Con la nota n. 8966 del 3 maggio 2021 il Ministro della Transizione Ecologica, Roberto Cingolani, ha risposto alla lettera di intervento urgente sulle agevolazioni Tari e sulla disciplina dei rifiuti presentata al Ministero dell’ANCI (Associazione nazionale comuni italiani) datata 15 aprile 2021.

La lettera dell’ANCI, in particolare, sottolineava diverse criticità in tema di Tari, tra le quali:

  • l’esclusione assoluta dei rifiuti prodotti dalle attività industriali sulle superfici dove avviene la lavorazione industriale, a prescindere dalla loro effettiva natura (esclusione che la Circolare del MITE del 12 aprile vorrebbe estendere alle attività artigiane);
  • la facoltà di non avvalersi del servizio pubblico da parte delle utenze non domestiche, non accompagnata dalla chiara indicazione del fatto che la decorrenza della scelta non può intervenire in corso d’anno 2021, se non a prezzo di squilibri finanziari irrecuperabili nella gestione del servizio;
  • l’utilizzo del sistema di fiuori uscita dal servizio pubblico genera un concreto rischio di maggiori irregolarità nella gestione dei rifiuti, nonchè di un potenziale incremento degli scarti e delle frazioni non destinate al riciclo.

 

 

Il Ministro Cingolani è intervenuto, chiarendo che:

  • l’estensione della Tari ai magazzini industriali contraddice lo spirito e le finalità del D.L.vo 116/2020. Peraltro, già nel 2015 IFEL (Fondazione ANCI) affrontava l’esclusione delle aree produttive e dei magazzini e sollecitava i Comuni ad aggiornare le metrature presenti nelle proprie banche dati attraverso inviti alle aziende;
  • la nuova disciplina ha delineato un nuovo ruolo per i Comuni che prima dell’intervento del legislatore esercitavano un’azione caratterizzata da ampia discrezionalità. Ciò che appare essere rilevante è la criticità finanziaria attribuita alla riforma introdotta dal D.L.vo 116/2020, conseguenza della incidenza Tati talvolta utilizzata per colmare deficit di cassa. Se così è, allora è evidente che il servizio pubblico può fare un salto di qualità e con senso di responsabilità gli enti locali devono essere accompagnati e supportati in questo percorso di crescita. Le attività produttive che producono “rifiuto urbano” potrebbero continuare ad avvalersi dello stesso attraverso convenzioni, in una logica di sana concorrenza con il servizio privato.
  • non appare sussistere il paventato maggiore rischio di “irregolarità nella gestione delle frazioni” gestite al di fuori del sistema pubblico, dal momento che i rifiuti gestiti dai circuiti professionali “di mercato”, a livello nazionale, sono assoggettati ai medesimi adempimenti ambientali gravanti sui soggetti pubblici, finalizzati alla tracciabilità dei rifiuti e al recupero.

 

Il Ministro conclude la nota precisando che “supporterà i chiarimenti normativi atti a garantire il coordinamento delle fasi attuative della definizione della tariffa e la conferma per l’anno 2021 della solo modalità gestionale già in vigore, senza modificare la nozione di rifiuto urbano, che altrimenti comporterebbe l’apertura di una procedura di infrazione UE“.

Si preannuncia, inoltre, l’intenzione del Ministro di istituire un tavolo tecnico permanente con l’ANCI, l’Autorità di regolazione, gli operatori e le loro associazioni, al fine di supportare la “transizione” al nuovo sistema di gestione dei rifiuti.


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