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Tassa di igiene ambientale: è legittima se diversificata tra residenti e non residenti?

Categoria: Rifiuti
Autorità: Consiglio di Stato, Sez, V
Data: 06/09/2017
n. 4223

La Tia (Tariffa di igiene ambientale) è una tassa finalizzata a consentire la copertura dei costi dei servizi, non una forma atipica di prelievo sul reddito o sul patrimonio: tale vincolo funzionale impedisce al Comune di determinare liberamente le relative aliquote, generando irragionevoli disparità tra categorie di superfici tassabili potenzialmente omogenee, giustificandole con ragioni che esulano dalla specifica funzione della tassa. La stima della capacità media di produzione di rifiuti deve, infatti, basarsi su una stima realistica in ragione delle caratteristiche del territorio comunale: deve, cioè, rispettare il principio di proporzionalità, incluse adeguatezza e necessarietà, ed avere dunque riferimento alla realistica esigenza di fornitura del servizio per quel territorio. Questo in quanto la Tia è chiamata a finanziare un servizio pubblico che si pone come strumentale alla tutela della salute collettiva e dell’ambiente: è in nome di tale interesse che devono essere effettuate le scelte amministrative (nella specie si sanciva l’illegittimità di un regolamento comunale che fissava tariffe più alte per le utenze domestiche dei non residenti rispetto a quelle previste per i residenti).

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