30/01/2017
Unione Europea e Ambiente
Le novità della settimana
La Commissione, mantenendo i suoi impegni, offre orientamenti sul recupero di energia dai rifiuti e lavora con la BEI per stimolare gli investimenti
Un anno dopo l’adozione del pacchetto sull’economia circolare la Commissione riferisce sull’avanzamento e sui risultati delle principali iniziative del suo piano d’azione del 2015.
Insieme alla relazione la Commissione ha inoltre:
- adottato ulteriori misure per istituire, di concerto con la Banca europea per gli investimenti, una piattaforma per il sostegno finanziario all’economia circolare che riunirà investitori e innovatori;
- pubblicato orientamenti per gli Stati membri su come convertire i rifiuti in energia;
- proposto un miglioramento mirato della legislazione relativa a determinate sostanze pericolose presenti nelle apparecchiature elettriche ed elettroniche.
Il passaggio a un’economia più circolare, foriero di grandi opportunità per l’Europa e i suoi cittadini, rappresenta una parte significativa dei nostri sforzi per modernizzare e trasformare l’economia europea, orientandola verso una direzione più sostenibile. L’economia circolare offre alle imprese la possibilità di realizzare vantaggi economici considerevoli e di diventare più competitive. Consente di realizzare significativi risparmi di energia e benefici per l’ambiente, crea posti di lavoro a livello locale e offre opportunità di integrazione sociale ed è strettamente correlato alle priorità dell’UE in materia di posti di lavoro, crescita, investimenti, agenda sociale e innovazione industriale.
Per illustrare i principali risultati fin qui ottenuti e discutere con i portatori di interessi degli obiettivi futuri, la Commissione e il Comitato economico e sociale europeo organizzano una conferenza sull’economia circolare che si terrà il 9-10 marzo 2017. In tale occasione sarà annunciata la creazione di una piattaforma dei portatori di interessi dell’economia circolare.
Sito web: http://ec.europa.eu/environment/circular-economy/index_en.htm
URBACT III – Bando per buone pratiche di sviluppo urbano sostenibile
I centri urbani dell’UE hanno tempo fino al 31 marzo 2017 per presentare candidature sul bando per Buone Pratiche lanciato nel quadro del programma URBACT III. L’invito URBACT che punta a raccogliere buone pratiche di sviluppo urbano sostenibile già esistenti che possano essere adattate e riutilizzate dalle città di tutta Europa.
La call è mirata a selezionare buone pratiche che sappiano affrontare problematiche e sfide complesse nell’ambiente urbano (povertà, esclusione sociale, disoccupazione, problemi ambientali) attraverso un approccio integrato e partecipativo. In questo contesto, per good pratice non deve intendersi necessariamente una pratica consolidata innovativa e di eccellenza, ma può trattarsi anche di un’esperienza di successo, testata e validata, meritevole di essere condivisa e presa come modello da seguire da altre città.
L’iniziativa si rivolge a città (intese come città, comuni, aree metropolitane, distretti) e autorità pubbliche locali dei 28 Stati UE, della Norvegia e della Svizzera.
Le città che avranno buone pratiche selezionate verranno insignite del titolo di “URBACT Good Practice City”. Questo “marchio” permetterà loro di promuovere i risultati raggiunti attraverso un mix di attività promozionali e di comunicazione, eventi URBACT e attività di capacity building (workshop e conferenze a livello di programma e di progetto). Ma non solo. Le città potranno anche condividere la loro esperienza e good pratice all’interno di una Transfer Network, una nuova modalità di cooperazione, che sarà lanciata tramite un apposito bando atteso per settembre 2017, che richiederà la costruzione della partnership attorno a un esempio di buona pratica esistente che abbia un potenziale di trasferibilità su ampia scala. La città promotrice potrà guidare il processo di comprensione e riutilizzo della pratica, nonchè migliorala e raffinarla ulteriormente grazie al confronto alla pari con altri professionisti del settore. La scadenza è fissata al 31 marzo 2017.
Azioni Urbane Innovative: 2° bando
E’ stato aperto lo scorso 16 dicembre il 2° bando per “Azioni Urbane Innovative”.L’obiettivo delle “Urban Innovative Actions – UIA” è aiutare le città a identificare e testare soluzioni innovative per rispondere alle crescenti sfide che interesseranno le aree urbane nei prossimi anni. Queste azioni, sostenute dal Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR), rappresentano un’opportunità unica per le città europee per vedere come potenziali soluzioni a problematiche emergenti di sviluppo urbano aventi rilevanza a livello di Unione possano essere applicate in pratica e rispondere alla complessità della vita reale. Di seguito riportiamo una sintesi dei contenuti del bando, rimandando per il dettaglio al testo ufficiale. La documentazione completa per presentare candidature è reperibile sul sito dedicato
Il budget disponibile è pari a 50.000.000 euro
Possono partecipare all’iniziativa le autorità urbane di unità amministrative locali dell’UE (grandi città, città o sobborghi) con almeno 50.000 abitanti, oppure associazioni/gruppi di Autorità urbane di unità amministrative locali che coprono una popolazione totale di almeno 50.000 abitanti; può trattarsi anche di associazioni o gruppi transfrontalieri o di diverse regioni e/o Stati membri.
Queste le azioni finanziabili: progetti pilota che puntano a identificare e sperimentare idee inedite e innovative per affrontare questioni destinate a divenire di grande importanza per le aree urbane dell’Unione nel futuro prossimo. Coerentemente con le priorità dell’ Agenda Urbana dell’UE, i temi, e dunque le sfide individuate, su cui dovranno concentrarsi i progetti da candidare sono:
– integrazione dei migranti e dei rifugiati
– economia circolare
– mobilità urbana sostenibile
Ciascun progetto dovrà riguardare uno solo di questi temi. I progetti da sostenere dovranno proporre soluzioni innovative, creative e durature per affrontare la sfida scelta e mettere in campo l’expertise dei diversi stakeholder pertinenti. Le Autorità urbane dovranno pertanto stabilire forti partnership locali con il giusto mix di partner complementari, coinvolgendo attivamente soggetti quali agenzie, università, ONG, imprese o altre autorità pubbliche. Sarà importante inoltre il potenziale di trasferibilità delle soluzioni innovative proposte.
Ciascun progetto potrà avere una durata massima di tre anni.
I progetti selezionati potranno essere cofinanziati dal FESR fino all’80% dei loro costi ammissibili. Ciascun progetto potrà ricevere un contributo massimo di 5 milioni di euro.
Scadenza: 14 aprile 2017
(A cura di M.A. Cerizza)