Il 20 maggio è entrata in vigore la Direttiva (UE) 2024/1203 del Parlamento europeo e del Consiglio, dell’11 aprile 2024, sulla tutela penale dell’ambiente, che sostituisce le direttive 2008/99/CE e 2009/123/CE.

Gli Stati membri avranno tempo fino al 21 maggio 2026 per adeguarsi dotandosi delle necessarie disposizioni legislative, regolamentari e amministrative.

La nuova direttiva introduce diverse nuove categorie di reati, tra cui il commercio illegale di legname, il riciclaggio illegale delle navi, l’estrazione illegale di acqua, gravi violazioni della legislazione UE sui prodotti chimici e sul mercurio, gravi violazioni relative al trattamento dei gas fluorurati a effetto serra e gravi violazioni della legislazione sulle specie esotiche invasive.

Gli Stati membri dovranno garantire che tali violazioni costituiscano reati penali nel loro diritto nazionale e saranno obbligati a stabilire reati qualificati, soggetti a sanzioni più severe qualora uno dei reati definiti nella direttiva provochi danni gravi e diffusi, irreversibili o duraturi, o la distruzione dell’ambiente.

La direttiva inasprisce le sanzioni per le persone fisiche che commettono reati ambientali e prevede sanzioni pecuniarie fino al 3 o al 5% del fatturato mondiale totale per le persone giuridiche, con inevitabili modifiche anche per quanto riguarda il DL.vo 231/01.

Si prevedono inoltre misure di sostegno e assistenza, nell’ambito dei procedimenti penali, per chiunque segnali reati contro l’ambiente, nonché misure volte a garantire una formazione specializzata per le autorità competenti coinvolte nei procedimenti penali e nelle indagini.

Corso Responsabilità e sanzioni ambientali
 


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