Il 17 novembre 2021 la Commissione UE ha pubblicato una proposta per la revisione del Regolamento 1013/2006 sulle spedizioni transfrontaliere di rifiuti.

Come si legge nel documento di accompagnamento alla proposta (Perché l’UE sta rivedendo le norme sulle spedizioni di rifiuti?) la nuova disciplina sulle spedizioni di rifiuti ha tre finalità: assicurare che l’UE non esporti nei paesi terzi i propri problemi di rifiuti; facilitare il trasporto dei rifiuti destinati al riutilizzo e al riciclaggio nell’UE; contrastare meglio le spedizioni illegali.

In particolare, tra le misure per garantire una gestione sostenibile delle esportazioni di rifiuti dall’UE verso i paesi terzi, sono state proposte le seguenti misure:

  • le esportazioni di rifiuti dall’UE verso i paesi che non sono membri dell’OCSE saranno subordinate a una domanda ufficiale del paese di destinazione, che dovrà chiedere di importare rifiuti non pericolosi dall’UE e dimostrare di poterli recuperare correttamente. Sarà stilato un elenco dei paesi autorizzati a importare rifiuti dall’UE;
  • la Commissione monitorerà i livelli delle esportazioni di rifiuti dall’UE verso i paesi OCSE. In caso rilevi un aumento delle esportazioni verso uno di questi paesi, con il rischio che vi causino gravi problemi ambientali o di salute pubblica, la Commissione raccoglierà informazioni sul trattamento dei rifiuti nel paese, e sospenderà l’esportazione se non ha la garanzia che il trattamento sia sostenibile;
  • le imprese esportatrici dell’UE dovranno effettuare audit indipendenti per le loro esportazioni di rifiuti verso paesi non UE e saranno autorizzate a esportare solo negli impianti che dagli audit risultano trattare i rifiuti in modo ecologicamente corretto;
  • per affrontare il problema dei rifiuti spacciati per “beni usati”, saranno elaborati, per determinati prodotti che destano particolare preoccupazione, come i veicoli usati e le batterie, criteri vincolanti per distinguere tra rifiuti e beni usati.

 

Per sfruttare il potenziale del mercato unionale dei rifiuti e stimolare l’economia circolare sono invece stabilite le seguenti proposte:

  • completa digitalizzazione di tutte le procedure da seguire per spedire rifiuti tra gli Stati membri dell’UE, in particolare per i rifiuti che figurano nell’”elenco verde”;
  • nuove disposizioni che favoriscono il ricorso a procedure accelerate per le spedizioni di rifiuti destinati al recupero, quando i destinatari sono impianti certificati dagli Stati membri dell’UE (“impianti dotati di autorizzazione preventiva”);
  • classificazione armonizzata dei rifiuti a livello dell’UE, per poter superare l’attuale frammentazione del mercato unionale, in cui una spedizione di rifiuti può essere soggetta a interpretazioni e procedure diverse quando attraversa le frontiere interne;
  • nuove disposizioni che consentano di razionalizzare a livello di Unione il calcolo delle garanzie finanziarie che gli operatori devono stabilire prima di spedire i rifiuti “notificati” all’estero;
  • condizioni nuove e più rigorose per le spedizioni di rifiuti destinati all’incenerimento o alla discarica, in modo che siano autorizzate solo in casi limitati e ben giustificati, dato che rappresentano le opzioni meno preferibili per la gestione dei rifiuti.

 

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