L’Europa è letteralmente disseminata di discariche, alcune ancora operative, molte chiuse da tempo; su circa mezzo milione di discariche il 90% sono discariche “non igieniche” precedenti alla Direttiva 1999/31/CE.

E’ possibile valorizzare le discariche mitigando i futuri rischi ambientali e sanitari, recuperando volumetrie residue e evitando significativi costi di messa in sicurezza e bonifica.

Innanzitutto vanno recuperati i materiali potenzialmente riciclabili e i detriti edili, dalla frazione secca è possibile produrre un gas sintetico e un residuo vetrificato attraverso un processo di termovalorizzazione mentre dalla frazione fine è possibile produrre sabbia da utilizzare come aggregato nel settore delle costruzioni.

Dopo il livellamento e la risagomatura va realizzato il capping: vari strati di HDPE, drenante, geocomposto, stabilizzato, terreno vegetale/compost e alberi…

…alla fine sarà un parco!

Ciò viene fatto in tutta Europa, perché non farlo anche noi in Italia? Per realizzare ciò sono necessari tre elementi: imprenditori preparati ed onesti disposti ad investire importanti somme di denaro, una classe politica sensibile alle tematiche ambientali e, last but not least, dei quotidiani pronti a diffondere una corretta informazione per sensibilizzare i lettori e convincere gli scettici della genuinità di tale progetto.

Articolo di Adriano Pistilli

 

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