emissioni complessive di gas a effetto serra dell’Unione di almeno il 40 % rispetto ai livelli del 1990. A tal proposito, osserva il legislatore comunitario, tutti i settori dell’economia dovrebbero contribuire al conseguimento di tali riduzioni delle emissioni e l’obiettivo deve essere raggiunto nel modo più efficace sotto il profilo dei costi attraverso il sistema di scambio di quote di emissione dell’Unione europea («EU ETS»), grazie al quale entro il 2030 si ridurranno le emissioni del 43 % rispetto ai livelli del 2005.
 
Un sistema ETS riformato e ben funzionante, continua il Parlamento UE, con uno strumento di stabilizzazione del mercato sarà il principale strumento europeo impiegato per raggiungere l’obiettivo di riduzione di almeno il 40 %, con un fattore annuale di riduzione del 2,2 % a decorrere dal 2021 (qui la notizia di un altro recente intervento sul sistema ETS).
 
Tra le modifiche, si segnala che alla direttiva ETS del 2003 viene, in primo luogo, sostituita l’espressione «sistema comunitario» con «EU ETS». E’ previsto che a decorrere dal 2019 gli Stati membri mettono all’asta tutte le quote che non sono oggetto di assegnazioni gratuite, dal 2021 la percentuale di quote destinate a essere messe all’asta sarà del 57 %: il 2 % del quantitativo totale di quote tra il 2021 e il 2030 sarà messo all’asta per istituire un Fondo per la modernizzazione, deputato al sostegno degli investimenti proposti dagli Stati membri beneficiari, compreso il finanziamento di progetti d’investimento su scala ridotta, per modernizzare i sistemi energetici e migliorare l’efficienza energetica negli Stati membri con un determinato PIL pro capite.
 
Viene, poi, aggiunto un articolo relativo all’esclusione facoltativa degli impianti con un livello di emissioni inferiore a 2 500 tonnellate.
 
Gli Stati membri sono chiamati a dare attuazione alla nuova direttiva entro il 9 ottobre 2019.


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